All’anima del bicarbonato! Se il principe Antonio de Curtis si fosse occupato di agrofarmaci, non avrebbe potuto che commentare così questo ennesimo corto circuito comunitario (non sappiamo trovare definizione più appropriata).
Cosa è successo? Che il bicarbonato di sodio, già approvato nell’Unione Europea come sostanza di base sotto l’egida dell’Agenzia ambientale danese (Danish Epa), è in corso di valutazione anche come prodotto fitosanitario (per la precisione: sostanza attiva da utilizzare per la formulazione di prodotti fitosanitari), con l’Austria in prima linea come stato relatore della sostanza.

Come hanno già fatto molti utenti, ci siamo pazientemente scaricati la monografia di valutazione preparata dall’Ages, l’agenzia Austriaca preposta alla valutazione dei prodotti fitosanitari e non solo, e abbiamo appurato che il notificante, l’impresa Biofa AG, già titolare del bicarbonato di potassio, è quello che aveva presentato ricorso al Tribunale Europeo contro l’approvazione del bicarbonato di sodio come sostanza di base, ricevendo un diniego preliminare.

Osservando gli utilizzi di entrambi i prodotti, notiamo che la sostanza di base non solo propone molte più colture rispetto al prodotto fitosanitario, ma per gli usi comuni (fungicida contro l’oidio della vite) i dosaggi previsti sono inferiori: 5 kg/ha massimo per la sostanza di base e sino a 12 per il prodotto fitosanitario. Secondo queste valutazioni la sostanza di base, fungicida per “hobby”, sarebbe quindi più efficace di quella che dovrebbe combattere l’oidio per “mestiere”!
Ma non basta: l’intervallo tra due trattamenti consecutivi è di 10 giorni per la sostanza di base e 3 giorni per il prodotto fitosanitario. Ma a pensarci bene non c’è nessuna contraddizione, almeno dal punto di vista del rispetto delle normative in vigore: la sostanza di base è una sostanza normalmente utilizzata per altri fini e non ci si aspetta che possa completamente sostituire un prodotto fitosanitario tradizionale, l’agrofarmaco invece, per poter essere autorizzato deve prima dimostrare di essere sufficientemente efficace alle dosi e modalità d’impiego proposte e poi risultare sicuro per l’uomo e l’ambiente.
Quindi mentre il bicarbonato sostanza di base si può permettere di non essere completamente efficace, il bicarbonato agrofarmaco no, e quindi deve essere utilizzato a dosi più alte e a cadenze molto più intense.

Da segnalare un fatto completamente inedito e che potrebbe far gridare al conflitto d’interessi: ci risulta sia la prima volta che un’agenzia pubblica, l’ente ambientale danese (Danish Epa), entri direttamente in campo come notificante, tenuto conto che è proprio l’istituto che per conto della Danimarca gestisce tutte le attività legate ai prodotti fitosanitari e all’uso sostenibile, mentre per quanto riguarda la sicurezza alimentare essa è in carico alla Danish veterinary and food administration. Quando ci sarà da votare per l’approvazione del bicarbonato di sodio come prodotto fitosanitario, come si comporterà? Qualora dovessero emergere problemi ambientali (tutt’altro che infrequenti nel caso di sostanze non abitualmente distribuite in campo in grandi quantità) rinuncerà a “fare la Danimarca” per coerenza con la propria scelta di sponsorizzare una sostanza di base oppure farà la cosa giusta, probabilmente condannando anche la “propria creatura”?
 

Risposte al quiz

Nell’articolo “Biocidi o sostanze di base: a volte è difficile trovare la differenza” in cui davamo conto dell’approvazione europea di alcuni principi attivi biocidi, abbiamo chiesto scherzosamente ai lettori se tra i prodotti citati citati nell’articolo (2-metilisotiazol-3(2H)-one, Fludioxonil, Estratto di Neem, Propan-1-olo e Acido L(+) lattico) ci potevano essere delle potenziali sostanze di base da utilizzare in agricoltura. Noi ne abbiamo trovate addirittura due: Propan-1-olo e Acido L(+) lattico. ITAB e Danish Epa sono avvertiti!
 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi