In Campania occorrono interventi strutturali per ottimizzare l'utilizzo delle risorse idriche in agricoltura: la riqualificazione ed il potenziamento di invasi esistenti, che al momento o non sono sfruttati per l'irrigazione o lo sono solo parzialmente. E' questo il succo della proposta della Cia Campania resa nota oggi, 4 luglio 2017, con un comunicato stampa.

La proposta, volta a superare la logica dell'emergenza, giunge a pochi giorni dalla richiesta di declaratoria di stato di calamità per siccità formulata dalla Giunta della Campania al ministro per le Politiche agricole.

"L'ennesima crisi idrica ha messo ancora una volta l'agricoltura campana in ginocchio, è arrivato il momento di sviluppare un piano strategico di ampio respiro per superare la politica delle emergenze".
Alessandro Mastrocinque, presidente della Cia Campania e vicepresidente nazionale Cia - agricoltori italiani, lancia un appello alla Regione Campania e agli attori territoriali per la definizione di un tavolo di lavoro istituzionale sull'efficientamento del consumo e della gestione delle risorse idriche.
 

Riqualificazione delle rete regionale degli invasi

La Cia Campania propone di attingere dai fondi del Piano di sviluppo rurale nazionale, che prevede una voce specifica di spesa dedicata ai piani irrigui per i quali sono a disposizione circa 300 milioni di euro, le risorse finanziarie per incrementare le acque da destinare ad uso irriguo, lavorando su sette invasi: Conza della Campania, Campolattaro, Piano della Rocca, Gallo, Presenzano, Persano e San Pietro.

"Proporremo alla Regione Campania - spiega Alessandro Mastrocinque - la definizione di un'attività di progettazione da sottoporre in tempi brevi al ministero delle Politiche agricole al fine di concentrare forti investimenti sulle infrastrutture, a cominciare dagli invasi artificiali già presenti in regione, e sulle modalità di gestione, riorganizzando per esempio le Autorità di bacino e i Consorzi di bonifica".
 

Attingere dai fondi dei Piani di azione e coesione per un'irrigazione di precisione

La Cia Campania sottolinea inoltre che la tutela della risorsa acqua come "bene comune" è tutela della collettività e dei territori nel loro complesso, e sarebbe dunque un errore inquadrare il problema solo come una questione agricola. Pertanto la Cia propone "un piano strategico" che possa attingere anche dai fondi dei Piani di azione e coesione, sui quali la Cia Campana ha stimato la possibilità di intercettare 100 milioni di euro da investire in ottimizzazione e razionalizzazione di gestione e consumi.

"Un ruolo essenziale per uscire finalmente dalle emergenze va infine riconosciuto - conclude Mastrocinque - all'innovazione tecnologica. Oggi la sensoristica, la digitalizzazione dei sistemi gestionali e appunto la cosiddetta agricoltura di precisione sono realtà che consentono di evitare sprechi ormai da medioevo, un massiccio intervento su questi aspetti aiuterebbe a risolvere questioni strutturali e anche a creare occupazione".
 

Gli invasi indicati dalla Cia Campania:

Lago di Conza della Campania
Attualmente gestito in fase di gestione irrigua "sperimentale" dall'Ente per l'irrigazione di Puglia, Lucania e Irpinia è frutto dello sbarramento del fiume Ofanto in una zona della provincia di Avellino a confine fra le tre regioni. Lungo la linea di massimo invaso misura una capacità di 63 milioni di metri cubi d'acqua.
Il deflusso medio annuo alla sezione di sbarramento è pari a circa 99 milioni di metri cubi anno. L'invaso è destinato ad uso plurimo, irriguo e potabile: solo quest'ultimo è destinato ad assorbire non meno di 31 milioni di metri cubi l'anno, un terzo del deflusso, in favore dell'Acquedotto pugliese che a Conza ha costruito un potabilizzatore.

