L'autunno è la stagione in cui gli agrumi italiani tornano a colonizzare i banconi dei supermercati. Clementine, mandarini, arance e altri frutti succulenti, infatti, vengono sempre guardati con favore dei consumatori, a patto che siano di qualità. Una qualità che si declina innanzitutto sull'aspetto, ovvero colore e calibro, ma anche sulla consistenza e sul sapore.
Queste caratteristiche possono essere enfatizzate tramite le più opportune pratiche di concimazione, rifornendo le colture degli elementi necessari al loro sviluppo ottimale, foriero di una fioritura rigogliosa e di una produzione eccellente.
Scopo della concimazione autunnale è quindi quello di fornire alle piante non solo i nutrienti necessari per prosperare in inverno, bensì anche quelli da accumulare come riserve per le diverse fasi che gli impianti dovranno superare.
Quali fertilizzanti somministrare
Per la concimazione al terreno è sempre bene utilizzare un doppio approccio tecnico. Il primo prevede la somministrazione di concimi organici, tale da mantenere costante il grado di fertilità del suolo e di contribuire al contempo alla sua struttura ottimale. Ciò consente anche di creare nella rizosfera le condizioni migliori per la microflora in essa contenuta, foriera di una maggiore biodiversità e, quindi, di un ambiente più equilibrato in cui le piante possono svilupparsi.
Se le analisi del terreno lo dovessero consigliare, potrebbe poi essere opportuno integrare il grado di fertilità basale con fertilizzanti a lenta cessione, tali da rilasciare gradualmente i nutrienti durante i mesi invernali, soprattutto l'azoto. Ciò permetterà alla coltura di attingere ai macroelementi in modo progressivo e proporzionato alle proprie esigenze fisiologiche puntuali.
Tendenzialmente, può prestarsi alla bisogna un fertilizzante dal rapporto NPK 10-10-10, abbastanza equilibrato per fornire quantità sufficienti di azoto, fosforo e potassio, nutrienti utili a sostenere la crescita delle radici e a preparare la pianta per la stagione successiva. In base però alle analisi del terreno e alle osservazioni del tecnico di zona, possono essere somministrati concimi NPK a differente composizione, sempre mantenendo a mente l'obiettivo del massimo equilibrio fra di essi, derivante questo dalla somma di ciò che è già presente nel terreno e di quello che verrà somministrato.
L'importanza del calcio
La somministrazione di mesoelementi e di microelementi è anch'essa parimenti importante, potendosi questa effettuare contemporaneamente a quella NPK. Bene quindi attrezzarsi per utilizzare concimi che contengano anche calcio, ferro, zinco, magnesio, manganese e boro, meglio se in forma chelata o comunque solubile in acqua. In caso non si disponga di un prodotto "all-in-one" - pratico ma meno flessibile quanto a soddisfacimento delle specifiche esigenze nutrizionali - è comunque possibile realizzare miscele bilanciate, in cui i diversi elementi, macro, meso e micro, siano presenti proporzionalmente alle esigenze della coltura.
Ogni elemento concorre infatti a meglio sostenere specifici processi metabolici nelle piante di agrumi, a partire dal calcio. Questo elemento svolge infatti ruoli cruciali nella fisiologia delle piante di agrumi, a partire dalla struttura delle pareti cellulari, partecipando infatti alla formazione di pectati, componenti che irrobustiscono i tessuti vegetali. Inoltre, contribuisce alla formazione del fuso mitotico durante la fase di divisione cellulare, processo alla base dell'accrescimento dei tessuti stessi, incluso quello dei frutti.
Questi beneficeranno inoltre di una maggiore disponibilità degli altri nutrienti, poiché il calcio contribuisce al loro trasporto attraverso le membrane cellulari influenzandone positivamente la permeabilità ad essi. Infine, il calcio è coinvolto nell'attivazione di molteplici attività enzimatiche alla base dei processi di respirazione cellulare, della fotosintesi e dell'apertura e chiusura degli stomi. Ciò permette alla pianta di meglio affrontare eventuali stress.
Evitare le carenze
Se la sua disponibilità porta a una serie di effetti positivi alla coltura, una sua carenza può invece aprire la porta a problemi come l'apice bruno, noto anche come blossom end rot o più semplicemente end rot. Questo è riconoscibile in campo poiché i frutti diventano necrotici a seguito della comparsa di macchie scure all'estremità opposta al peduncolo del frutto.
A tale condizione si può ovviare somministrando appunto calcio, ma anche badando di garantire all'agrumeto un'irrigazione regolare e sufficiente, poiché al fenomeno dell'apice bruno contribuiscono anche fluttuazioni nell'approvvigionamento d'acqua. In caso questa sia deficitaria, infatti, viene a mancare la traslocazione del calcio dal terreno alla pianta. Ragione per cui, anche a fronte di una disponibilità teorica dell'elemento, le piante possono andare in carenza.
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