Il comparto agroalimentare vale a livello globale 14,5 trilioni di dollari, ma la spinta innovativa che ha rivoluzionato altri settori qui si è vista poco, fermandosi al food delivery che però rappresenta solo l'1,5% dell'intera catena del valore. C'è dunque molto interesse da parte di investitori ed aziende nei confronti del mondo delle startup AgriFoodTech dal quale ci si aspetta sorgeranno i prossimi unicorni (aziende che valgono oltre un miliardo di dollari prima della quotazione).

L'attenzione del mondo imprenditoriale e finanziario si è ben percepita al Demo Day organizzato da Startupbootcamp FoodTech a Parigi. Decine di aziende e venture capital erano presenti in sala mentre le sette startup accelerate a Roma illustravano i propri progetti sul palco della Station F, il più grande campus dedicato alle realtà innovative del mondo.

"In soli quattro anni gli investimenti in startup effettuati in Francia sono passati da 255 milioni di euro ai 2,7 miliardi del 2017. E la tendenza è in crescita, con il settore FoodTech che attrae sempre più risorse", ha spiegato ad AgroNotizie (partner dell'evento) Peter Kruger, ceo di Sbc FoodTech. "Parigi si sta candidando ad essere l'hub europeo dell'innovazione, soprattutto nel comparto del food, dove con 70 deal chiusi negli ultimi cinque anni la Francia ha doppiato la piazza di Londra".

Insomma, Parigi crede nell'innovazione e anche grazie alla Brexit, che ha fatto scappare molti investitori dalla Gran Bretagna, ha in progetto di diventare top player a livello globale. Un esempio di questa ambizione è la Station F di Parigi, un ex scalo ferroviario completamente ristrutturato che grazie ai fondi messi a disposizione da Xavier Niel, tycoon francese fondatore della compagnia di telecomunicazioni Iliad, ha dato casa a centinaia di startup. All'interno del campus sono presenti anche le grandi corporation, il governo francese e i principali fondi di investimento globali.

Ecco dunque perché Sbc FoodTech ha deciso di organizzare il suo Demo Day a Parigi e perché Kruger ha confermato la volontà di stringere sempre di più i rapporti con la Station F e ShakeUpFactory, un programma di accelerazione dedicato al cibo che proprio nella stazione parigina ha la sua sede. "Ci sono 750 milioni di euro pronti per essere investiti da compagnie e fondi francesi nel settore", ha dichiarato dal palco Kevin Camphuis, cofondatore di ShakeUpFactory.
 

Sono tredici le startup salite sul palco per il Demo Day

Ma torniamo alle startup. Sono sette quelle che sono state accelerate a Roma (scelte su 700 application) e sono volate a Parigi, più altre sei che hanno avuto l'opportunità di esporre i propri pitch dal palco.

Di Farmer-r avevamo già parlato in un articolo che spiegava il modo in cui questa startup britannica vuole traghettare il mondo della meccanizzazione agricola nella sharing economy. AuthentiCook è invece un team indiano che vuole dare la possibilità ai viaggiatori, tramite una app, di essere ospitati per pranzo o cena da una famiglia locale in modo da assaporare il vero cibo del luogo.

Farm-r

Italiana è HotBox Food, startup di Maranello che ha messo a punto un contenitore riscaldato per il food delivery che permette di trasportare pizza e altri alimenti conservandone le qualità e la temperatura. Dalla Croazia arriva invece l'idea di un caffè arricchito con un estratto ottenuto da alcuni funghi che hanno il potere di potenziare l'effetto energizzante della bevanda (Mushroom Cups).

Ogni anno sono 600 i milioni di cannucce che vengono prodotte globalmente e solo una parte viene riciclata. Dalla Russia arriva l'idea innovativa ed ecosostenibile di EcoPack, che ha messo a punto cannucce biodegradabili e perfino edibili. Poirot è invece una startup estone che ha l'obiettivo di rivoluzionare il settore HoReCa attraverso dispositivi Iot cloud-based per la gestione dell'inventario delle bevande alcoliche.

Infine Vaartani ha sviluppato un algoritmo che scandaglia i social network per raccogliere informazioni sul mood dei consumatori riguardo a prodotti agroalimentari e trasforma i dati in informazioni utili alle corporation.

"La food revolution è ormai una realtà che non si può ignorare se si vuole continuante a crescere. Per questo la nostra azienda ha deciso di cambiare radicalmente il modo di fare business", ha dichiarato dal palco Emmanuel Faber, ceo di Danone, multinazionale francese leader nel settore lattiero-caseario e partner di Startupbootcamp FoodTech. "Per voi startup la food revolution è la normalità, ma per molte aziende immaginare un nuovo modo di fare business è una impresa ardua".

Oltre alle sette startup accelerate a Roma erano presenti anche sei team che hanno presentato le proprie idee. Aggressively Organic ha ad esempio sviluppato un modello di coltivazione indoor per far crescere insalate in casa. Spoonshot è invece attiva nella ricerca di nuovi ingredienti e sapori per le aziende del food, mentre A1C ha sviluppato un metodo per ridurre la quantità di carboidrati nel cibo senza inficiarne il sapore.

Oko ha messo a punto un sistema di assicurazione tramite Sms che permette anche agli agricoltori dei paesi in via di sviluppo di assicurare il proprio campo. Sul palco si sono alternate anche due startup che hanno partecipato ai precedenti programmi di accelerazione. Kiwi, che sta rendendo reale il food delivery tramite rover autonomi nei campus universitari della California. E MyFoody, realtà italiana che sta combattendo il food waste alleandosi con la Gdo e offrendo sconti sui prodotti in scadenza.

Insomma, le idee per rivoluzionare il settore del food non mancano. Peccato che l'agricoltura rimanga la Cenerentola della filiera, nonostante sia fondamentale per fornire materie prime di qualità a tutta la catena del valore.