Quando si parla di Xylella fastidiosa si pensa subito agli olivi e al disastro che questo batterio ha causato e sta causando in Puglia.

 

Ma Xylella fastidiosa, ormai comunemente nota semplicemente come Xylella, non attacca solo gli olivi.

 

Questo batterio infatti può infettare un'ampia gamma di piante. Il Regolamento di Esecuzione (Ue) 2020/1201 della Commissione Europea sulle misure per prevenire l'introduzione e la diffusione nell'Unione di Xylella fastidiosa, individua ben 156 generi botanici che possono essere infettati da questo batterio e 595 specie.

 

Tra le piante attaccabili, tecnicamente dette piante ospiti, ci sono sia piante spontanee, che piante di interesse agrario, e tra queste sia piante usate a scopi alimentari che piante ornamentali.

 

Addirittura nelle uniche 2 altre località italiane in cui la Xylella è stata ritrovata al di fuori della Puglia - in Toscana e nel Lazio - non sono mai state ritrovate piante di olivo infette.

 

In particolare in Toscana, nel dicembre 2018 a Porto Santo Stefano (Gr), sono state trovate positive al batterio ginestre, mirtifogli, mandorli, calicotome, un rosmarino, una lavanda, un cisto, e un eleagno.

 

Invece nel Lazio, tra Montalto di Castro e Canino, a gennaio del 2022 ad essere trovato infetto è stato un mandorlo.

 

E non bisogna pensare che il batterio attacchi solo piante arboree e arbustive, infatti tra le possibili piante ospiti ci sono anche piante erbacee, come il trifoglio, l'amaranto e il chenopodio.

 

La pericolosità della Xylella infatti sta proprio nella sua capacità di infettare molte specie di piante e quindi di avere molte possibilità di diffondersi nell'ambiente.

 

A questo si deve aggiungere la facilità di trasmissione tramite la puntura di insetti vettori, le così dette sputacchine appartenenti principalmente alla specie Philaenus spumarius, ma anche alle specie Neophilaenus campestris e Philaenus italosignus.

 

Poi, come tutte le infezioni microbiche, si può diffondere anche tramite l'uso di attrezzi contaminati o tramite il materiale di propagazione infetto.

 

Ma quale è oggi la situazione riguardo il rapporto tra la Xylella e le piante ornamentali? Come si può riconoscere? Quali sono le problematiche e gli strumenti messi in campo per affrontarle?

 

Una risposta alla prima domanda ci viene proprio dalle piante infette trovate in Toscana nel 2018. Delle 33 piante risultate positive, a parte 3 mandorli considerabili piante da frutto, tutte le altre sono piante ornamentali coltivate nei giardini della zona (i mirtifogli, il rosmarimo, la lavanda, l'eleagno) o piante spontanee usabili come ornamentali, come le ginestre, le calicotome e il cisto.

 

Ma anche in Puglia, tra le prime piante infette ritrovate tra il 2013 e il 2014, oltre agli ulivi, c'erano oleandri e piantine di pervinca.

 

Sempre al 2014 risale il caso dell'introduzione nei Paesi Bassi di 15 piante di caffè (Coffea arabica) importate per scopi ornamentali e positive al batterio, 9 provenienti dal Costa Rica e 6 dall'Honduras, poi prontamente distrutte.

 

E sembra ormai certo che anche l'epidemia di Xylella, che ha sconvolto e continua a sconvolgere la Puglia, sia stata causata dall'introduzione di piante di caffè infette importate per scopi ornamentali dalla Costa Rica. 

 

Le analisi genetiche hanno messo in evidenza che il ceppo batterico che ha infettato gli olivi pugliesi sia particolarmente simile ad un ceppo presente su piante di caffè costaricane, da cui con tutta probabilità ha iniziato a diffondersi in Salento e da lì nel resto delle zone infette della Puglia.

 

Un'ipotesi già segnalata in uno studio condotto da ricercatori del Cnr di Bari e dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, pubblicato nel 2016 sulla rivista scientifica European Journal of Plant Pathology (Loconsole et al., 2016).

 

Oggi in Puglia tra le piante ornamentali trovate positive al batterio ci sono gli oleandri, l'acacia salinga, il rosmarino, la poligala e la Dodonea viscosa.

 

Bisogna però a questo punto fare una precisazione importante. In Italia ci sono 2 ceppi di Xylella fastidiosa, ben distinti geograficamente: in tutte le zone infette della Puglia il ceppo presente sia sugli olivi che sulle altre piante infette è Xylella fastidiosa pauca ST53, mentre nei focolai trovati in Toscana e nel Lazio era presente Xylella fastidiosa multiplex ST87.

 

Vediamo allora quali sono i sintomi principali associati a questi 2 ceppi di Xylella sulle specie ornamentali.

 

Negli agrumi, che in molte zone d'Italia vengono usati anche a scopo ornamentale, la sintomatologia tipica, associata alla sottospecie Xylella fastidiosa pauca, è la clorosi variegata fogliare, simile ad una clorosi da carenza di zinco, oltre ad aree clorotiche tra le nervature, che nella pagina inferiore diventano poi lesioni di consistenza gommosa e di colore marrone chiaro.

 

In ogni caso è stato osservato che il ceppo di Xylella fastidiosa pauca ST53 presente in Puglia non è in grado di infettare gli agrumi.

 

Nelle specie forestali come querce, olmi, frassini e robinie, uno dei sintomi principali di Xylella fastidiosa pauca ST53 è la bruscatura fogliare, cioè il disseccamento dell'apice della foglia, che può poi progredire con la morte di interi germogli e rami fino al collasso dell'intera pianta. Particolarmente gravi sono i disseccamenti che si possono riscontrare su Acacia saligna.

 

Anche nella maggior parte delle ornamentali i sintomi principali di Xylella fastidiosa pauca sono le bruscature fogliari e i disseccamenti a chiazze. 

 

Sintomi particolari si hanno sugli oleandri dove le bruscature sono parallele alle nervature e sono associate poi al disseccamento di interi rami. Nei gerani invece il batterio porta al disseccamento dei germogli e nel mirto ad un ingiallimento generalizzato della pianta.

 

Il ceppo  Xylella fastidiosa multiplex ST87 trovato in Toscana e in Lazio ha mostrato tra i sintomi principali l'ingiallimento seguito a disseccamenti su mimosa, disseccamenti dei rami e di parti dell'arbusto, su calicotoma, cisto, elicriso e lavanda, bruscature fogliari su alloro e ingiallimento sul mirto.


Ma oltre a queste sintomatologie evidenti, molte tra le specie trovate positive al batterio sono risultate del tutto asintomatiche.

 

Per quanto riguarda i metodi di controllo, non essendoci fitofarmaci disponibili né altre forme di trattamento e di cura, l'unica misura che può essere messa in campo è quella della prevenzione

 

L'ultimo provvedimento normativo in ordine di tempo è il Piano di Emergenza Nazionale per il Contrasto di Xylella fastidiosa, sancito con il Decreto Ministeriale del 24 gennaio 2022 e ovviamente l'azione continua di sorveglianza che viene portata avanti dai servizi fitosanitari sia a livello nazionale che regionale che sta permettendo di monitorare in continuo la situazione sul territorio e di garantire le certificazioni sanitarie necessarie per poter continuare la commercializzazione delle piante in Italia e all'estero.

 

Per maggiori informazioni scarica la scheda sulle principali piante ornamentali attaccabili da Xylella, la scheda sui sintomi di Xylella fastidiosa pauca su ornamentali e la scheda sui sintomi di Xylella fastidiosa multiplex su ornamentali.