La siccità in Italia si aggrava di giorno in giorno, intanto la crisi di Governo sopraggiunta in queste ore rallenta l'attività dell'esecutivo nell'affrontare quella che appare sempre di più come una crisi idrica senza precedenti per il Paese. Il 13 luglio scorso intanto il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, ha reso un'informativa alla Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica sullo stato di crisi causato dalla siccità. Traccia un quadro completo sul da farsi: anche se vago sul contenuto del Decreto Legge Siccità, ancora in divenire, ma molto preciso sia sui dati del fenomeno siccitoso che sulla programmazione degli interventi a lungo termine.
Acqua, ruolo e funzioni del Mipaaf
Il ministro ha esordito sottolineando che è necessario non solo affrontare l'emergenza, ma anche una programmazione degli interventi a medio e lungo termine necessari a rendere i territori più resilienti alla siccità: "Ritengo sia il momento di fare e non di parlare" ha detto il ministro. Patuanelli nel ricordare le competenze del Mipaaf sulle risorse idriche irrigue sancite dalle norme del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 e tutt'ora in vigore - ovvero le opere di rilevanza nazionale "che prevedono una capacità di invaso superiore a 250mila metri cubi" è passato ad una compiuta disamina dei dati dell'emergenza.
I dati dell'emergenza
"Già a partire dal mese di gennaio erano emersi segnali di allarme per la stagione irrigua, a causa dell'assenza di significative precipitazioni invernali nel Nord Ovest d'Italia, sia sotto forma di pioggia che di neve" ha ricordato il ministro.
"I dati dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del Cnr hanno poi confermato, per il 2022, precipitazioni dimezzate rispetto alle medie del periodo, con un deficit del 47% a livello nazionale. Il valore ha raggiunto percentuali tra -50% e -60% nelle regioni del Nord Ovest" ha aggiunto.
Al fenomeno siccitoso che ha colpito tutto il bacino del Po, si accompagnano però anche temperature eccezionali: "Considerato l'intero semestre gennaio-giugno, il 2022 raggiunge il primato assoluto, con +0,76°C, rispetto alla media delle temperature del periodo 1991-2020" ha detto Patuanelli. "Una deviazione anomala - ha aggiunto - che per il Nord Italia sale addirittura a 1,07°C. Su questo aspetto, la recente tragedia della Marmolada, ancora davanti ai nostri occhi, ha lanciato un messaggio ancor più diretto ed esplicito".
E se la siccità è un fenomeno che ormai ciclicamente colpisce il Paese è anche vero altro: "Assistiamo a un processo di lento, ma inesorabile, logoramento della disponibilità idrica del nostro Paese. Ispra, pochi giorni fa, ha comunicato, a tal proposito, che il valore annuo medio di risorsa idrica disponibile per l'ultimo trentennio 1991-2020 si è ridotto del 19% rispetto a quello relativo al trentennio 1921-1950". E per il futuro la riduzione di disponibilità idrica per il Paese stimata da Ispra va dal 10 al 40%, con ricadute pesanti per l'agricoltura, a cominciare dal settore ortofrutticolo. I consorzi di bonifica e le aziende agricole non a caso si sono trovati in una situazione precaria sin da marzo 2022.
"La penuria idrica del bacino del più importante fiume d'Italia, il Po, sta interessando oltre un terzo della produzione agricola nazionale - ha affermato il ministro - stiamo parlando delle coltivazioni di frutta, verdura, pomodoro e cereali (in particolare mais e riso), oltre agli allevamenti presenti nella Pianura Padana. La carenza di acqua ha anche ridotto le rese delle coltivazioni seminate nell'autunno scorso quali frumento, orzo e loietto".
"Occorre, inoltre, evidenziare che la crisi idrica è intervenuta in un contesto economico estremamente critico - ha infine sottolineato Patuanelli - con le aziende già provate dai pesanti incrementi dei costi produttivi derivanti dal conflitto in Ucraina: energia, fertilizzanti, mangimi, gasolio, sementi, prodotti fitosanitari".
L'intervento del Governo per affrontare la crisi
Il ministro Patuanelli a questo punto ha ricordato come nel Consiglio di Ministri del 4 luglio 2022 è stata deliberata la dichiarazione dello stato di emergenza, fino al 31 dicembre 2022, per Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto. "Lo stato di emergenza potrebbe prossimamente essere esteso anche ad altre regioni che hanno già presentato o stanno presentando richiesta, tra cui Lazio, Umbria, Liguria e Toscana - ha sottolineato. Sul commissario per gli interventi sulla siccità descritto nella bozza di Decreto Legge, Patuanelli sostiene che la struttura commissariale dovrebbe essere individuata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per essere realmente in grado di coordinare gli interventi.
