Il crollo dei mercati finanziari oltre a far segnare il record del petrolio ha spinto al massimo storico anche le quotazioni di soia e mais che rappresentano la principale fonte per l'alimentazione degli animali negli allevamenti e fanno dunque schizzare alle stelle i costi di produzione di carne e latte nelle stalle. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il mais ha toccato per la prima volta il valore di 7,95 dollari a bushel (quasi 19 centesimi di euro al chilo) e la soia di 15,69 dollari a bushel (oltre 37 centesimi di euro al chilo) per le consegne rispettivamente a dicembre e novembre, al Chicago Board of Trade che rappresenta la borsa di riferimento per il mercato dei prodotti agricoli.
Ad aumentare è stato anche il grano con i prezzi che hanno toccato a 9,92 dollari a bushel (quasi 24 centesimi di euro al chilo) per le consegne a dicembre con un andamento che, dopo il calo dei mesi scorsi, potrebbe rappresentare, secondo la Coldiretti, una inversione di tendenza con i prezzi delle materie prime agricole che riprendono ad aumentare per effetto delle informazioni sugli andamenti dei raccolti mondiali minacciati da siccità e maltempo come la recente alluvione nel Midwest degli Stati Uniti. L'andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è, sottolinea la Coldiretti, fortemente condizionato dalle speculazioni internazionali che si spostano con facilità dai mercati finanziari in difficoltà a quelli delle materie prime come il petrolio ma anche grano, mais e soia.
La maggiore vulnerabilità delle coltivazioni ai cambiamenti climatici, l'aumento del benessere in economie emergenti come la Cina e l'India e la crescita della popolazione si traduce, sostiene la Coldiretti, in una maggiore richiesta di sicurezza alimentare dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Una situazione che richiede un cambiamento delle gerarchie all'interno dell'economia e un ruolo piu' centrale da svolgere per l'agricoltura che - sottolinea la Coldiretti - ha bisogno di politiche forti per garantire la disponibilità di cibo ad una crescente popolazione mondiale.
Occorre, conclude la Coldiretti, investire nella produzione agricola per dare stabilità ai mercati e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nelle diverse realtà del pianeta, dove le politiche di mercato devono valorizzare prima di tutto le produzioni locali per essere meno dipendenti dalle esportazioni.