Nel Belpaese, nel lontano 1982, fu permesso l'imbottigliamento del vino in lattina e alcune aziende nostrane, come Cavicchioli, Medici e Folonari, si imbarcarono in questa avventura. La modenese Giacobazzi che negli Usa commercializzava già con successo il suo 8 e ½ (vino rosso e bianco frizzante), riuscì persino a fare sponsorizzare il nuovo formato nella trasmissione di Mike Buongiorno Flash. Poi l'autorizzazione non fu rinnovata e la burocrazia fece il resto. Di lattine in Italia non abbiamo più sentito parlare.
Ma negli Usa il mercato è fiorente ed essendo il primo paese di sbocco dei nostri prodotti al di fuori dell'Unione europea è un trend che non possiamo ignorare. Nel 2014 il mercato del 'wine in cans' valeva 3,3 milioni di dollari. Una inezia. Nel 2017 è arrivato a 32,3 milioni. Ed è in forte crescita.
Constellation Brands, una delle società statunitensi che controlla marchi famosi di wine and spirits (da Corona Extra a Ruffino), ha lanciato una propria linea di vino in lattina: Crafters Union. E ha confezionato i tre vini che oggi sono in ascesa nel panorama enologico a stelle a strisce: il Rosé, il blend di rossi e il Pinot Grigio.
I vini in lattina di Crafters Union
Il concetto della lattina sposa alla perfezione l'utilizzo di vino in situazioni non formali. Se in Italia una bottiglia viene aperta principalmente a tavola, che sia a casa o al ristorante, negli Usa sono molte di più le occasioni 'fuori porta'. Un pic-nic in famiglia, una grigliata, una passeggiata con gli amici, una partita di baseball e così via. Avere il vino in lattina permette di poterselo portare comodamente nello zaino o in borsa, senza il rischio di rompere una bottiglia o di doversi procurare un cavatappi.
Il vino in lattina va di moda e incontra il favore soprattutto dei Millennials, i giovani nati tra il 1980 e il 2000, che hanno gusti meno formali e sono disposti a provare cose nuove. Francis Ford Coppola, il famoso regista de Il Padrino, ha una sua cantina in California dal design molto particolare. E in onore della figlia Sofia, ha lanciato una linea di vini pensata per i ventenni, tra cui anche confezioni in lattina. 'Sofia Blanc de Blancs è un blend unico di Pinot Bianco, Riesling e Moscato', si legge sulla confezione. Un vino che viene venduto a circa 25 dollari al litro.
Il vino di Francis Ford Coppola, con tanto di cannuccia
A conferma del carattere informale del vino in lattina c'è il caso di Muddy Boot (scarponi infangati, in inglese), che viene prodotto da una azienda californiana ed è pensato per i wine lovers che vogliono potersi gustare un bicchiere di vino mentre fanno trekking. Un modo comodo per ristorarsi al termine di una camminata in un Parco nazionale Usa.
Attenzione però. Vino in lattina non significa vino da spender poco. Ma semplicemente un vino semplice, senza fronzoli, negli Usa direbbero smart. Ha fatto scuola la storia di Emma Toshack, avvocato di Los Angeles che ha lanciato una sua linea di vini in lattina dal nome Nomadica, pensata per i 'nomadi', nel senso di persone che si spostano di continuo.
Le lattine di vino di design di Nomadica
(Fonte foto: Nomadica)
Toshack racconta che mentre studiava legge all'Università di LA non poteva portare fuori casa il vino in bottiglia perché vietato dalla legge (come oggi accade in alcuni centri storici nostrani). E così versava il contenuto di bottiglie da 30-40 dollari nelle lattine vuote di San Pellegrino (non specifica se fossero di acqua o aranciata). Da qui l'idea. Mettere il vino di alto livello in confezioni inedite, dal design super curato. Il mercato le ha dato ragione e oggi vende in tutti gli Usa e anche in Australia.
Il concetto di vino in lattina come modo di vivere è espresso bene da questo video prodotto dalla Union Wine Company, una cantina dell'Oregon. Uno spot in cui vengono scimmiottati gli atteggiamenti dei sommelier e sono usati grandi paroloni per descrivere il vino, mentre il claim finale recita: 'non dovrebbe essere così difficile'. Come dire, amiamo il vino, non tutto quello che ci sta attorno.