Sono due i momenti identificati dallo studio che sono stati evolutivamente molto importanti per lo sviluppo del kiwi e sono avvenuti ventisette e ottanta milioni di anni fa: "Si tratta di due recenti eventi di duplicazione dell'intero genoma", hanno detto i ricercatori. Quando i geni si duplicano, le copie extra possono mutarsi per eseguire funzioni completamente nuove, non presenti precedentemente nell'organismo.
Il processo, chiamato neofunzionalizzazione, può verificarsi senza effetti negativi nelle piante e nel caso del kiwi è stato persino vantaggioso. "La duplicazione ha contribuito ad aggiungere caratteristiche genetiche che sono coinvolte nella regolazione di importanti tratti del kiwi, come il carico di vitamina C", hanno spiegato i ricercatori. Dalle analisi, circa ottomila geni sono risultati comuni ad altre specie, tra cui riso, patate, pomodori e uva.
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Fonte: Agi