Patuanelli, nello specifico, ha affermato: "Nell'ambito del decreto legge siccità proporrò, quindi, l'introduzione di norme volte a rafforzare le strutture dei singoli ministeri preposte alla gestione degli interventi del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza sul tema idrico, nonché ad istituire un Fondo destinato a finanziare la fase di progettazione delle infrastrutture irrigue del Paese".
Il ministro Patuanelli nel ricordare la necessità di rifinanziare il Fondo di Solidarietà Nazionale, che oggi ha una dotazione di 13 milioni di euro, ha sottolineato come tale cifra sia "assolutamente insufficiente al fine indennizzare le aziende agricole che, all'insorgere dell'emergenza, non beneficiavano della copertura recata da polizze assicurative a fronte del rischio siccità. Si tratta di un intervento necessario in questo quadro emergenziale e tenuto conto dell'attuale sistema nazionale di gestione del rischio in agricoltura, ancora fortemente basato sugli interventi ex post".
Patuanelli ha poi insistito sulla necessità di interventi strutturali in Italia sulle infrastrutture idriche tutte, e che tra le misure necessarie trovano posto l'aumento della capacità di stoccaggio, il rinnovo delle reti e la promozione di un utilizzo razionale della risorsa in agricoltura mediante le tecnologie 4.0.
Gli interventi sul sistema idrico da parte del Mipaaf
Il ministro Patuanelli ha ricordato come "Nel complesso, nel periodo 2018-2022, sono stati investiti circa 1,24 miliardi di euro per il finanziamento di 169 progetti irrigui in capo a 135 beneficiari, mediante il Programma di Sviluppo Rurale Nazionale, il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione e il Fondo per il Rilancio dello Sviluppo Infrastrutturale del Paese".
Inoltre il ministro ha ricordato come attualmente l'attuazione della strategia di efficientamento del sistema irriguo "è sostenuta anche grazie alle ulteriori risorse messe a disposizione dal Pnrr. Nell'ambito della Componente M2C4 'Tutela del territorio e del patrimonio idrico', l'investimento 4.3 'Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche' gode di una dotazione di 880 milioni di euro, di cui 520 milioni per progetti nuovi e 360 per progetti già avviati con risorse nazionali". Per l'attuazione degli interventi è stata prevista una timeline molto stringente per poter garantire l'appalto dei lavori entro il 2023 e la loro realizzazione entro il 2026.
"Inoltre, per le opere irrigue il Mipaaf dispone di ulteriori 440 milioni di euro, stanziati dalla Legge di Bilancio 2020 sugli anni dal 2022 al 2027" ha aggiunto il ministro Patuanelli sottolineando come "Complessivamente, dal 2018, circa 2,2 miliardi di euro di fondi nazionali ed europei sono già stati assegnati o stanno per essere assegnati dal Mipaaf per interventi sulle infrastrutture irrigue collettive per l'ammodernamento ed efficientamento del servizio".
"L'emergenza idrica in corso dimostra la necessità di ulteriori investimenti per i prossimi anni, con particolare attenzione al potenziamento delle infrastrutture di stoccaggio e valutando il ricorso a fonti idriche non convenzionali (come il riutilizzo di acque reflue) - ha ancora detto Patuanelli, sottolineando come tali indirizzi siano "In linea con quanto proposto da Anbi, Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica e Irrigazione". E ancora: "È importante anche incentivare la creazione di opere di accumulo di media entità e a carattere interaziendale, che possono svolgere molteplici funzioni anche ambientali e ricreative sul territorio, oltre che autosostenersi dal punto di vista energetico integrando opere di produzione da fonti rinnovabili".
Altro tema fondamentale secondo il ministro e sul quale sarebbe stato già fatto molto, sono gli incentivi all'adozione da parte degli agricoltori di tecnologie di "agricoltura di precisione, penso al pacchetto 4.0 che dalla Legge di Bilancio del 2019 per il 2020 vede gli agricoltori nella disponibilità e possibilità di accedere al credito di imposta legato al pacchetto 4.0 che consente di intervenire con strumenti che a loro volta consentono un grande risparmio idrico, fino al 75% per alcune colture".
Infine il ministro ha ricordato come all'interno del Pnrr e nei Piani di Sviluppo Rurale della nuova programmazione Pac vi sono forti elementi sia di accompagnamento all'innovazione in agricoltura che di formazione del personale "che potrà utilizzare quelle tecniche anche in ordine alla possibilità risorsa idrica che in questo momento è assolutamente necessario".
Il finale dell'intervento del ministro è stato poi dedicato ai fondi di mutualizzazione e alle scelte da farsi in tema di polizze assicurative, già tratto altrove da AgroNotizie.