Agricoltura sociale e microcredito sono strumenti concreti di inclusione e di cittadinanza, per questo abbiamo voluto organizzare questo appuntamento in Expo valorizzando il grande lavoro fatto dai tantissimi operatori di questo mondo. Questo modello oltre a rafforzare le opportunità di crescita delle aziende agricole, contribuisce allo sviluppo sostenibile dei nostri territori". Così il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina in occasione del convegno internazionale "Agricoltura sociale e microcredito" svoltosi ieri a Expo. All’appuntamento hanno preso parte,inoltre, l’ex presidente dell’Uruguay, José Mujica, il vice ministro Andrea Olivero, diversi esponenti parlamentari e i rappresentanti di tutte le organizzazioni agricole.

"Con l’approvazione in via definitiva la legge sull’Agricoltura sociale dello scorso 5 agosto - prosegue Martina - abbiamo fatto un passo avanti importante, dobbiamo ora rafforzare il lavoro su questo fronte. Parliamo di un’esperienza che è centrale per la costruzione di un modello di società più equa e giusta. Una pratica che riguarda anche e soprattutto i Paesi in via di sviluppo, dove costituisce un elemento decisivo anche della lotta alla fame. Come ricordato bene dall’ex presidente Mujica è necessario lavorare per sostenere l’agricoltura famigliare, per aiutare i piccoli produttori con tecnologie e innovazioni efficaci. Sono questi i temi che abbiamo affrontato anche nella Carta di Milano, l’atto d’impegno che rappresenta il nostro contributo al dibattito mondiale sul diritto al cibo. Questa settimana a New York saranno discussi dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite gli obiettivi del millennio: in quell’occasione presenteremo la Carta per contribuire alla costruzione della generazione Fame zero”.

Siamo orgogliosi – ha dichiarato il viceministro Olivero - di aver organizzato questa giornata: l’agricoltura sociale è centrale per il futuro che vogliamo. La ripresa dell'economia passa soprattutto dal settore agricolo. Vogliamo una ripresa di qualità solidale e inclusiva, che riguardi il maggior numero di persone, sostenibile e durevole. L'agricoltura sociale valorizza un aspetto antico che si dota di mezzi moderni per sostenere e accompagnare i territori, specialemnte quelli marginali, e il loro tessuto sociale. Inserimenti lavorativi di persone svantaggiate, fattorie didattiche, agri-nido e agri-asilo: esistono tanti modi per concepire la multifunzionalità anche in ambito sociale, chiave di volta per l'agricoltura italiana. Ed è per questo che va sostenuta in modo deciso valorizzando le esperienze nate dalla società civile, anche attraverso il microcredito con formule innovative”.

Copagri: “Bene la legge, ma il settore può dare benefici oltre la produzione alimentare”
Il presidente di CopagriFranco Verrascina, ha commentato: “La legge sull'agricoltura sociale colma un vuoto esistente nella normativa di settore e rende giustizia alla multifunzionalità di cui tanto si parla ma che non è mai stata riconosciuta formalmente. Gli agricoltori sono i primi guardiani del territorio e possono essere, se gli viene riconosciuto il ruolo, una soluzione contro i ciclici dissesti che investono il Paese. Come Copagri sosterremo concretamente iniziative di agricoltura sociale attraverso il progetto Love it che abbiamo presentato ad Expo. Deve però esserci a monte un'agricoltura competitiva sul mercato, in grado di produrre reddito adeguato per i tanti imprenditori che vedono nel settore una prospettiva economica e, appunto, sociale. Se viene meno questo, se gli agricoltori non sono nelle condizioni di coprire nemmeno i costi di produzione diventa difficile parlare delle tante e diverse funzioni di pubblica utilità che il comparto può svolgere. Serve sempre maggiore impegno nelle politiche e nell'intervento pubblico, a partire dal calo degli oneri fiscali e contributivi, e in un nuovo approccio per l'erogazione del credito fondato su progetti e non su garanzie anacronistiche”. 

