Nei prossimi decenni come cresceranno e si svilupperanno le viti in Trentino? Nei laboratori dell'Istituto Agrario di San Michele all'Adige si prevede già il futuro, con la messa a punto di modelli matematici che simulano il 'comportamento' delle piante fino alla fine del 2100. Si è indagato, in particolare, su come la temperatura influisca sulla rapidità di crescita ed evoluzione del vitigno dello Chardonnay, che in provincia rappresenta un terzo della produzione di uva da vino.
I ricercatori del Centro ricerca e innovazione hanno messo a punto, nell'ambito del progetto Fenovitis, una serie di modelli matematici che consentono di descrivere la tempistica dello sviluppo vegetativo e riproduttivo della vite e, sulla base delle proiezioni climatiche di temperatura per il futuro, cosa cambierà in tale ciclo. L'argomento è stato trattato giovedì 18 febbraio 2010 a San Michele, nell'ambito di un seminario tenuto da Amelia Caffarra.
Come atteso, le simulazioni hanno mostrato un ulteriore anticipo previsto nello sviluppo della vite (che continua la tendenza già ben osservabile), e che tuttavia non è omogeneo, manifestandosi più chiaramente nelle aree montane rispetto a quelle di fondovalle, e per le fasi estive più che per quelle primaverili. Le simulazioni, condotte fino alla fine del 2100, indicano che, ai tassi di riscaldamento attesi, alcune zone intorno ai 1000 metri di quota potrebbero ricadere in una fascia climatica idonea per la viticoltura dalla seconda metà del secolo. Nei prossimi 20-30 anni tuttavia non è previsto un riscaldamento di entità tale da impattare fortemente sul ciclo fenologico della vite.
Il progetto Fenovitis è stato finanziato dalla Fondazione Caritro e il suo nome deriva da 'fenologia', cioè lo studio della ciclicità biologica degli organismi viventi, ed in particolare delle piante. Etimologicamente (dal greco) significa: "studio di ciò che (della pianta) appare". E' una disciplina di particolare attualità per le sue applicazioni nella simulazione degli effetti del cambiamento climatico.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Istituto agrario S. Michele all'Adige - Fondazione Edmund Mach