L'eriofide del nocciolo Phyticoptella avellanae è conosciuto come l'acaro delle gemme del nocciolo. E' presente in tutte le aree coltivate a nocciolo, per il quale costituisce una delle più pericolose avversità.
Esso colpisce esclusivamente le gemme, sia a fiore che a legno, le quali, per effetto delle punture, vanno incontro ad un processo ipertrofico con trasformazione di tutti gli elementi morfologici in squame carnose, che formano nell'insieme un corpicciolo subgloboso con diametro spesso superiore ad un centimetro.
Il ciclo si svolge in due fasi:
- endogallare: formazione delle nuove galle, che cominciano a svilupparsi all'inizio dell'estate e che raggiungono la massima dimensione verso la fine dell'inverno successivo;
- migrante: in cui gli acari fuoriescono dalle galle per trasferirsi sulle gemme in formazione, si ha un'intensa ovodeposizione (particolarmente elevata se preceduta da periodi freddi e secchi che stimolano la fertilità delle gonadi femminili) con conseguente aumento del numero degli individui che può raggiungere l'ordine delle migliaia. Questa fase prende l'avvio in concomitanza della ripresa vegetativa del nocciolo, a partire dalla seconda metà di marzo e prosegue fino a giugno. Durante questa fase, gli eriofidi abbandonano le vecchie galle e si spostano verso nuovi ricoveri, mantenendosi nelle parti ombreggiate della pianta. Le gemme colpite non danno origine né a foglie né a fiori, da cui l'elevata dannosità dell'acaro per le piante, sia in allevamento che in produzione.
La soglia di danno accettabile per le piante in allevamento (meno dell'8% di gemme gallate) è inferiore a quella accettabile per le piante in produzione (10 - 15% di gemme gallate), in quanto nella prima fase le piante devono arrivare rapidamente a formare l'impalcatura. (fonte: Agrion)
Thiopron® è il prodotto a base di zolfo puro al 57,3% pari a 825 g/L, che applicato durante la fase migratoria dell'eriofide può controllare efficacemente, in quanto la sofisticata formulazione del prodotto consente:
- un'elevata resistenza al dilavamento;
- un'elevata superficie specifica di contatto che permette un'uniforme omogenea e continua copertura degli organi vegetali trattati;
- una capacità di costante sublimazione anche a basse temperature.
La strategia di controllo prevede, secondo la durata della migrazione, da 1 a 3 applicazioni di Thiopron® (ripetute ogni 10-15 gg, in funzione delle condizioni climatiche), alla dose di 800 - 1200 mL/hL (8 - 12 L/ha), avendo cura di bagnare bene la vegetazione.
Thiopron® è inoltre inserito nella lista della banca dati dei "Prodotti fitosanitari utilizzabili in agricoltura biologica" fornita dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura.
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Fonte: Upl Italia