Gli ultimi dati relativi alle vendite di questo prodotto di punta del 'Made in Italy' alimentare, preoccupano fortemente e non solo per il 'no' alle importazioni della Corea, che rappresenta una parte marginale del fatturato complessivo. La mozzarella di bufala è un formaggio nazionale e la crisi sta toccando tutte le realtà produttive, non solo la Campania quindi, ma anche Puglia e Lazio. Come dimostrano le verifiche di questi ultimi giorni, il prodotto in commercio è sottoposto ovunque  a rigidissimi controlli di salubrità e qualità. Gli allarmismi sono ingiustificati e possono provocare un 'effetto psicosi' simile a quello per 'mucca pazza', che ha prodotto danni al settore per miliardi di euro. Questo, quanto affermato dalla Cia (Confederazione italiana agricoltori) e perfettamente in linea con quanto diffuso dal ministro Paolo De Castro in merito al 'caso diossina'. Una situazione che sta provocando inutili allarmismi e contemporaneamente mette in ginocchio tutta la filiera produttrice del prodotto, comprese le aziende che non sono assolutamente implicate nei casi segnalati dalle indagini fatte nel settore. 'Da parte nostra', prosegue la Cia, 'non c’è il tentativo di coprire un problema ma di collocarlo nella sua reale dimensione, circoscrivendo ai fatti reali e non caricandolo di enfasi'.
Anche la Coldiretti è intervenuta nel dibattito dando risposta positiva all'impegno profuso dal Mipaaf per ridimensionale la situazione ed in relazione al blocco delle importazione da parte di alcuni paesi asiatici ha affermato: 'Si tratta di misure sproporzionate e ingiustificate, che sono assunte sotto la spinta emotiva di informazioni false e superficiali che i ministeri competenti a livello nazionale devono saper contrastare sulla base delle importanti attività di controllo e certificazione effettuate. Le barriere commerciali nei confronti della mozzarella di bufala sono', sostiene la Coldiretti, 'il primo effetto esplicito dei danni provocati a settori importanti dell'economia dai ritardi accumulati nell'affrontare l'emergenza rifiuti in Campania, alla quale vengono strumentalmente collegate. Occorre, quindi, fare chiarezza', conclude la Coldiretti, 'per tutelare l'immagine di un prodotto destinato per il 16% all'esportazione che offre opportunità di occupazione a 20 mila persone con una produzione annuale di circa 33 mila tonnellate'.