I biocarburanti derivanti dai residui del mais, quando utilizzati, emetterebbero nel breve termine più gas nocivi di quanto non facciano i carburanti tradizionali. E' quanto dimostrano, come si legge su Rinnovabili.it, i risultati dello studio “Biofuels from crop residue can reduce soil carbon and increase Co2 emissions”  finanziato dal Governo Obama con oltre 500 mila dollari e pubblicato sulla rivista Nature Climate Change secondo cui i biofuel derivati dai residui del mais rilascerebbero il 7% in più dei gas serra nei primi anni di utilizzo se confrontati con la benzina tradizionale.

Nonostante i biocarburanti siano migliori nel lungo periodo, lo studio rivela che incontreranno una serie di difficoltà per le future applicazioni visto che non rientreranno nella classificazione di carburanti rinnovabili secondo quanto definito dalla legge sull’Energia del 2007.
Subito criticata la ricerca è stata accusata dai funzionari dell’industria e dell’amministrazione di aver condotto un’analisi troppo semplicistica che ha tenuto conto soprattutto di quanto rilasciato dal terreno e di quanto prodotto per lo spostamento dei residui quali steli e foglie dai campi, volume di emissioni che varia notevolmente da contesto a contesto.

Per queste ragioni è stato chiesto al governo Obama di trovare al più presto un’alternativa green alle fonti fossili e a questo punto anche ai biofuel derivanti dagli scarti del mais per rallentare la salita della temperatura globale e limitare i danni causati dal cambiamento climatico innescato dall’aumento della concentrazione di gas serra nell’atmosfera.