Oltre centocinquanta produttori hanno preso parte, lo scorso primo marzo 2016, al Centro congressi di Baselga di Pinè (Tn), alla terza giornata tecnica sui piccoli frutti, organizzata dalla Fondazione Edmund Mach (Fem). L’incontro, promosso dal Centro trasferimento tecnologico, ha fatto il punto con tecnici e sperimentatori sulle principali problematiche del comparto: dalla coltivazione alla difesa.

Il convegno, moderato dal responsabile dell’Ufficio frutticoltura e piccoli frutti, Tommaso Pantezzi, ha visto intervenire il direttore generale, Sergio Menapace ed il dirigente del Centro trasferimento tecnologico, Michele Pontalti. Sono state presentate le principali sperimentazioni in corso presso la sede periferica di Vigalzano (frazione del comune di Pergine Valsugana, in provincia di Trento), dove si concentrano le attività di ricerca, sperimentazione e consulenza, svolte dalla Fondazione, nel comparto dei piccoli frutti.

Paolo Zucchi ha illustrato l’utilizzo del cocco come substrato per fragola, alternativo alla torba, mettendo a confronto diverse tipologie e gestioni agronomiche. Paolo Martinatti, invece, ha evidenziato l’attività della Fem per la valutazione delle varietà di fragola all’interno del progetto liste di orientamento varietale dei fruttiferi/gruppo fragola, promosso dal ministero delle Politiche agricole e dalle Regioni.

Successivamente, Gianluca Savini di Sant’Orsola, ha parlato delle esperienze condotte con fragole di tipo rifiorente, che in questa fase della fragolicoltura trentina sono sempre più diffuse; analizzando, in particolare, il confronto fra diverse tipologie di piante in alcuni ambienti.
Spazio poi alla gestione della deriva durante l’esecuzione dei trattamenti, con Daniel Bondesan che ha preso in esame le soluzioni da mettere in atto per impedire questo inconveniente ed ha presentato i risultati di prove di riduzione della deriva su fragola coltivata in tunnel, mediante chiusura del tunnel con telo plastico e l’impiego di reti plastiche come barriera artificiale alla deriva.

Un’intera sessione dell’incontro è stata dedicata alla Drosophila suzukii: problematica che da qualche anno affligge il settore dei piccoli frutti, e contro la quale la Fem è in prima linea. Alberto Grassi ha eseguito un’analisi della stagione appena trascorsa, molto diversa rispetto a quella del 2014, ma con osservazioni fondamentali per capire meglio la biologia e il comportamento dell’insetto. Le enormi capacità di adattamento e la propensione a climi temperati e miti, hanno fatto sì che anche quest’anno le popolazioni sviluppatesi siano state importanti.

Luciana Tavella, dell’Università di Torino, ha fatto una panoramica delle possibilità offerte dall’utilizzo dei parassitoidi per il controllo di drosofila, illustrando lo stato dell’arte sulle ricerche in corso. Valerio Rossi, dal canto suo, ha esposto le prime esperienze di utilizzo della tecnica, in prove condotte in Trentino. Si tratta di prove di laboratorio e di campo, al fine di testare l’efficacia di tre specie di nemici naturali autoctoni. Lo scopo è stato quello di verificare la fattibilità di un loro utilizzo nell’ambito di un programma di difesa integrata ed i risultati delle sperimentazioni preliminari sono stati incoraggianti.

Infine, Giampiero Ganarin, ha preso in esame l’utilizzo delle reti anti-insetto per il controllo di drosofila su lampone in coltura protetta. Da alcuni anni l’unità piccoli frutti della Fondazione sta seguendo diverse prove sperimentali che hanno portato a concludere che questa tecnica ha una buona efficacia dal punto di vista della difesa, se opportunamente realizzata e gestita anche a livello di climatizzazione.