La Regione Toscana ha voluto premiare con la medaglia d'oro con il Pegaso, il cavallo alato simbolo della regione, Paolo Socci, imprenditore agricolo di Greve in Chianti per il suo lavoro di recupero dei terrazzamenti collinari.

Un lavoro che lo stesso Socci ha definito archeologico, recuperando le terrazze nella sua azienda Fattoria di Lamole, nel comune di Greve, nel territorio del Chianti Classico, ripiantando le viti in una sistemazione che era tipica della zona, prima dell'avvento delle tecniche agricole moderne che dagli anni '70 hanno portato alla trasformazione delle colline in campi aperti e più facilmente meccanizzabili.

Il lavoro di Socci ha portato anche all'iscrizione dei terrazzamenti di Lamole nel registro dei paesaggi rurali istituito presso il ministero all'Agricoltura, insieme al paesaggio policolturale di Trequanda nel senese e al parco del paesaggio appenninico di Moscheta nel Mugello.

La consegna della medaglia è avvenuta al termine della prima parte del seminario 'L'esperienza dell'osservatorio nazionale del paesaggio rurale', svoltosi nell'auditorium di Santa Apollonia a Firenze, dove hanno partecipato anche il presidente dell'osservatorio regionale del paesaggio Mauro Agnoletti, e l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Remaschi.

Agnoletti da parte sua ha sottolineato l'importanza della tutela e del ripristino dei paesaggi rurali storici facendo il punto su aspetti scientifici e politiche internazionali, mentre Remaschi ha ricordato che il paesaggio toscano è per la grande maggioranza paesaggio rurale, un paesaggio antropizzato.

In Toscana, come ha ricordato Remaschi, il 92% del territorio è collinare o montano, un territorio nel quale l'agricoltura è vitale sia per la sicurezza alimentare sia per il presidio idrogeologico. E per questo è importante lavorare per rendere questa realtà sempre più efficiente e migliorare la qualità della vita nelle aree rurali, anche per scongiurare un eventuale abbandono nelle aree agricole.

L'assessore regionale all'Urbanistica Vincenzo Ceccarelli ha ricordato al termine della mattinata, i due strumenti urbanistici di cui la Toscana si è dotata in difesa del paesaggio, la legge regionale 65/2014 e il Pit con valenza di Piano paesaggistico, ricordando come la lotta al consumo di suolo non sia un modo per contrastare lo sviluppo, ma al contrario sia la difesa di un bene strettamente legato all'immagine della Toscana nel mondo e dunque anche allo sviluppo commerciale, turistico, manifatturiero.

E Lamole, come ha detto Ceccarelli,  è un esempio perché la ricostruzione dei terrazzamenti consente di fare un vino che trae il suo fascino anche dal paesaggio dal quale proviene.