Queste malattie già oggi mettono a rischio l’importazione di prodotti alimentari e, considerando i cambiamenti climatici in atto, potrebbero portare in futuro a pesanti ricadute economiche anche sulle produzioni agricole in Europa.
Vite, agrumi e palme sono tra le specie a rischio contagio di queste malattie trasmesse da insetti e dovute ad alcuni batteri attualmente da quarantena nell’Unione europea. Il progetto mira ad evitarne la diffusione in Europa e a ridurne la presenza nelle aree tropicali e subtropicali, dove sono attualmente in fase epidemica.
"Queste malattie – spiega Assunta Bertaccini, docente di patologia vegetale presso il dipartimento di scienze agrarie dell’Alma Mater e coordinatrice del progetto – sono dovute alla presenza di batteri privi di parete (fitoplasmi) associati a giallumi delle palme (lethal yellowing) e della vite (yellows). Nel caso degli agrumi si tratta invece di batteri che possiedono una sottilissima parete e sono associati ad una malattia nota come huanglongbing che, partita dalle coltivazioni cinesi, è ora devastante in America".
Il progetto studierà queste malattie in aree dell’Africa (Ghana, Sudafrica e Reunion), dell’America (Messico e Cile) e in alcune zone caraibiche (Guadalupa, Giamaica e Cuba), oltre che in Spagna e in Italia. Le conoscenze e le metodologie messe a punto a livello europeo dai partner italiani e stranieri che partecipano alla ricerca, verranno sviluppate ed adattate alle situazioni epidemiche specifiche in modo da predisporre strategie basate sulla gestione integrata di queste malattie molto invasive perché trasmesse da insetti.
Queste conoscenze derivano in larga parte dalla ricerca pluridecennale svolta all’Università di Bologna. La coordinatrice del progetto, Assunta Bertaccini, è infatti fondatrice e presidente del gruppo di ricerca internazionale Ipwg - International Phytoplasmologist Working Group, nato a Bologna nel 2007, ed ha guidato fra il 2009 ed il 2013 un altro progetto internazionale con l’obiettivo di armonizzazione a livello europeo (e non solo) le strategie per ridurre l’uso di insetticidi e di conseguenza l’impatto degli insetti vettori di questi batteri.
Tropicsafe è stato finanziato nell’ambito del programma europeo Horizon2020 con circa 4 milioni di euro per una durata di quattro anni; tra gli obiettivi del progetto c’è anche la valutazione della sostenibilità economica e dell’impatto delle soluzioni che saranno messe a punto sulle diverse realtà produttive a livello locale.
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