Sembrano lontane anni luce e quasi irreali, le cifre dei 'favolosi anni 80' quando le "venti mila unità" rappresentavano un terzo delle vendite annuali di trattori sul mercato Italia.

La visione pessimistica dell'estate 2012, che lasciava poche speranze di sfiorare quota venti mila trattrici immatricolate, che non veniva 'profanata' dal lontano 1954, viene confermata dai dati recentemente diffusi.


Mercato Italia

Sono 19.343 le trattrici immatricolate nel 2012. Il calo in termini percentuali sul 2011 è del 17,4 per cento per le trattrici, del 5.4 per cento per le mietitrebbiatrici che si fermano a quota 389 unità, del 26.3 per cento per le trattrici con pianale di carico - sono state 1135 le unità vendute nel 2012 -, e del 12 per cento per i rimorchi

A livello regionale, il calo più forte delle vendite di trattori si registra in Abruzzo, meno 37 per cento, seguito dalla Puglia e dall'Emilia Romagna, dove però sono state forti le problematiche territoriali e, comunque, i volumi hanno superato le due mila unità nel 2011 e si sono fermati a 1712 unità per quest'anno.
Il contraccolpo minore in termini percentuali sui dati di vendita si registra, invece, in Basilicata e Sicilia dove il dato è addirittura positivo (rispettivamente 311 unità nel 2012 contro le 248 del 2011 e 1388 unità contro le 1249 del 2011).
6.7 i punti di flessione in Veneto dove le immatricolazioni sono state 2463 nel 2012; mentre ha accusato molto la Lombardia con un calo di 25 punti percentuali che ha significato 651 macchine in meno sul 2011 lasciando fermo il dato del 2012 a 1949 unità. (Fonte dati Federunacoma - Ministero dei Trasporti).

L'elaborazione pubblicata da Unacma, relativamente alla suddivisione in percentuale del mercato nazionale - 2011 su 2012 - per i principali brand delle case costruttrici di trattori, regala un quadro interessante.

Se la passa davvero bene solo New Holland che non solo mantiene la fetta di mercato più alta ma è addirittura in crescita e va a conquistare una quota prossima al 25 per cento del totale.

Seguono Same che con il 10 punti percentuali circa riconquista il secondo posto scavalcando l'americana John DeereLandini, Antonio Carraro, GoldoniBcs.

A metà classifica, con una penetrazione inferiore al 5 per cento, trovano posto nell'ordine, LamborghiniFendtDeutz FahrClaas, Massey FergusonKubota e Case IH. Chiudono l'elenco ValpadanaMcCormickValtraSteyr e Challenger.



Italia vs Europa, disastro annunciato

Non si tratta di dati inaspettati ma semplicemente della conferma di quanto già noto da tempo a tutto il comparto.
Dal 2005 le vendite vivono una situazione di costante contrazione imputabile a diversi fattori aggravati dalla recessione che ha investito l'Europa e L'italia. Una serie di fattori il cui collante è la crisi economica che però, evidentemente, l'Italia sta scontando più pesantemente di altri distretti geografici interni alla comunità europea.

Il dato europeo, infatti, con buona probabilità riconfermerà il risultato positivo dello scorso anno a cui hanno concorso paesi caratterizzati da un sistema agricolo comparabile a quello italiano come la Francia che tiene botta con un saldo positivo di 12 punti percentuali e la Germania con 0.8 punti di attivo registrati a fine dicembre su un 2011 strepitoso.

Gioca un pesante ruolo nella definizione dello stato d'emergenza, la mancanza di strumenti specifici d'incentivazione che si limitano ai Piani di sviluppo rurale, sottoutilizzati e non poi così tagliati addosso alla meccanica agricola.

"Questi livelli di mercato - commenta il presidente FederUnacoma Massimo Goldoni -, indeboliscono il sistema agricolo proprio quando l’economia primaria è chiamata a competere sui mercati internazionali". Subiscono più di tutti la crisi, come sottolineato da Goldoni, le imprese che operano sul mercato interno e che non possono accedere al polmone delle esportazioni, in crescita, grazie al quale l’industria italiana riesce a mantenere buoni livelli produttivi. 

In quanto a soluzioni, scartando l'ipotesi che la recente obbligatorietà della revisione per le macchine agricole ad opera del Decreto sviluppo possa dare una sferzata verso l'alto alle vendite, perchè come giustamente sostiene Sandro Liberatori direttore di Enama intervistato da Agronotizie proprio sulla questione, "con una norma non entrano più soldi in circolazione"; Goldoni lancia il grido di battaglia annunciando che, superata la fase di insediamento del nuovo e prossimo Governo, la Federazione porterà avanti una strategia d'attacco già elaborata e volta ad inserire nella nuova agenda politica un piano specifico per il settore.