Gli Stati Uniti ci copiano sul biologico? A leggere fra le righe del programma presentato nei giorni scorsi dal segretario all'Agricoltura, Tom Vilsack, viene da pensare che a ispirare il Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) sia stata la Commissione Ue e i progetti (o le velleità o, ancora, i sogni, a seconda del grado di disillusione) di transizione ecologica.
È stato proprio il segretario Tom Vilsack ad annunciare investimenti per 300 milioni di dollari con l'obiettivo di rilanciare il mercato del bio, semplificare il sistema di certificazione e agevolare flussi di reddito per agricoltori e produttori, creando allo stesso tempo una sorta di tutoraggio di produttori esperti per insegnare ai farmer interessati di avventurarsi nel segmento organic (un'esperienza analoga fu prevista nella Politica Agricola Comune con quella sorta di affiancamento spirituale-educativo fra gli agricoltori senior e i giovani, ma senza alcun successo), un sistema di assicurazione più forte e stimolando l'export e l'offerta, dal momento che - secondo il segretario Vilsack - la domanda ci sarebbe, in particolare per l'ortofrutta.
In una nota Vilsack ha spiegato che attraverso una iniziativa multifase (si parla di tre step successivi e coordinati fra loro, tra cui un programma di transizione al partenariato biologico, assistenza diretta agli agricoltori e supporto allo sviluppo del mercato individuato nel biologico) e multi agenzia, il Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti sta ampliando il supporto agli agricoltori biologici per aiutarli in ogni fase della loro transizione, mentre lavorano per diventare mercati certificati e sicuri per i loro prodotti.
Ed ecco un altro elemento da cui probabilmente l'Usda ha tratto ispirazione dal modello europeo: l'attenzione ai sistemi alimentari locali e regionali, creando una maggiore capacità di lavorazione, la tendenza all'export e il sostegno al bio, accanto a un nuovo progetto - che verrà con ogni probabilità lanciato a settembre - dedicato ai prodotti agricoli smart nei confronti dell'ambiente o climate friendly.
Certo è che, quando si parla di biologico, e quello americano è uno dei mercati più dinamici e più importanti a livello mondiale, il primo obiettivo degli Stati Uniti è quello di allargare la platea dei produttori, assicurare maggiori opportunità di mercato nello spazio biologico e ridurre il costo della certificazione. "Abbiamo lanciato un programma di certificazione biologica e di condivisione dei costi di transizione che ha fornito assistenza finanziaria con riferimento al costo della certificazione e ai costi di ispezione e pianificazione della precertificazione" ha ricordato Vilsack. "Abbiamo stanziato circa 20 milioni di dollari e ad oggi ne hanno beneficiato 7.383 produttori biologici".
Con la logica di "tutoraggio e assistenza", così da trasferire conoscenze e knowhow da agricoltori biologici già esperti alle nuove leve, il programma dell'Usda ha previsto di sviluppare sei ambiti regionali in cui vengono create reti di partenariato con organizzazioni locali affidabili, che forniranno la formazione, l'istruzione e la sensibilizzazione e che consentiranno di definire un programma di tutoraggio per i nuovi e principianti agricoltori nello spazio.
L'assistenza tecnica sarà garantita anche tramite i canali online, grazie a un Centro di risorse per l'assistenza nel settore del biologico messo in piedi dall'Usda, così che le persone possano attingere informazioni utili, quando necessario. A tale scopo saranno destinati circa 100 milioni di dollari sui 300 totali stanziati.
Altri 25 milioni di dollari saranno messi a disposizione per garantire l'assistenza assicurativa sul fronte del raccolto, mentre altri 75 milioni di dollari saranno stanziati per migliorare i parametri degli standard assicurativi (70 milioni) e per finanziare gli esperti nei vari centri degli Usa e un coordinatore per ricerca e sviluppo nell'ambito dell'assicurazione (5 milioni).
Il ruolo dell'agricoltura biologica è considerato cruciale - anche qui stessa posizione di quella Ue - nella lotta ai cambiamenti climatici. Tuttavia, secondo il Servizio Nazionale di Statistica Agricola dell'Usda, il numero di aziende agricole biologiche non certificate che passano attivamente alla produzione biologica è diminuito di quasi il 71% dal 2008, molto probabilmente per la complessità burocratica e i costi di certificazione, che proprio questo programma vuole semplificare.
L'iniziativa di transizione organica, secondo il segretario americano Vilsack, è in ultima analisi un riconoscimento che c'è domanda verso il biologico e che vi sono le opportunità per creare un mercato migliore, attraverso una proposta di valore più elevato per i produttori che desiderano partecipare. Strumenti e aiuti che dovrebbero rafforzare il mercato e incoraggiare una maggiore partecipazione dei consumatori.