Ad oggi, per completare la stagione irrigua nel Sud Italia mancano 5 miliardi di litri d'acqua.
A renderlo noto è l'Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue a margine della tappa barese dell'Acqua Tour 2018, tenutasi il 30 aprile 2018 nel quadro della manifestazione nazionale della Coldiretti.
E si fa sempre più urgente l'attuazione del Piano nazionale degli invasi per dare respiro alle campagne del Sud, dove il cambiamento climatico si sta facendo sentire particolarmente.

"La situazione attuale - ha affermato Francesco Vincenzi, presidente dell'Anbi - avvalora la necessità di avviare il Piano nazionale degli invasi, opere tornate ad essere inserite, dopo trenta anni, nella Legge di stabilità, a testimonianza del valore strategico riconosciuto alle infrastrutture idriche. L'agricoltura necessita infatti di certezze nella disponibilità d'acqua, che deve essere fonte di vita e non un problema sia che ce ne sia troppa o troppo poca. Solo pochi anni fa irrigare gli uliveti sarebbe sembrata un'inutile pratica agronomica, oggi è una necessità cui i Consorzi di bonifica rispondono, proponendo in alcune aree del paese la subirrigazione, che permette di ottimizzare l'apporto idrico sulle radici delle piante".

La preoccupante situazione per l'irrigazione nel Mezzogiorno è avvalorata dai presidenti delle Anbi regionali. "Senza apporti idrici, le nostre produzioni sarebbero deprezzate" ha commentato Giuseppe Musacchio, presidente dell'Anbi Basilicata. "Già l'anno scorso l'agricoltura lucana subì forti perdite produttive".

"Nella mia regione - ha detto Marsio Blaiotta, presidente dell'Anbi Calabriasi potrebbero creare 40mila nuovi posti di lavoro, se solo venissero finanziate le opere infrastrutturali dai bacini per irrigare ulteriori 50mila ettari, già attrezzati".

"Il timore - ha aggiunto Giuseppe De Filippo, presidente dell'Anbi Puglia - è che la politica regionale voglia privatizzare anche il servizio irriguo, con grave danno per l'economia agricola, che ne vedrebbe lievitare i costi. Bisogna, invece, valorizzare i Consorzi di bonifica e di irrigazione, esempio di autogoverno di un bene comune come l'acqua, che sbagliate scelte politiche mai corrette hanno messo in grave difficoltà".

All'Acqua Tour contribuiscono anche i sindacati di categoria secondo una moderna visione di bilateralità nell'interesse collettivo.
"Come sindacato - ha sottolineato Raffaella Buonaguro della segreteria nazionale Fai Cisl - siamo rivolti alla visione di uno sviluppo sostenibile, che valorizzi le acque come bene primario e lo faccia in maniera attiva, costante e lungimirante. Da questo, infatti, dipendono le eccellenze del made in Italy agroalimentare, la qualità della salute pubblica, la possibilità di crescere e creare ricchezza grazie ad un'economia multifunzionale e sociale della bonifica, da sviluppare in sinergia con le filiere dell'agroalimentare e dell'industria".

"Noi - ha rimarcato Dino Salvato, Filbu Uil Puglia - siamo convinti che, accanto agli investimenti, sia necessario restituire ai Consorzi di bonifica, che rappresentano uno dei migliori se non l'unico esempio di pieno federalismo fiscale, la loro funzione di sussidiarietà, superando i regimi commissariali e riaffidandone la gestione ai consorziati. Al tempo stesso vanno opportunamente valorizzati i lavoratori. E' importante che le organizzazioni sindacali e l'Anbi, in ogni regione, respingano unitamente i tentativi di ridurre le funzioni dei Consorzi o di trasformarli in enti strumentali delle regioni o di società private".

"I Consorzi di bonifica - ha ricordato Andrea Coinu della Flai Cgilnon solo sono determinanti per le qualità delle produzioni agroalimentari, ma rispettano le specificità dei territori. Per questo ne va completata al più presto la riforma sulla base dell'accordo Stato-Regioni".

Sul tema sono intervenuti anche Giuseppe L'Abbate (Movimento 5 Stelle) e Colomba Mongiello (Partito Democratico).
"Dobbiamo puntare insieme ai Consorzi ad un ampliamento della rete irrigua collettiva degli enti di bonifica che, nella sola Puglia, porterebbe ad un forte incremento del valore aggiunto, se potesse raggiungere le 24mila aziende agricole che ancora non ne godono" ha affermato L'Abbate.
"Non solo: dobbiamo concludere l'iter della legge contro il consumo eccessivo di suolo, che è già costato la perdita di 6 milioni di Superficie agricola utile".

"Sulla legge contro il consumo eccessivo del suolo ci sono molte resistenze" ha commentato Colomba Mongiello, che ne è firmataria. "Ciò dimostra la necessità di rilanciare il confronto sui temi della sostenibilità, così come sull'uso delle risorse idriche che devono essere utilizzate al meglio. Per sviluppare nuova consapevolezza è importante l'approccio di sistema adottato dall'Anbi".

"Una cosa è certa: per non arretrare bisogna continuare a camminare assieme" ha chiuso Massimo Gargano, direttore generale dell'Anbi. "L'Italia è il secondo paese europeo per estensione delle aree irrigate; sullo sviluppo di tali infrastrutture, il Mezzogiorno può giocarsi una partita importante, di cui Anbi è promotrice in Italia come in Europa".