Il consumatore moderno è sempre più attento alla sostenibilità ambientale e sociale dei prodotti che acquista. A questo interesse si è aggiunta una maggiore consapevolezza degli imprenditori riguardo al proprio ruolo nel promuovere un mondo migliore. Per questo motivo si sono moltiplicati negli anni standard e certificazioni per misurare l'impatto che le attività aziendali hanno sulle persone e sull'ambiente.

Nel settore food c'è stato un grande proliferare di etichette, sigle e bollini che in maniera più o meno rigorosa certificano l'operato delle aziende del comparto agroalimentare e strizzano l'occhio al consumatore, cercando di accreditare l'azienda come sostenibile.
 
Tra le certificazioni oggi più rigorose e di respiro globale troviamo la B Corp (Benefit Corporation). Si tratta di una certificazione rilasciata da un ente no profit internazionale (B Lab, con sede a Wayne, in Pennsylvania), che valuta l'impatto ambientale e sociale delle imprese.

L'idea di fondo è che ogni attività imprenditoriale, oltre ad essere valutata sotto il profilo economico, debba anche essere messa sotto la lente di ingrandimento per quanto riguarda il proprio impegno nei confronti delle persone e della natura.


Sostenibilità sociale e ambientale

Per essere certificata B Corp una impresa deve dunque rispondere ad alcuni requisiti come ad esempio un approvvigionamento energetico sostenibile, una gestione dei rifiuti attenta all'ambiente, un uso dell'acqua razionale, una retribuzione giusta dei lavoratori, una tutela delle minoranze, la promozione di condizioni di lavoro dignitose e sicure, la garanzia di pari opportunità, etc.

Essere una B Corp significa dunque non guardare solo alla redditività economica, ma anche alla sostenibilità sociale e ambientale. La certificazione non ha valore legale, ma in Italia (primo Paese al mondo dopo gli Usa) è stata introdotta nel 2016 la forma giuridica di Società benefit, riconosciuta dallo Stato e che dà diritto ad alcuni benefici rispetto alle società a scopo di lucro tradizionali.

Tra le B Corp italiane nel comparto agricoltura troviamo Aboca, storica ditta toscana che produce integratori e prodotti naturali per la salute. Se invece guardiamo al comparto Food and beverage si trovano grandi multinazionali come Mellin e Danone, ma anche realtà come Panino Giusto, EuroCompany (commercio di frutta secca), Service Vending (distributori automatici), Isola Bio (bevande vegetali biologiche), Wami (acqua in bottiglia), Local to You (food delivery), Damiano (frutta secca biologica), Pasticceria Filippi e Fratelli Carli (olio d'oliva). Mentre Farmer Spa è una azienda di Porto Mantovano (Mantova) che si occupa di mangimi.

Ma ci sono anche produttori di vino come Cielo e Terra, Perlage, Casa vinicola Marcel Zanolari e Avignonesi, ultima in ordine di tempo ad essere entrata nella famiglia B Corp. Mentre anche l'associazione Slow Food Promozione ha ottenuto la certificazione nel 2019.

Nel comparto agricoltura opera anche AlgaEnergy, società biotecnologica spagnola, ma presente anche in Italia, che commercializza prodotti a base di microalghe per il settore agricolo, ma anche dell'acquacoltura, della nutrizione e della cosmetica.

Ad oggi sono quasi 4mila le aziende a livello globale certificate B Corp, sparse tra 74 Paesi e 150 industrie. Nel comparto del food sicuramente la società che ha fatto parlare di sé quando ha abbracciato la filosofia B Corp è stata Danone, multinazionale francese con sede a Parigi e attività in tutto il mondo, che in Italia è conosciuta soprattutto nel segmento latticini e in quello della prima infanzia con il marchio Mellin.