Quarantadue pagine, quattro capitoli ("I giovani agricoltori al centro della futura Pac. Un'agenda per la competitività dell'agricoltura. Un'architettura verde reinventata. Un contratto sociale e territoriale"), la volontà di chiedere "una Pac più ambiziosa, finanziata e incentrata sui giovani, in grado di attrarre le nuove generazioni e di realizzare gli obiettivi economici, ambientali e sociali dell'Ue per l'agricoltura". Guai a chi dice che i giovani non hanno più sogni e nemmeno più voglia di impegnarsi.

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Un "position paper", due anni di lavoro

Nel "position paper" del Ceja, il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori, che comprende trentatré organizzazioni di young farmer da ventidue Paesi (compreso il Regno Unito, che nel dossier trova spazio per le politiche deludenti post Brexit), per un totale di 2 milioni di agricoltori, si può leggere il frutto di due anni di lavoro, di riunioni, di scambi e riflessioni dei protagonisti dell'agricoltura di oggi e, ancora di più, di domani.

 

Numeri preoccupanti

Sempre restando nel tema dei numeri, il Ceja invita a riflettere sullo scenario europeo. Con il 6,5% di agricoltori di età inferiore ai trentacinque anni nel 2020, l'11,9% di età inferiore ai quaranta anni e il 33,2% di età superiore ai sessantacinque anni (Eurostat, 2022), l'agricoltura dell'Ue sta invecchiando in modo persistente, con tutte le conseguenze che ciò comporta per il dinamismo dei territori rurali, l'attuazione degli obiettivi di sostenibilità - tra cui l'azione per il clima e la mitigazione - e la capacità di produrre cibo preservando l'identità delle nostre regioni e dei nostri paesaggi, scrive il Ceja. "Nel 2020, l'età media degli agricoltori dell'Ue era di cinquantasette anni. Il ricambio generazionale rappresenta una sfida per l'agricoltura, ma anche per la società nel suo complesso".

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La Pac di domani

Ma come dovrebbe essere la Pac post 2027, nel settennato 2028-2034, per offrire opportunità concrete ai giovani e superare gli ostacoli ormai storicizzati nella loro granitica fissità (e che, comunque, il Ceja rimarca: difficoltà di accesso alla terra fra scarsa disponibilità e prezzi elevati; complessità di accesso al credito e agli investimenti; programmi educativi e di formazione inadeguati; basso reddito e maggiori rischi dovuti ai cambiamenti climatici e all'emergere di nuovi parassiti e malattie; mercati altamente volatili e imprevedibili; squilibri intergenerazionali; barriere culturali e sociali impediscono ai giovani agricoltori di assumere ruoli dirigenziali in tempi sufficientemente rapidi, anche all'interno delle aziende agricole familiari, a causa di mentalità contrastanti)? (Guarda il reel che abbiamo realizzato sul tema sulla base del secondo rapporto biennale "Giovani e Agricoltura", realizzato nell'ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale).

 

Il documento, particolarmente dettagliato, nel quale si percepisce tutto lo sforzo di fare sintesi delle riflessioni comuni, senza peraltro trascurare quel particolarismo necessario a sottolineare che l'Unione Europea deve fare i conti con diverse agricolture e ventisette Stati membri, si apre con la richiesta di ridefinire l'assetto stesso della Politica Agricola Comune.

 

"La prossima Pac dovrà chiarire la sua struttura. Il Ceja sarebbe aperto alla creazione di un Terzo pilastro con un fondo dedicato alle misure ambientali e climatiche, cofinanziato dagli Stati membri. In questa architettura, i giovani agricoltori devono essere riconosciuti con una maggiore entità di bilancio". Al centro dell'impianto Pac, ovviamente, c'è il ricambio generazionale, che per l'organizzazione guidata dall'olandese Peter Meedendorp (tra i vice anche l'italiano Matteo Pagliarani) deve essere "la priorità politica primaria".

 

Una Pac, per il Ceja, che sia "più ambiziosa, finanziata e incentrata sui giovani, in grado di attrarre le nuove generazioni e di realizzare gli obiettivi economici, ambientali e sociali dell'Ue per l'agricoltura".

