Il sorgo viene utilizzato per l’alimentazione (come grano e sorgo in sciroppo o melassa), foraggio, per la produzione di bevande alcoliche, e biocarburanti.
Il sorgo è attualmente coltivato in Italia su una superficie di circa 37.000 ettari. Emilia Romagna, Toscana e Marche sono le regioni dove copre le maggiori estensioni rispettivamente con 23.000, 3.200 e 3.200 ettari coltivati (Istat 2012). Anche Lombardia e Piemonte hanno significative superfici investite a sorgo. Abbiamo quindi un quadro che disegna una coltura prevalentemente collocata al Centro-Nord Italia. Eppure il sorgo è una coltura con alte esigenze termiche e molto efficiente nell’uso dell’acqua, quindi una candidata ideale per le regioni del Sud Italia.
Al fine di esplorare le possibilità di adattamento del sorgo in Italia, ovviamente irrigato a goccia e sulla base delle ottime indicazioni emerse dalla coltura del mais con questa tecnica irrigua, Netafim ha iniziato una fitta collaborazione con il mondo della ricerca. Negli ultimi due anni si è analizzato principalmente, a seconda di diversi livelli di restituzione idrica, la risposta produttiva del sorgo da biomassa. La necessità è emersa dal settore delle bioenergie, che cerca una coltura alternativa al mais o una coltura di riferimento capace di adattarsi anche ad aree con minore disponibilità idrica.
La tecnica irrigua più adatta è la micro irrigazione a goccia la quale permette, grazie all’accurata uniformità di distribuzione, di regolare il regime irriguo con un’efficienza di distribuzione superiore al 90%.
Nel corso del 2012 le prove condotte sono state molto interessanti così come i risultati ottenuti. Obiettivo della ricerca è stato quello di valutare le risposte di due varietà di sorgo da biomassa, adatto per la produzione di biogas, irrigato a goccia in condizioni climatiche mediterranee e gestito come secondo raccolto. Inoltre la prova ha interessato diversi livelli di approvvigionamento idrico, forniti dal sistema d’irrigazione a goccia, comparato con tesi in asciutto. Altra variabile inserita è stata la distanza tra le file, mantenendo la stessa densità di popolazione per unità di superficie: single row (ovvero fila singola) a 50 cm e double row (ovvero file binate) distanti 20 cm e a 80 cm una bina dall’altra (immagine 1).
Schema di semina e di posa dell'ala gocciolante
L’ala gocciolante Netafim Streamline (diametro 16, passo 30 cm e portata 1 litro/ora) è stata messa ogni due file, nel sorgo seminato a 50 cm fila singola e nel mezzo della fila binata. In questo modo in entrambi i casi le ali gocciolanti risultano a 1 metro di distanza mantenendo il medesimo investimento ad ettaro in materiale di irrigazione. La filtrazione utilizzata è a dischi manuale. La prova, condotta presso il Centro interdipartimentale di ricerca agro-ambientale dell’Università di Pisa, dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (Istituto di scienze della vita) è stata condotta con tutte le specifiche relative all’ambito della ricerca universitaria (pubblicata nel corso del 2013).
I risultati ottenuti ci dicono che il sistema a doppia fila (double row) ha dato circa 170 q/ha, quasi il 20% maggiore della resa del sistema a singola fila (circa 140 q/ha). Per quanto riguarda il fattore d’irrigazione, come potrebbe essere ipotizzabile, incrementando le dosi di approvvigionamento idrico ne è conseguito un aumento della resa rispetto alla tesi non irrigata. Il calcolo del fabbisogno idrico è stato elaborato sulla base dell’evapotraspirato dell’area di prova. Ricordiamo che l’evapotraspirato potenziale (Et0) rappresenta la quantità d’acqua (espressa in millimetri) dispersa per azione degli eventi climatici (temperatura, radiazione, umidità relativa, vento) che va messa in relazione all’azione di assorbimento radicale per permettere alla pianta la propria traspirazione.
Nelle prove sono stati applicati diversi regimi di irrigazione: asciutto 0%, 50% dell’Et0, 100% dell’Et0 e 150% dell’Et0. Nei due regimi d’irrigazione estremi, cioè 0 e 150 % ET0 la differenza di produzione è, come ovvio, molto ampia: il prodotto è stato di 133 e 178 q/ha, rispettivamente, dando così un aumento netto produttività di biomassa di 34% tra asciutto e fortemente irrigato.
La tesi al 50% dell'Et0 e quella al 100% hanno avuto rese simili vicine a 157 q/ha. Questo significa che, fatti debiti calcoli di quelle che sono le produzioni attese, un apporto al 50% dell’Etp è sufficiente per ottenere produzioni, ricordiamo che siamo in secondo raccolto, molto alte. In poche parole, rispetto a una valutazione di pienamente irrigato (100%) possiamo ottenere la stessa produzione con la metà dell’acqua.
Alla luce dei risultati un incremento di resa calcolato di circa 30 kg/ha per ogni punto percentuale di ET0 restituito. Dai risultati del 2012 emerge una prima importante indicazione cioè che la fila doppia e il regime irriguo del 50% sono la base di una tecnica adatta al sorgo per iniziare ad esplorare areali mediterranei da Nord a Sud. Bisogna considerare che ci sono notevoli margini di miglioramento che sono legati, per esempio, alla fertirrigazione o al doppio taglio della coltura durante la stagione, che andrebbero ad incrementare la resa per unità di superficie, parametro questo fondamentale per le aziende che operano nel settore della produzione di biogas.
Netafim, già azienda pioniere nelle bioenergie con le tecniche a goccia su mais, pioppo, miscanto, ecc. esprime la propria visione nell’affermare che è possibile ottenere di più usando meno risorse (o usando al meglio quelle che si hanno a disposizione), in un ottica razionale e redditizia per le aziende con cui collabora avvalendosi della preziosa esperienza dei ricercatori italiani dei più prestigiosi atenei.
Dati elaborati da:
N. Roncucci, C. Tozzini, F. Triana, F. Taccini & G. Ragaglini. Suitability of Energy Sorghum Varieties to Drip Irrigation in Central Italy. (2013) SSUP
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: Netafim