La loro ricerca ha consentito di localizzare nel genoma della vite un gene di resistenza alla peronospora, originariamente presente in una vite di origine asiatica. Ciò ha permesso una selezione più efficace e mirata nella costituzione di nuove varietà di vite resistenti alle malattie funginee, come quelle recentemente rilasciate da Ateneo e Iga. La scoperta è stata resa possibile grazie anche dall’applicazione di moderne tecnologie di sequenziamento di Dna a supporto della selezione di nuovi vitigni, generati mediante metodi naturali di incrocio tra varietà già esistenti. Il lavoro, infatti, come spiega la motivazione, "individua marcatori molecolari per un importante gene di resistenza alla peronospora, consentendo una selezione più efficace e mirata per il breeding".
I vincitori a pari merito del riconoscimento, guidati da Attilio Scienza (Università statale di Milano), sono Barbara Sara Biagini, Gabriella De Lorenzis, Serena Imazio e Osvaldo Failla, per il lavoro “Italian wild grapevine (Vitis vinifera L. subsp. Sylvestris).
L’edizione 2015 del premio “Antico fattore” era destinata alle attività riguardanti la viticoltura e l’enologia. L’iniziativa è infatti dedicata ad anni alterni ai settori viticolo e a quello olivicolo che abbiano apportato nuove e utili acquisizioni conoscitive e scientifico-tecnologiche.
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