L'AgTech e il FoodTech sono settori che vedono la nascita di un numero crescente di startup che riescono ad attirare un flusso consistente di denaro da parte degli investitori. Secondo la Ricerca 2019 dell'Osservatorio Smart AgriFood (School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise dell'Università degli Studi di Brescia) lo scorso anno l'investimento verso le nascenti aziende è arrivato a toccare quota 13,5 miliardi di dollari, con una crescita del 465% rispetto al 2018. E anche il numero assoluto di imprese innovative ha visto un incremento, da 407 a 737.
 
Grafico: Numero startup e finanziamenti

Gli investitori non hanno però scommesso in egual misura su tutti i settori. Secondo l'indagine dell'Osservatorio, che ha coinvolto un campione di oltre 700 startup, l'e-commerce agroalimentare raccoglie da solo il 70% delle startup e il 93% del finanziamento complessivo. Il settore annovera sia il food delivery (il 18% delle 519 startup e-commerce) che l'e-commerce food (il 75%). Il primo aggrega l'offerta dei ristoranti, raccoglie le ordinazioni online e si occupa del delivery (nomi noti sono Deliveroo, Foodora, JustEat, Ele.me, ...). Il secondo offre la possibilità di acquistare beni alimentari online per vederseli recapitare a casa (Amazon Prime, Supermercato24, Esselunga a casa, Walmart Marketplace, ...).
 
Grafico: Numero startup e finanziamenti


Cresce l'interesse verso l'AgTech

L'agricoltura 4.0 è il secondo trend per importanza con il 20% delle startup e il 5% degli investimenti. I business model delle giovani imprese sono differenti:
  • Il 70% offre servizi di analisi e integrazione dei dati per supportare gli agricoltori nel processo decisionale.
  • Il 51% offre soluzioni tecnologiche (ad esempio IoT) per il monitoraggio da remoto di terreni, stalle o macchinari.
  • Il 30% offre servizi di mappatura dei terreni e coltivazioni attraverso macchine operatrici, droni e satelliti.
  • Il 4% lavora sulla qualità alimentare.
  • Il 2% sulla sostenibilità ambientale.
  • Il 2% sulla tracciabilità.

Dalla ricerca dell'Osservatorio Smart AgriFood emerge con chiarezza che il ciclo di vita del dato (raccolta, trasmissione ed elaborazione) è al centro della maggior parte dei business. Le principali soluzioni adottate dalle startup sono i dati e gli analytics (74%) e l'Internet of Things (48%). A seguire spicca l'adozione delle mobile app (25%), spesso offerte per garantire all'utilizzatore un facile accesso ai dati, anche in contesti più ostici come quello agricolo. Cresce l'attenzione anche per tecnologie come i robot (7%) e l'intelligenza artificiale (7%), con applicazioni differenti all'interno della filiera agroalimentare.

I robot trovano applicazione nell'automazione di alcune operazioni di campo, come ad esempio la raccolta o il diserbo, oppure nella gestione di ambienti come la stalla. L'intelligenza artificiale spazia invece su più settori e trova applicazione ad esempio nella modulazione degli input real-time. Sistemi in cui i dati raccolti in campo vengono elaborati on-time dal sistema per fornire indicazioni in tempo reale all'operatore o alla macchina.
 

Usa e Cina si contendono il primato dell'innovazione

Nel match tra paesi a spuntarla per numero di startup è il Nord America, con il 39% dei team creativi, seguito dall'Europa (31%) e dall'Asia (20%). Se invece si guarda ai finanziamenti erogati è l'Asia a farla da padrone, con il 42% degli investimenti (erano il 20% nel 2018) seguita da Stati Uniti (37%) e dal Centro-Sud America con l'11% (erano all'1% nel 2018). L'Europa invece crolla dal 35% all'8%.

Guardando ai singoli paesi gli Stati Uniti si confermano trainanti (36% del finanziamento complessivo), seguiti dalla Cina (24%), dall'India (14%) e dalla Colombia (11%). Meno incisivi in termini percentuali, ma comunque significativi in termini di finanziamento in valore assoluto, sono la Germania (2%), il Regno Unito (2%), la Francia (1%), Israele (1%) e l'Italia (0,3%).

Sono dati che tuttavia risentono di pochi grossi deal chiusi lo scorso anno. Cinque startup, tutte operanti nel food delivery, hanno infatti chiuso round per un totale di circa 7 miliardi (più del 50% del totale) e avevano sede in Usa, India, Colombia e Cina.

Image Line è partner dell'Osservatorio Smart AgriFood