Dal lavoro svolto da Ismea e Wine Monitor Nomisma sull’export vinicolo delle Regioni italiane, emerge quella che a mio avviso è un’evidente ingiustizia, tutta a scapito del Sud e soprattutto a svantaggio di Regioni come la Puglia o la Sicilia”.  Lo ha dichiarato il senatore pugliese Dario Stefàno in una conferenza stampa tenutasi il 23 giugno in Senato sul calcolo dei dati export del vino, attraverso cui si mette in luce una mancata corrispondenza tra il luogo di origine del prodotto e la località di sdoganamento.

Non mettiamo in discussione il prezioso e puntuale lavoro di Ismea – ha continuato Stefàno – ma su un ‘pigrizia burocratica’ che va a pregiudicare le performance di alcune ragioni tra le quali la Puglia. Basta osservare dal punto di vista statistico l’incremento della propensione all’export della Regione dove avviene lo sdoganamento, a scapito appunto di quella di origine. E’ il caso palese di Regioni come il Piemonte e il Trentino, dove tale propensione è a 3 cifre percentuali (rispettivamente 141% e 173%). Quindi, se è logico che una Regione non possa esportare più del 100% di quanto produce, come opportunamente segnalato nello stesso report di Ismea, tuttavia da questa percentuale dopata scaturiscono e si determinano ricadute penalizzanti e pesanti per interi territori. Una su tutte la ripartizione dei fondi Ocm vino, che costruisce le sue determinazioni avvalendosi anche dei dati Istat, fino ad arrivare a possibili interessi di appeal commerciali o per investimenti, che i privati potrebbero realizzare e che le attuali evidenze statistiche, per alcuni casi, potrebbero addirittura scoraggiare”.

Per sanare questa distorsione – ha poi spiegato Stefàno – intendo proporre la convocazione di un tavolo tecnico presso il Mipaaf, coadiuvato da Ismea, Agenzia delle Dogane e Istat, affinchè vengano redatti, per le Regioni mancanti, i codici di nomenclatura combinata mediante i quali sarà possibile ricostruire il vero dato circa la propensione all’export delle Regioni, nonché contribuire a migliorare il sistema di informazioni su tali scambi”.

Siamo in presenza di un paradosso – ha precisato il giornalista Andrea Gabbrielli, intervenuto accanto a Stefàno in conferenza – più cresce l’export di vino del Sud e più cresce la propensione all’export delle Regioni del nord dalla logistica più sviluppata. Infatti l’attuale sistema di rilevazione dei dati export fa riferimento al luogo di sdoganamento e di fatto non tiene conto dell’origine del prodotto. Tutto ciò risulta particolarmente penalizzante per tutte le Regioni meridionali e in particolare Puglia e Sicilia, che in questi anni hanno fatto grandi sforzi per l’internazionalizzazione. Si tratta di riconoscere, anche dal punto di vista statistico, questa realtà dei fatti. Il vino italiano è competitivo perché tutti contribuiscono al suo successo nello stesso modo”.