Assume un significato particolare per le regioni del Mezzogiorno d'Italia la data di oggi - 22 marzo - nella quale si celebra la Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall'Organizzazione delle Nazioni Unite sin dal 1992 come parte integrante delle direttive di Agenda 21, adottate proprio quell'anno dalla Conferenza di Rio sullo sviluppo sostenibile. Perché al Sud, il tema dato quest'anno alla Giornata mondiale dell'acqua dall'Un-Water - il valuing water, ovvero esplorare il valore ambientale, sociale e culturale che le persone attribuiscono all'acqua - fa accendere una spia rossa. Qui l'acqua e la sua gestione recentemente è diventata sempre più un elemento divisivo e foriero di conflitti, nei quali le politiche regionali stentano spesso a trovare una linea di mediazione.
 

Distretto idrografico dell'Appennino meridionale, progetti per 1.160 milioni

A fare la sintesi di tutte le necessità per i vari usi dell'acqua, dal potabile all'irriguo, senza dimenticare l'industriale, ci pensa il Distretto idrografico dell'Appennino meridionale: "Una migliore gestione delle risorse idriche è una componente essenziale per il successo della mitigazione del clima e delle strategie di adattamento - afferma Vera Corbelli, segretaria generale del Distretto -. Il miglioramento delle pratiche di gestione delle risorse idriche può contribuire ad aumentare la resistenza alle variabili climatiche, migliorare la salute degli ecosistemi e ridurre il rischio di catastrofi legate all'acqua".

Per la Corbelli, il Mezzogiorno d'Italia, che pure possiede un patrimonio infrastrutturale di grande valore, ha necessità di una buona manutenzione ed una migliore gestione: "L'inadeguatezza, ed a volte carenza, degli interventi determinano come conseguenza inevitabile un sottoutilizzo che genera criticità nella distribuzione idrica - sottolinea la Corbelli - in particolare nei periodi estivi. A tale riguardo, ed in linea con gli indirizzi della Unione europea, l'Autorità distrettuale sta lavorando a dei piani sistemici ed integrati. Piani attraverso i quali realizzare (in parte già in corso) tutti gli interventi necessari al raggiungimento degli obiettivi fissati".

"Nello specifico - conclude la Corbelli - l'Autorità distrettuale, d'intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (direzione dighe), ha predisposto interventi già finanziati di un Piano straordinario e primo piano invasi del valore di 180 milioni. Ed ha presentato al Mit, d'intesa con le Regioni, un secondo programma Piano invasi per un valore di oltre 130 milioni. Inoltre nell'ambito del Piano Recovery fund, sono state redatte proposte di interventi per un valore di oltre 850 milioni di euro.
 

Campania, c'è bisogno di cultura dell'acqua

Programmi a lungo termine, importanti e decisivi, operativi per 180 milioni su 1.160 necessari, e che riguardano tutti gli usi dell'acqua e che per forza di cose lasciano in primo piano l'emergenza di una sempre migliore gestione delle infrastrutture e delle risorse esistenti.

Non a caso Vito Busillo, presidente dell'Unione regionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue della Campania e vicepresidente nazionale, avverte: "Valuing water, il tema di oggi, spinge i consorzi di bonifica e irrigazione della Campania a lanciare un appello alle istituzioni territoriali, agli enti locali e al mondo della scuola, dell'università e della ricerca scientifica: se la società campana intende raccogliere realmente la sfida posta dai cambiamenti climatici, oggi più che mai è necessario illustrare a tutti i valori legati alle buone pratiche della gestione dell'acqua che vanno considerate in una prospettiva unitaria, dalla difesa dell'ambiente alla considerazione sociale del bene, poiché è necessario accrescere il livello di cultura generale sulla risorsa acqua come bene comune- sottolinea Busillo - altrimenti le campagne di sensibilizzazione su un uso responsabile di questa preziosa ed insostituibile risorsa continueranno ad infrangersi contro un muro di indifferenza".

Un passaggio ineludibile quello della conoscenza rispetto al quale Anbi mette a disposizione il lavoro di TerrEvolute, il think tank promosso dall'associazione nazionale dei consorzi, nato dal Festival della bonifica, e che è uno strumento aperto al mondo dell'università e dell'associazionismo, che intende prospettare possibili soluzioni a tutti i problemi di gestione della risorsa idrica.

