Il futuro dal punto di vista ambientale, ma anche dal punto di vista economico. Anche i più tiepidi e cinici riguardo alle questioni ecologiche iniziano ad ammetterlo: la storia dell'economia lineare si avvia verso la fine. E' da quando tal Thomas Savery inventò il motore a vapore, dando inizio a quella che conosciamo come la rivoluzione industriale, che l'uomo ha iniziato a mangiarsi con sempre maggiore avidità il pianeta. L'Antropocene, l'epoca geologica dell'uomo, rischia allora di chiudersi in dramma. La soluzione è possibile, e il bello è che può essere anche un gran business.
Evviva! A tanti brillano gli occhi: non facciamo i moralisti, va bene così. Passiamo all'economia circolare dunque, che vuol dire passare a un altro paradigma di sviluppo: usare i prodotti in maniera differente, evitare gli sprechi, riciclare. A meno di non sperare di andar su Marte (no, grazie) bisogna far come gli alberi. Che non si possono muovere e che quindi fanno tutto da soli, si costruiscono il suolo su cui crescono e la materia con cui vivono.
Il primo principio su cui si fonda l'economia circolare è quello del design degli oggetti. Lo spreco e l'inquinamento si possono infatti determinare per l'80% all'atto della progettazione di un prodotto. Usare nuovi materiali e nuove forme può quindi abbassare l'impatto sul pianeta della vita economica dell'uomo.
Il secondo principio è quello del ri-uso. Un prodotto può essere riutilizzato tante volte, riparato, ricostruito, riciclato.
Il terzo principio è quello della rigenerazione dei sistemi naturali. Gli ambienti naturali non vanno solo protetti ma migliorati. In natura tutto nutre qualche cosa d'altro, tutto si trasforma in altro in un ciclo infinito.
E l'uomo può rientrare in questi cicli, lo ha già fatto per qualche milione di anni con danni tutto sommato piuttosto modesti sul pianeta: e anzi creando sistemi naturali e agricoli integrati e mirabili.
Ecco, qui volevo arrivare. Ricordiamoci che l'agricoltura è la chiave e il perno dell'economia circolare. La nuova agricoltura, mica quella del neolitico. Da qui si parte per il futuro: buon viaggio.