Nonostante le nuove linee guida approvate di recente dalla Commissione europea per limitare l'impatto economico del Covid-19 in Europa, che tutelano la libera circolazione dei prodotti di prima necessità, tra cui anche quelli agroalimentari, l'emergenza coronavirus continua a pesare sull'intero settore produttivo europeo.
A livello mondiale, la Cina risulta essere il principale importatore di prodotti ortofrutticoli freschi (1.314.985 tonnellate di frutta fresca e oltre 100mila tonnellate di verdure). L'Unione europea è al secondo posto, con quasi 400mila tonnellate di frutta fresca e poco più di un milione di tonnellate di verdura.
Via libera agli aiuti di Stato
La Commissione europea ha approvato che gli Stati membri possano concedere aiuti di Stato - normalmente vietati dalla normativa europea sulla concorrenza - fino a un massimo 120mila euro per le imprese attive nel settore della pesca e dell'acquacoltura, e di massimo 100mila per la produzione primaria di prodotti agricoli. Per quanto riguarda le società che si occupano di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, la soglia è fissata fino a 800mila euro.Durante una recente videoconferenza tra i ministri europei dell'Agricoltura, è stata espressa la volontà di adottare presto ulteriori misure di sostegno.
I corridoi verdi europei
Cibo e prodotti rimarranno sempre disponibili per i cittadini Ue grazie alla creazione di "corridoi verdi" Ue per la velocizzazione della circolazione delle merci alle frontiere.Secondo la Coldiretti, il mercato ortofrutticolo italiano sembra essere salvo e garantito proprio grazie a questi corridoi, che prevedono il passaggio di frontiera di circa quindici minuti, una misura che permetterebbe di salvare i prodotti ortofrutticoli made in Italy per un valore di circa 4 miliardi di euro. Nel 2019, il made in Italy aveva esportato per un valore di 44 miliardi di euro, circa il 3% in più rispetto al 2018.
La situazione in Europa
Ad oggi, secondo dati in possesso della Commissione europea, questa è la situazione dei vari settori agroalimentari europei:
- Frutta e verdura: il consumo privato risulta in crescita, +40% in Spagna, Italia e Paesi Bassi, mentre per paesi come la Germania si arriva fino al 100%. E' prevista una situazione altrettanto stabile durante tutto il periodo del contenimento del virus. A subire un rallentamento, invece, le esportazioni verso la Cina di agrumi, kiwi, mele e pere, specialmente dalla Spagna.
- Prodotti lattiero-caseari: seppur ancora difficile stabilire come evolverà la situazione nei prossimi mesi e settimane, al momento il prezzo di tali prodotti risulta in leggero calo. Le esportazioni europee verso tutti i paesi sono in calo a causa della mancanza di container.
- Carne: in aumento la domanda per consumo personale, mentre cala invece quella per la ristorazione. Gli Stati che maggiormente esportano carne, come Germania, Francia, Spagna, Danimarca, Paesi Bassi e Belgio, hanno mantenuto le esportazioni con quei paesi orientali non ancora colpiti gravemente dal virus. Gravi danni invece per il commercio con l'Italia - soprattutto dalla Croazia per gli animali da macello. L'Irlanda del Nord chiude i mercati di bovini e ovini. Problemi, infine, per la distribuzione del mangime proveniente dall'Ucraina.
- Vino: molta preoccupazione per questo settore, fortemente influenzato già in precedenza da dazi americani e Brexit, ed oggi anche dal coronavirus.