 

Fra le valutazioni suggerite ai decisori della Pac, la richiesta di "aumentare i finanziamenti per il ricambio generazionale a 30 miliardi di euro nel periodo 2028-2034 (corrispondenti al 10% degli attuali pagamenti diretti); sbloccare, migliorare e promuovere gli strumenti della Pac esistenti per i giovani agricoltori, con una migliore adozione da parte degli Stati membri, flessibilità nei piani aziendali, pagamenti più rapidi e un maggiore sostegno per i sistemi di produzione complessi; introdurre una 'cassetta degli attrezzi per il ricambio generazionale' con specifici servizi di mediazione, programmi di successione agricola, diagnosi climatiche, supporto alla digitalizzazione e una migliore interazione con le iniziative nazionali e regionali; finanziare e sostenere un ecosistema più ampio incentrato sui giovani agricoltori, attraverso le organizzazioni dei giovani agricoltori, la duplicazione delle migliori pratiche tra gli Stati membri, la strategia sul ricambio generazionale e l'Osservatorio Ue sui terreni agricoli".

 

Gli agricoltori attivi

Imprescindibile garantire da parte dell'Ue che i fondi comunitari siano effettivamente indirizzati agli agricoltori attivi. Il documento non lascia dubbi interpretativi su chi siano i soggetti da individuare come agricoltori attivi, e cioè, "coloro che cumulativamente si assumono la responsabilità finanziaria e organizzativa della gestione dell'azienda agricola e della produzione; generano reddito dall'agricoltura, vendendo i prodotti individualmente o tramite cooperative; sono riconosciuti come tali dalla Pubblica Amministrazione, con un livello minimo di istruzione o esperienza richiesto; forniscono beni o servizi pubblici derivanti dalla loro attività agricola; non percepiscono una pensione". Una definizione che, per il Ceja, nel segno dell'armonia normativa, "deve essere applicata da tutti gli Stati membri".

 

La gestione del rischio

Allo stesso tempo, il Ceja sollecita il rafforzamento degli strumenti di gestione del rischio, i fondi comuni di investimento e le riflessioni sugli strumenti anticiclici e il sostegno agli investimenti, alla regolamentazione del mercato, ai contratti agroalimentari equi e alla reciprocità negli standard commerciali. "La maggiore frequenza e intensità degli eventi avversi rende l'agricoltura sempre meno attraente per affidarsi a un sistema assicurativo completamente privato. In altre parole, alcune compagnie assicurative si rifiutano di coprire determinati rischi in agricoltura e gli agricoltori si trovano ad affrontare premi assicurativi sempre più elevati".

 

Con l'attuale Pac 2023-2027, il Ceja si rammarica della scarsa adesione degli Stati membri alla possibilità di sostenere l'adozione di strumenti di gestione del rischio, utilizzata solo da Francia e Italia. Il Ceja "invita l'Ue a rendere obbligatorio per gli Stati membri l'allineamento degli strumenti di gestione del rischio disponibili e volontario per gli agricoltori". Il tutto prevedendo l'individuazione di una metodologia che consenta ai fondi assicurativi di coprire i costi del valore aggiunto per Dop, Igp e Stg.

 

Sostenibilità e semplificazione

Disco verde anche alla questione sostenibilità, favorita dall'architettura verde della Pac, ma con qualche accortezza, come ad esempio semplificare e razionalizzare la condizionalità; evitare duplicazioni con le normative nazionali e collegarle agli aspetti economici, ambientali e sociali della futura Pac; passare a misure volontarie e incentivate (schemi ecologici, misure agroambientali e di gestione ambientale) con finanziamenti adeguati; sviluppare strumenti ibridi che combinino pagamenti basati sulla pratica e sui risultati; investire nei Sistemi di Conoscenza e Innovazione Agricola (Akis) e in tecnologie verdi.

 

In chiave di sburocratizzazione, il Ceja mette in evidenza come "il trasferimento dell'obbligo di rendicontazione alle autorità nazionali eliminerebbe inutili formalità burocratiche per gli agricoltori. Metodologie di rendicontazione innovative, basate su telerilevamento, campionamenti o modellizzazione, potrebbero semplificare il monitoraggio e la raccolta dati".

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La sostenibilità sociale

Da tenere presente anche gli aspetti legati alla sostenibilità sociale dell'agricoltura, da declinare attraverso migliori condizioni di lavoro, salute mentale e accesso ai servizi nelle aree rurali, pur senza dimenticare che "la previdenza sociale rimane di competenza degli Stati membri e dovrebbe essere complementare agli sforzi della Pac".

 

Fondamentale, poi, operare anche in chiave di attenzione complessiva al contesto, favorendo il "mantenimento di altre professioni rurali, che alcune di esse sono direttamente necessarie per l'attività agricola (come, ad esempio, i servizi veterinari)".


Il logo del progetto CAP4AgroInnovation - Agrifood Edition

 

CAP4AgroInnovation - Agrifood Edition è il nuovo progetto di Image Line®, cofinanziato dall'Unione Europea, al fine di informare i cittadini sulla Politica Agricola Comune.

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