Il suolo lunare, chiamato regolite, è completamente diverso rispetto a quello terrestre sia nella composizione chimica sia come struttura fisica. Si tratta di un terreno polveroso, in cui i minerali più abbondanti sono l'olivina, il pirosseno e il plagioclasio. Un terreno che fino a poco tempo fa nessuno sapeva se sarebbe stato adatto ad ospitare la vita.


Ricercatori dell'Università della Florida hanno dunque condotto un esperimento utilizzando dei campioni raccolti sulla superficie lunare dalle missioni spaziali Apollo 11, 12 e 17, sui quali hanno provato a far crescere Arabidopsis thaliana, la pianta modello usata per ogni sperimentazione in ambito di genetica delle piante.

 

Coltivare la Luna? Si può fare

I ricercatori hanno predisposto diversi campioni di suolo lunare affiancati da testimoni di suolo terrestre e hanno provato a seminare dei semi di Arabidopsis thaliana. Previo apporto di acqua, i ricercatori hanno osservato che cosa accadeva all'interno delle provette. Nel giro di pochi giorni i semi hanno germinato e sono cresciuti, anche se le piante originate dai campioni di suolo lunare sono apparse meno vigorose, con un apparato radicale meno espanso e tendente al colore rosso.


Le piante sono state poi raccolte e saranno analizzate, anche sotto il profilo genetico, per verificare le risposte degli organismi vegetali al particolare substrato di coltivazione. Saranno poi valutati altri aspetti, come ad esempio la presenza di metalli pesanti o di altre sostanze potenzialmente nocive per un equipaggio spaziale.

 

Prossima frontiera, la Luna

Il lavoro di sperimentazione portato avanti dai ricercatori statunitensi non è infatti fine a se stesso, ma ha come obiettivo quello di gettare le basi per una colonizzazione dello spazio. Con l'amministrazione Trump è infatti ripresa la corsa verso le stelle, in una gara con la Cina che a livello globale ha rimpiazzato la Russia come superpotenza rivale di Washington. I piani della Nasa sono oggi quelli di intensificare le spedizioni sulla Luna e di creare lì una base d'appoggio utile agli astronauti per future ulteriori esplorazioni, come quella di Marte.


Se oggi i rifornimenti per la stazione spaziale orbitante, che ospita una manciata di astronauti, provengono dalla Terra, in futuro una colonia lunare non potrà fare i conti su tali rifornimenti, ma dovrà invece essere autosufficiente. In quest'ottica l'obiettivo primario è quello di reperire acqua sulla Luna andandola a cercare negli strati profondi di suolo. Successivamente la risorsa idrica potrà essere utilizzata per rifornire le navicelle di idrogeno e generare ossigeno per la vita sull'avamposto lunare.

 

Ma l'acqua sarà anche fondamentale per poter coltivare il cibo di cui gli astronauti avranno bisogno all'interno di moderne serre che schermeranno le piante dai raggi ultravioletti provenienti dal sole, fornendo così parametri di crescita ottimali a livello di microclima, di luce e di nutrienti necessari.