Una cartina di tornasole sono i contratti di fiume, che pure Anbi Campania promuove nelle loro diverse declinazioni: "Sono un moderno strumento di gestione partecipata, che permette alle comunità di riprendersi il futuro del territorio in cui vivono, permettendo anche di ricercare, nell'interesse comune, il superamento di rigide contrapposizioni - sottolinea Busillo, che ricorda - ma alla base del successo dei contratti di fiume deve esserci la presa di coscienza da parte dei portatori d'interesse del reale valore della risorsa idrica, ed è questo il lavoro più impegnativo che ci attende come Anbi e con il contributo che sarà possibile attingere grazie a TerrEvolute".
 

Puglia, è necessario rivedere gli accordi transregionali

E se queste sono le preoccupazioni e le progettualità di una regione come la Campania, reduce da uno degli inverni più piovosi degli ultimi anni, ancora oggi ricca d'acqua, dalla Puglia giunge il suono di un vero e proprio allarme, ancora più duramente concreto.

Nonostante anche qui i bacini idrici siano in condizioni di sicurezza per la stagione irrigua, Coldiretti Puglia nei giorni scorsi ha chiesto agli assessori regionali all'Agricoltura Donato Pentassuglia ed alle Risorse idriche e tutela delle acque Raffaele Piemontese lo stato dell'arte delle iniziative poste in essere dalla Regione Puglia per garantire l'acqua all'agricoltura pugliese.

"È divenuto improcrastinabile che la Regione Puglia proceda, senza ulteriori rinvii, alla revisione degli accordi intervenuti con la Regione Basilicata, in merito al ristoro del danno ambientale, in considerazione dei riflessi negativi sui costi dell'irrigazione per l'utenza e sui bilanci degli stessi consorzi di bonifica e che rinegozi il costo di vettoriamento dell'acqua in favore dell'Ente irrigazione", ha affermato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, facendo riferimento al ristoro pagato dalla Puglia alla Basilicata per poter prelevare acqua dai bacini dell'Ente per l'irrigazione di Puglia Lucani e Irpinia, quasi tutti localizzati in Basilicata. "L'assenza di una organica politica di irrigazione registrata sinora in Puglia ha comportato, tra l'altro, che lo stesso costo dell'acqua - denuncia Coldiretti Puglia - sia stato e continui ad essere caratterizzato da profonde ingiustizie".

"D'altro canto, rispetto agli accordi sottoscritti tra Molise e Puglia a partire dal 1978, è necessario imprimere un'accelerata - ha detto il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni - al progetto che prevede la realizzazione di una condotta di dieci chilometri per drenare acqua dall'invaso del Liscione sul Biferno fino all'invaso di Occhito sul Fortore". Si tratta del progetto alternativo alla costruzione della seconda diga su Biferno, quella di Piano dei Limiti, cui si oppose il Molise, un'opera grande, forse troppo impattiva su un territorio fragile e senza compensazioni ambientali: ma ora l'acqua serve e bisogna ugualmente portarla in Puglia.

"Lo scenario è aggravato dai cambiamenti climatici in atto con forti criticità in relazione a continue crisi idriche - aggiunge Coldiretti Puglia - per cui risulta vitale avere impianti irrigui moderni ed efficienti, i soli in grado di poter gestire al meglio le eventuali stagioni siccitose".

In Puglia le aree a rischio desertificazione sono pari al 57% del territorio regionale per i perduranti e frequenti fenomeni siccitosi, dove per le carenze infrastrutturali e le reti colabrodo viene perso l'89% della pioggia caduta. "Uno spreco inaccettabile per un bene prezioso anche alla luce dei cambiamenti climatici che - continua la Coldiretti - stanno profondamente modificando la distribuzione e l'intensità delle precipitazioni anche sul territorio nazionale".

In Puglia, con il cambiamento climatico ormai divenuto realtà e la cronica carenza idrica sul territorio, sommata alla dipendenza da fonti lontane, poste in Campania, Molise e Basilicata, il livello di presa di coscienza dell'urgenza di por mano a soluzioni sostenibili per il rifornimento di acqua appare più alto, anche se alla politica è chiesto forse uno scatto in più.