Il punto della situazione
Il maltempo si è abbattuto in queste ultime ore sui settori orientali della Sicilia, innescando numerose situazioni critiche. Diversi sono i fronti perturbati che sono transitati sull’isola, accumulando cifre quasi record su gran parte delle coste orientali, tra Catania, Giarre, Taormina e Acireale Santa Maria Ammalati, ove su quest’ultima il pluviometro si è fermato a 381 millimetri. Si tratta di dati purtroppo parziali, destinati ad essere ritoccati verso l'alto a causa dei nuovi nuclei temporaleschi in arrivo.
Le stesse aree della Sicilia stanno facendo registrare accumuli parziali annui over 1000, con punte di 1200 - 1500 millimetri: cifre impressionanti considerando che gran parte del Nord Italia (in particolare tra Lombardia e Veneto) l'accumulo annuo non ha ancora superato i 500 millimetri.
Quadro meteo compromesso anche sulle restanti aree del Sud Italia, con numerosi rovesci e temporali che hanno raggiunto Puglia, Calabria, Basilicata e Campania, ma con accumuli tutto sommato contenuti.
Cosa ben diversa invece sulle restanti aree peninsulari, ove ampi spazi sereni hanno fatto capolino innescando anche un lieve aumento dei valori massimi diurni.
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Analisi
La mancanza di una figura più “tranquilla” come l’anticiclone della Azzorre esalta in questo periodo il vero carattere dell’autunno: l'estrema dinamicità. Si tratta di andamenti tutto sommato già definiti con estremo anticipo dai modelli, con una successione tra fasi anticicloniche più o meno lunghe e severe ondate di maltempo.
Come da copione tornerà quindi l'alta pressione – sempre nell'ottica delle dinamiche previsionali già definite – anche se in questo frangente potrà godere di un cospicuo contributo subtropicale, in grado di portare un veloce e sensibile miglioramento. La vasta depressione in pieno oceano Atlantico sarà la regista della situazione, perché nella sua azione di velocemente approfondimento attiverà un corposo richiamo di aria subtropicale sull’Europa meridionale direttamente dal cuore del Sahara.
La ciliegina sulla torta verrà messa dalla lacuna barica iberica, che darà quella spinta in più per una sicura invasione del Mediterraneo. La presenza del vortice sullo Ionio, in graduale evoluzione verso la penisola ellenica, rallenterà però la corsa dell’alta pressione sull’Italia, conquistando dapprima le sole Regioni nord occidentali, per poi espandersi con modesta progressione verso quelle del Centro e del Sud.
La fase di bel tempo avrà però una durata tutto sommato limitata, perché la depressione atlantica, così come ha incentivato il ritorno dell’anticiclone africano sull’Italia, riuscirà facilmente a smantellare il muro altopressorio, lasciando filtrare successivamente perturbazioni più o meno incisive sull'Europa occidentale.
Evoluzione
Temperature superiori alla norma: inevitabile, trattandosi dell'africano, attendersi un cospicuo aumento delle temperature. Valori termici che dovrebbero attestarsi, almeno per qualche giorno, ben al di sopra delle medie stagionali, portando un quadro climatico molto mite.
Come accennato avrà però confini ben delimitati nel tempo. Già al giro di boa della prossima settimana non mancheranno crescenti infiltrazioni instabili. Andranno a riaffacciarsi dapprima sulle Regioni nord occidentali, dando luogo ad un graduale peggioramento delle condizioni meteo. Data la distanza temporale sarà comunque da valutare un eventuale coinvolgimento anche delle Regioni centrali, mentre il Sud rimarrà con molta probabilità ancora sotto alla protezione anticiclonica e pertanto vi proseguirà la fase del bel tempo.
Gli ultimi aggiornamenti
Dalle ultime emissioni modellistiche previsionali emergono però molti dubbi sul ritorno delle correnti cicloniche nord-atlantiche a fine mese.
Da un’analisi comparata dei modelli (una media tra i vari centri di calcolo) sembrerebbe, difatti, che l'affondo della saccatura nord-atlantica possa sbilanciarsi più ad ovest, quindi sulla penisola iberica. Questo significherebbe per la penisola italiana un forte richiamo caldo-umido di natura prefrontale, che genererebbe le classiche situazioni di pericolo per le Regioni occidentali (Liguria e Toscana in prima linea).