Gli investitori non hanno però scommesso in egual misura su tutti i settori. Secondo l'indagine dell'Osservatorio, che ha coinvolto un campione di oltre 700 startup, l'e-commerce agroalimentare raccoglie da solo il 70% delle startup e il 93% del finanziamento complessivo. Il settore annovera sia il food delivery (il 18% delle 519 startup e-commerce) che l'e-commerce food (il 75%). Il primo aggrega l'offerta dei ristoranti, raccoglie le ordinazioni online e si occupa del delivery (nomi noti sono Deliveroo, Foodora, JustEat, Ele.me, ...). Il secondo offre la possibilità di acquistare beni alimentari online per vederseli recapitare a casa (Amazon Prime, Supermercato24, Esselunga a casa, Walmart Marketplace, ...).
Cresce l'interesse verso l'AgTech
L'agricoltura 4.0 è il secondo trend per importanza con il 20% delle startup e il 5% degli investimenti. I business model delle giovani imprese sono differenti:
- Il 70% offre servizi di analisi e integrazione dei dati per supportare gli agricoltori nel processo decisionale.
- Il 51% offre soluzioni tecnologiche (ad esempio IoT) per il monitoraggio da remoto di terreni, stalle o macchinari.
- Il 30% offre servizi di mappatura dei terreni e coltivazioni attraverso macchine operatrici, droni e satelliti.
- Il 4% lavora sulla qualità alimentare.
- Il 2% sulla sostenibilità ambientale.
- Il 2% sulla tracciabilità.
Dalla ricerca dell'Osservatorio Smart AgriFood emerge con chiarezza che il ciclo di vita del dato (raccolta, trasmissione ed elaborazione) è al centro della maggior parte dei business. Le principali soluzioni adottate dalle startup sono i dati e gli analytics (74%) e l'Internet of Things (48%). A seguire spicca l'adozione delle mobile app (25%), spesso offerte per garantire all'utilizzatore un facile accesso ai dati, anche in contesti più ostici come quello agricolo. Cresce l'attenzione anche per tecnologie come i robot (7%) e l'intelligenza artificiale (7%), con applicazioni differenti all'interno della filiera agroalimentare.
I robot trovano applicazione nell'automazione di alcune operazioni di campo, come ad esempio la raccolta o il diserbo, oppure nella gestione di ambienti come la stalla. L'intelligenza artificiale spazia invece su più settori e trova applicazione ad esempio nella modulazione degli input real-time. Sistemi in cui i dati raccolti in campo vengono elaborati on-time dal sistema per fornire indicazioni in tempo reale all'operatore o alla macchina.
Usa e Cina si contendono il primato dell'innovazione
Nel match tra paesi a spuntarla per numero di startup è il Nord America, con il 39% dei team creativi, seguito dall'Europa (31%) e dall'Asia (20%). Se invece si guarda ai finanziamenti erogati è l'Asia a farla da padrone, con il 42% degli investimenti (erano il 20% nel 2018) seguita da Stati Uniti (37%) e dal Centro-Sud America con l'11% (erano all'1% nel 2018). L'Europa invece crolla dal 35% all'8%.Guardando ai singoli paesi gli Stati Uniti si confermano trainanti (36% del finanziamento complessivo), seguiti dalla Cina (24%), dall'India (14%) e dalla Colombia (11%). Meno incisivi in termini percentuali, ma comunque significativi in termini di finanziamento in valore assoluto, sono la Germania (2%), il Regno Unito (2%), la Francia (1%), Israele (1%) e l'Italia (0,3%).
Sono dati che tuttavia risentono di pochi grossi deal chiusi lo scorso anno. Cinque startup, tutte operanti nel food delivery, hanno infatti chiuso round per un totale di circa 7 miliardi (più del 50% del totale) e avevano sede in Usa, India, Colombia e Cina.