Di più con meno acqua

L'obiettivo è quello di ridurre tra il 15 e il 20% il consumo di acqua destinato all'irrigazione. È questa l'idea del Cnr alla base del progetto "Dati", che prevede il ricorso a soluzioni tecnologiche e procedure di agricoltura digitale per ottimizzare la gestione dell'irrigazione in base alle reali esigenze delle colture.
Il progetto è spiegato sulle pagine de "Il Resto del Carlino" del 31 maggio, dal quale si apprende che saranno utilizzati sensori wireless, sistemi di monitoraggio multispettrale e termico oltre a indici vegetazionali, sia su colture annuali, come pomodoro e melone, sia perenni, in questo caso la vite.

La migliore gestione della risorsa idrica consentirà di mantenere costante il livello qualitativo delle colture e le ricerche saranno condivise con gli agricoltori.
Il progetto si trasforma così in un vero e proprio processo di formazione e di crescita professionale per degli operatori.
Questi ultimi potranno ottimizzare le strategie di irrigazione più efficaci per la propria azienda.
Per divulgare i risultati degli studi saranno organizzate giornate dimostrative che si svolgeranno nelle aziende sperimentali.
 

La scienza e la biodinamica

La penna di Enrico Bucci continua sulle pagine de "Il Foglio", del primo giugno in questo caso, a spiegare quanto poco di scientifico ci sia nei principi ispiratori dell'agricoltura biodinamica.
Per farlo prende come riferimento cosa è stato scritto a proposito della biochimica del fosforo nei vegetali da parte di un convinto sostenitore dell'agricoltura biodinamica. Una "massa informe di sciocchezze", questo il giudizio finale.
Si parla infatti di "fissità" come proprietà di un elemento chimico, "croci minerali" e braccia equinoziali, reazioni nucleari di trasmutazione che avverrebbero in organismi biologici.

Ecco la conclusione alla quale giunge Bucci, che riporto testualmente in quanto capace di riassumere con efficacia l'intero argomento: "Materie come la scienza dei suoli, la biochimica, la chimica vedono i propri concetti resi parodistici dalla decisione di finanziare la ricerca biodinamica ed incrementarne l'insegnamento nelle nostre università; ma va tutto bene, certamente riusciremo a salvare l'ecosistema e la salute ammazzando la scienza".
 

I fondi del decreto "Sostegni"

"Il Sole 24 Ore" del 2 giugno, con un articolo a firma di Francesco Giuseppe Carucci, puntualizza alcuni aspetti relativi al contributo a fondo perduto previsto dal decreto "Sostegni bis".
Per il contributo automatico, pari a quanto già percepito in virtù del primo decreto Sostegni, non vi è praticamente nulla da fare.
Per gli agricoltori che non abbiano potuto fruire del precedente indennizzo è invece necessario prestare qualche attenzione.

I titolari di reddito agrario, si spiega nell'articolo, dovranno prendere come riferimento il volume d'affari della dichiarazione Iva relativa al 2019.
Qualche complicazione in più qualora esista un contemporaneo esercizio di attività agricola ed attività commerciale o di lavoro autonomo.
In questi casi occorre considerare la somma dei volumi d'affari.
L'articolo si conclude prendendo in esame le varie tipologie, come le società agricole diverse dalle società semplici o quella dell'imprenditore agricolo che esercita anche un'altra attività in regime forfettario.
 

Verso la transizione ecologica

Sono tre le dimensioni dello sviluppo sostenibile: economico, sociale ed ecologico.
Per raggiungere il risultato l'Onu ha dettato le linee guida definendo i diciassette obiettivi che rappresentano la cornice entro la quale agire. E purtroppo l'Italia non figura fra paesi più virtuosi.
Lo afferma Bianca Maria Sacchetti sulle pagine de "Il Foglio" del 4 maggio, ma con il Recovery Plan si può recuperare terreno, grazie ai 68 miliardi di euro che dovranno sostenere la transizione ecologica.

Strategico in questo percorso è il comparto agroalimentare, grazie allo sviluppo di una filiera sostenibile che passa attraverso il miglioramento delle prestazioni ambientali e sulla competitività delle aziende agricole.
L'articolo prosegue prendendo come esempio di questo percorso quanto sta avvenendo in Sicilia, dove alcuni esempi di innovazione virtuosa si incontrano nella produzione di uova.
In questo settore alcuni giovani imprenditori hanno scommesso su un progetto che sta dando risultati importanti e che ha come fulcro la sostenibilità dei processi produttivi e il valore etico delle scelte aziendali.
 

Farm to fork? Bocciato!

È una critica pesante quella espressa dal Dipartimento statunitense dell'agricoltura (Usda) nei confronti delle proposte della Commissione europea nell'ambito della strategia Green new deal e in particolare per il percorso denominato Farm to fork.
Secondo il parere dell'Usda, queste misure rischiano di provocare una riduzione delle produzioni agroalimentari e al contempo un innalzamento dei prezzi, con ripercussioni negative sui commerci mondiali.

È quanto si apprende da una breve nota pubblicata su "Il Sole 24 Ore" del 5 giugno, dove si spiega che le strategie europee imporrebbero una riduzione dell'uso dei terreni, dei fertilizzanti, degli antimicrobici e degli agrofarmaci.
Le conclusioni alle quali giungono gli studiosi statunitensi dicono che se questi progetti verranno attuati, entro il 2030 si avrà un calo della produzione agricola europea stimabile fra il meno 7% e il meno 12%.
Un altro elemento messo in luce da queste ricerche statunitensi evidenzia che da parte delle autorità europee non è mai stato predisposto alcun documento di analisi sull'impatto delle misure proposte.
Analisi, risponde Bruxelles, che non potranno essere pronte prima di 18 mesi, dopo cioè che saranno varati i relativi atti legislativi.
 

Il digitale e il latte

Stando alle anticipazioni di "Libero" del 6 giugno, le imprese agroalimentari italiane faticheranno a cavalcare la transizione verso le tecnologie digitali.
Lo si evince da una breve nota nella quale sono riportati gli esiti di un rapporto su questo tema, curato da una società inglese, la Forward fooding, secondo la quale le nostre aziende sono sotto finanziate.
Colpa, si afferma, di molteplici fattori fra i quali una diffusa avversione al rischio.
Così il forte patrimonio del quale gode l'agroalimentare italiano deve fare i conti con startup del settore che sono in posizione arretrata rispetto alla media europea in quanto a tecniche digitali.

Ancora su "Libero" nello stesso giorno si commenta la crescita in Germania del consumo di bevande a base vegetale che tentano di imitare il latte.
Alla produzione interna si somma la forte componente delle importazioni, che lo scorso anno è cresciuta del 50%.
Facile immaginare, anche se l'articolo non ne fa cenno, che nello stesso periodo sia diminuito il consumo di latte e forse sia aumentato quello degli integratori alimentari
"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell'agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

Nel rispetto del Diritto d'Autore, a partire dal 23 novembre 2020 non è più presente il link all'articolo recensito.

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