Per quanto riguarda l'uso irriguo circa 40 milioni di metri cubi sono erogati annualmente dalla diga e, rilasciati in alveo, vengono derivati più a valle alla Traversa di S. Venere, dove poi sono vettoriati, attraverso l'adduttore Alto Barese, verso le dighe del Locone e di Marana Capacciotti, servendo un comprensorio di 27.600 ettari appartenenti ai Consorzi di bonifica di Vulture Alto Bradano e Terre d'Apulia (in destra Ofanto) e Capitanata (in sinistra Ofanto).
Maggiori adduzioni di acqua a scopo irriguo perla Campania sono ricavabili solo attraverso un uso più efficiente della risorsa e ridiscutendo gli accordi con Regione Puglia e Regione Basilicata.

Lago di Campolattaro
A Campolattaro, in provincia di Benevento, una diga sbarra il fiume Tammaro, proveniente dal massiccio del Matese e l'invaso riceve anche le acque del torrente Tammarecchia. Qui l'Agenzia sannita energia e ambiente attualmente sta gestendo il servizio di diga, soprattutto in vista dell'utilizzo della produzione di energia elettrica. Ma è soprattutto impegnata nella manutenzione e nella progettazione degli utilizzi futuri dell'acqua, non esclusi i fini irrigui.

Attualmente la linea di massimo invaso consentita è posta a 374 metri sul livello del mare e permette l'accumulo di 96,6 milioni di metri cubi d'acqua. E' stato calcolato a progetto che questo invaso è in grado di fornire risorsa idrica per 87,2 milioni di metri cubi l'anno. E' una risorsa non sfruttata e a disposizione della comunità campana.

Piano della Rocca
Il Consorzio di bonifica di Velia gestisce lo sbarramento di Piano della Rocca a Prignano Cilento, che forma un lago con le acque sorgive del fiume Alento, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Attualmente sono in costruzione condotte idriche per l'ampliamento delle opere irrigue e sono importanti le operazioni volte a rendere più efficiente l'utilizzo della risorsa a scopo irriguo. Il serbatoio ha una capacità di 28,5 milioni di metri cubi d'acqua.
La fluenza massima sfruttabile annualmente a fini irrigui non è nota, mentre si ha notizia che 400 litri al secondo vengano immessi nella rete idropotabile di alcuni comuni del circondario. Anche in questo caso è pensabile un potenziamento ed una gestione ancora più efficiente.

Gallo e Presenzano
I laghi di Gallo Matese e Presenzano sono due opere di presa dell'Enel situati nei comuni omonimi, in provincia di Caserta. A Gallo Matese l'ente elettrico sbarra in alta valle il fiume Sava, che viene poi recapitato, dopo l'utilizzo della caduta in condotta forzata, in un bacino poco a monte della diga di Ciorlano sul Volturno.
Più a valle, a Presenzano, l'acqua sottratta nottetempo al Volturno mediante pompaggio e invasata nel soprelevato bacino, viene utilizzata per produrre molta più energia elettrica di giorno in caduta, quando la domanda è più elevata, consentendo alle acque di ritornare nell'alveo del Volturno. Non è dato conoscere le potenzialità annue di fluenza di questi due bacini.

Persano
La Cia Campania propone anche un'ottimizzazione dell'utilizzo delle acque dell'invaso di Persano, in provincia di Salerno, dove viene sbarrato il fiume Sele, con acque attualmente captate dal Consorzio di bonifica in destra del fiume Sele (concessione irrigua da 8,5 metri cubi d'acqua al secondo) e dal Consorzio di bonifica di Paestum.

San Pietro
Il lago di San Pietro è un invaso artificiale della capacità di 14 milioni di metri cubi di acqua. E' stato realizzato a cavallo tra gli anni '50 e '60 sbarrando il corso del torrente Osento, affluente sinistro del fiume Ofanto, con una grande diga in terra realizzata dal Consorzio per la bonifica della Capitanata.

L'invaso di San Pietro fa parte dello schema "Ofanto", un complesso sistema idrico che interessa i territori delle Regioni Campania, Basilicata e Puglia. Anche in questo caso maggiori derivazioni per la Campania sono attingibili solo aumentando l'efficienza della gestione o rivedendo gli accordi con Puglia e Basilicata.