L'accordo europeo. L'accordo prevede che gli Stati membri possano proibire la coltivazione sul proprio territorio di colture Ogm anche se autorizzate a livello europeo da Bruxelles. Questo avverrà tramite formale richiesta alla Commissione europea di imporre alle aziende biotech di escludere tali colture dalle richieste di autorizzazione per quanto riguarda il singolo Paese. Per questo bando si potranno addurre ragioni non solo legate alla salute o all'ambiente ma anche questioni di ordine pubblico e di pianificazione territoriale.
Tonio Borg è "ragionevolmente ottimista". Dopo la riunione dei Rappresentanti dei 28 Stati membri presso l'Unione, il Commissario Ue alla Salute e consumatori si è detto fiducioso che si possa trovare un compromesso su un dossier da anni bloccato per un gioco di veti incrociati. Il suo portavoce ha spiegato che la Francia ha tenuto un atteggiamento costruttivo, mentre la Germania sembra aver assunto una posizione flessibile. Solo il Belgio ha annunciato che sul dossier si asterrà dal voto.
Italia favorevole al compromesso. "Siamo in attesa del passaggio del 12 giugno, quando i ministri dell'ambiente dell'Ue sono chiamati a decidere le proposte della presidenza greca, che sosteniamo anche noi, di configurare la possibilità che gli Stati decidano autonomamente se coltivare o no Ogm". Lo ha detto il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, a margine di una iniziativa di Coldiretti a Firenze. “Questo ci darebbe modo di completare entro l'anno la normativa europea, e quindi, darebbe modo all'Italia, durante la sua presidenza, di perfezionare i passaggi dei provvedimenti necessari", ha aggiunto il ministro.
Gli Ogm oggi in Europa. Dopo il ritiro dell'autorizzazione della patata Amflora, oggi risulta coltivabile in Europa solo il mais Mon 810. Per il mais 1507 della Pioneer non è stato ancora invece trovato alcun accordo. Va ricordato che la questione del mais Pioneer è stata sfruttata dalla Commissione europea per obbligare gli Stati nazionali a prendere una decisione sul regolamento in questione da anni bloccato per mancanza di un accordo.
I Paesi Ue pro Ogm. Oltre alla Gran Bretagna, da sempre madrina degli Ogm in Europa, nel 2013 sono stati 5 su 28 i Paesi che hanno deciso di dare spazio all’agricoltura biotech: Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania - con appena 148mila ettari di mais transgenico Mon810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna.
I dubbi degli ambientalisti. Secondo gli ambientalisti – posizione sposata anche da alcuni Paesi come la Francia, oggi tuttavia più possibilista – la procedura di ritiro dell'autorizzazione degli Ogm darebbe alle aziende biotech troppo potere in quanto subordinerebbe un eventuale divieto nazionale ad una loro azione (appunto l'eliminazione di un dato prodotto dalla domanda di autorizzazione europea). Inoltre si teme anche che queste aziende possano rivolgersi all'Organizzazione mondiale del commercio accusando un dato Paese di discriminazioni commerciali.
I prossimi passi. Al Consiglio Ue dell'Ambiente del 12 giugno per raggiungere l'accordo politico basterà un voto a maggioranza qualificata da parte degli Stati. Se l'intesa politica verrà raggiunta, il dossier passerà all'esame del nuovo Parlamento europeo che si riunirà ufficialmente il 1 luglio, giorno in cui inizierà proprio la presidenza italiana dell'Ue. La nuova legge potrebbe essere adottata tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015.