Una rete per lo sviluppo della zootecnia nei paesi che si affacciano sul mare Mediterraneo. E' questo lo scopo che si è dato il Réseau Méditerranéen Èlevage (Rme), un sodalizio internazionale senza scopo di lucro nato per condividere le esperienze della comunità scientifica, nonché il contributo degli operatori economici di questo grande territorio che da secoli lega l’Europa al Nord Africa e che oggi conta 480 milioni di cittadini, residenti in 23 Paesi diversi. Un’area in cui i consumi stanno crescendo ad un ritmo sostenuto, anche se le superfici utili per l’agricoltura e l’allevamento sono scarse e la disponibilità idrica sta diventando il vero fattore limitante per lo sviluppo del settore.
Non a caso è stata scelta Bari, città di mare da sempre al centro di scambi fra le due rive del Mediterraneo, e la Fiera del Levante, come sede del 3° simposio del sodalizio internazionale. Un evento che ha visto la partecipazione di quasi 150 delegati che per due giorni hanno dibattuto delle prospettive del comparto lattiero-caseario come fattore di crescita per la cooperazione e l’integrazione fra le due sponde del Mare Nostrum.
L’Italia e l’Associazione italiana allevatori (Aia) giocano un ruolo di primo piano nella vita dell’Rme, così come nell’organizzazione del seminario internazionale di Bari, un appuntamento che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale all’Agricoltura Enzo Russo, che nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di lavorare sulla cooperazione e di utilizzare al meglio le risorse messe a disposizione dalla Ue per dare vita a programmi di collaborazione con i Paesi nordafricani. Un concetto ripreso anche da Silvia Godelli, assessore al Mediterraneo della Regione Puglia, che invita i delegati del Réseau Méditerranée Èlevage ad investire risorse in uno 'scambio strategico di integrazione', capace di dare un nuovo impulso nei rapporti internazionali, in sintonia con quella 'Alleanza Mediterranea' a cui la presidenza di turno della Ue, per bocca di Nicolas Sarkozy, ha più volte fatto riferimento nelle ultime settimane.
'Uno sviluppo economico', spiega il prof. Alessandro Nardone, presidente dell’Rme, 'che offre interessanti prospettive di scambi fra i due continenti, resi possibili dalle iniziative di cooperazione internazionale che vedono già impegnati i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo'.
'Su queste basi', spiega il segretario generale dell’Rme Jean Pierre Boutonnet, 'occorre lavorare con un approccio multidisciplinare, iniziando a caratterizzare i singoli prodotti che provengono dall’allevamento mediterraneo, localizzandoli ed identificandoli con esattezza, primo passo per impostare qualsiasi azione di miglioramento delle filiere'.
'Una partita che si giocherà anche sotto il profilo della sanità dei prodotti', commenta il presidente degli allevatori italiani Nino Andena, 'indispensabile prerequisito per garantire la sicurezza alimentare a milioni di consumatori e promuovere scambi non solo di beni, ma anche di idee e cultura. Per fare squadra tutti insieme'.
 
Per informazioni o per aderire al Réseau Méditerranée Èlevage gli interessati possono rivolgersi all’Associazione italiana allevatori, nella persona di Charles Dadié Dago (dago.c@aia.it) o visitare il sito dell’Rme (www.r-m-e.org).