Cia: "Impegno solidale" 
L’azienda agricola oggi vuol dire anche welfare, uno spazio solidale dove le fasce deboli della popolazione possono costruire nuove relazioni sociali, fare terapia con gli animali o con le piante, ritagliarsi un posto nuovo nel mercato del lavoro. La legge nazionale sull’agricoltura sociale, che entrerà in vigore il 23 settembre, ha finalmente riconosciuto giuridicamente le tante esperienze di chi ha saputo coniugare l’imprenditorialità agricola con la responsabilità sociale e ora diventa l’occasione per dare un forte impulso alla crescita del settore, anche con il sostegno dei Psr e dei fondi Sie”. Dino Scanavino,  presidente nazionale della Cia, Confederazione italiana agricoltori, interviene così al convegno. L’Italia oggi si colloca ai primi posti dello scenario europeo con oltre 1.000 progetti e pratiche di agricoltura sociale all’attivo, riporta la Cia. L’agricoltura sociale cresce nei numeri, contando oltre 4 mila addetti su tutto il territorio nazionale e toccando un valore della produzione di 200 milioni di euro. Dati incoraggianti che ora l’approvazione della legge può solo accelerare.
"Ora - ha continuato Scanavino - bisogna subito approfittare della legge nazionale per mettere a punto quelle regionali, magari prendendo a riferimento le cose buone scritte da quelle Regioni che hanno già legiferato e sostenere i vari assessorati regionali all’Agricoltura a essere i veri protagonisti e non demandare ad altri”.
Allo stesso tempo bisogna lavorare per il rafforzamento del Forum dell’agricoltura sociale: “Vogliamo accrescere e promuovere sul territorio la partecipazione attiva della Cia al Forum" ha evidenziato il presidente della Cia. Ma soprattutto la Confederazione vuole essere parte propositiva con le Regioni nella predisposizione dei Psr, nella realizzazione di programmi finalizzati allo sviluppo della multifunzionalità delle imprese agricole e basati su pratiche di progettazione integrata territoriale e di sviluppo dell’agricoltura sociale.

Confagricoltura: "Valorizzare le aziende che operano nell'ambito della sostenibilità" 
La funzione sociale dell’agricoltura rientra nel concetto di sostenibilità – ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Guidi – che ogni azienda dovrebbe perseguire, intendendo come tale l’insieme di buone pratiche tese ad uno sviluppo del settore rispettoso dell’ambiente, della collettività ed economicamente valido. Confagricoltura è fortemente impegnata nella valorizzazione di queste aziende, che fanno parte del progetto Ecocloud, la rete delle buone pratiche in cui sono state raccolte, e condivise con le imprese, i consumatori e i trasformatori, esperienze di sostenibilità in campo ambientale, economico e sociale”.
Il pregio della Legge sull'agricoltura sociale – ha aggiunto Marco Di Stefano, presidente della Rete delle Fattorie sociali, di cui fanno parte numerose aziende agricole di Confagricoltura – non è solo quello di creare un primo quadro uniforme di regole per la definizione del settore, ma anche di voler fornire gli strumenti alle Fattorie sociali per superare gli ostacoli burocratici. Ora serve l’emanazione dei decreti attuativi e il lavoro delle Regioni per il riconoscimento delle attività già esistenti e di quelle nuove, che deve coinvolgere da parte delle Istituzioni gli operatori dell’agricoltura sociale”.
 
Coldiretti: "Nuovo modello di welfare che vede l’agricoltura protagonista
Da un'indagine Coldiretti su dati Ipr marketing risulta che quasi sette italiani su dieci (68%) esprimono gradimento per l’agriospizio dove poter trascorrere la vecchiaia a contatto con la campagna mentre più di tre italiani su quattro (78%) vorrebbero far frequentare ai propri figli una fattoria didattica a contatto con gli animali e le piante coltivate. Nell'ambito del convegno è stata inoltre aperta la mostra dei prodotti di San Patrignano, la comunità che per prima ha utilizzato l’agricoltura sociale quale strumento per il recupero e il reinserimento di persone affette da dipendenze. 
Nell'agricoltura sociale sono impegnate già oggi oltre mille e cento imprese agricole e cooperative, attorno alle quali gravitano decine di migliaia di rifugiati, detenuti, disabili, tossicodipendenti, sottolinea Coldiretti. Lungo tutta la Penisola stanno nascendo esperienze molto diversificate che vanno dal recupero e reinserimento lavorativo di soggetti con problemi di dipendenza (droga e alcool in particolare) all’agricoltura terapeutica (ortoterapia, ippoterapia), con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ma anche il reinserimento sociale e lavorativo di persone emarginate (minori a rischio, disoccupati di lunga durata) e l’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità (agriasilo, orti per gli anziani).
E’ nato un nuovo modello di welfare che vede l’agricoltura protagonista con progetti imprenditoriali dedicati ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona” ha affermato il presidente Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare: “Una svolta epocale con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona”.

Alleanza cooperative: "Puntare a un marchio etico riconoscibile"
E' fondamentale che al prodotto dell’agricoltura sociale venga collegato un vero e proprio marchio etico riconoscibile, così che i consumatori possano associare a quel prodotto tutto il sistema valoriale che ne sta dietro” ha detto il presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri che ha aggiunto: “come cooperazione riteniamo che la via maestra sia quella della collaborazione tra chi da sempre svolge attività socio-sanitaria e di assistenza ai soggetti svantaggiati, come le numerose cooperative sociali, e chi, come l’impresa agricola, ha l’esperienza, la terra e i mezzi per poter mettere una parte della propria azienda al servizio dei più bisognosi”. Mercuri ha auspicato un impegno anche da parte della distribuzione, che “dovrebbe valorizzare diversamente i prodotti dell’agricoltura sociale, ad esempio studiando un sistema attraverso il quale parte dei ricavi delle vendite possano essere utilizzati per fare promozione specifica”.

 

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