Un voto “neutro” da parte dei rappresentanti delle capitali darà alla Commissione europea carta bianca per portare avanti il proprio piano d’azione per l’olio d’oliva, che mira ad aumentare la trasparenza e difendere i prodotti di qualità.

Intanto, in Italia, la legge “salva olio”, detta anche "legge Mongiello" (dal nome della senatrice Pd, Colomba Mongiello, che l'ha firmata) nonostante la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale il 31 gennaio 2013, risulta sospesa da Bruxelles.


Legge italiana “salva olio": stop fino a novembre

La Commissione Ue, con decisione n. 2012/650/I  ha sospeso l'applicazione della legge per un anno, fino al 22 novembre 2013. Il provvedimento punta alla trasparenza delle informazioni in etichetta e ai controlli, per promuovere l’olio di qualità e fissando più rigide condizioni per le promozioni, per evitare le svendite sottocosto. 

Come il regolamento europeo discusso ieri a Bruxelles, anche la legge italiana prevede di metter mano alle consuetudini presso ristoranti e hotel, vietando in questo caso i contenitori di olio anonimi, senza etichetta.
Ci sono poi disposizioni riguardanti l’etichetta, in particolare il divieto di riportarvi informazioni non verificabili riferite a Denominazioni di origine protetta (Dop) e Indicazioni geografiche protette (Igp). 
Tutte norme, però, che per ora non potranno essere applicate poiché sospese, in attesa di chiarimenti, da parte delle autorità di Bruxelles.
A non convincere a livello comunitario è soprattutto la disposizione riguardante il cosiddetti “panel test”, dei comitati di assaggio che avrebbero responsabilità di controllo, giudicando la qualità degli olii. 
Bruxelles teme che in queste giurie possa sedere qualche rappresentante del settore, facendo scattare evidenti problemi di conflitto d’interessi.  
La sospensione, retrodatata al 22 novembre - giorno successivo alla notifica presso la Commissione europea - durerà un anno. Nel frattempo, sono in corso scambi epistolari tra i servizi responsabili a livello nazionale ed europeo per chiarire tutte le questioni dubbie.



A livello europeo: rafforzamento controlli e sanzioni...

Intanto a Bruxelles si lavora per mettere a punto una serie di iniziative per promuovere la filiera dell’olio d’oliva, già presentate dalla Commissione europea già lo scorso giugno.
Ieri, nel corso del Comitato di gestione Ocm unica - Ortofrutta e olio di oliva, è toccato ai rappresentanti tecnici dei 27 Stati membri esprimersi su 2 Regolamenti.

Il primo è concepito per informare meglio i consumatori e promuovere l’immagine del prodotto di qualità: si pensa a nuove regole sulle caratteristiche dell’olio e sui metodi di analisi e a rafforzare controlli e sanzioni.
In particolare, l’Esecutivo di Bruxelles vorrebbe introdurre un tasso minimo di controlli, per i quali le singole capitali sarebbero obbligate a comunicare i risultati in maniera standardizzata, quindi uguale per ogni Paese. Per combattere le frodi, parte della riflessione si concentra anche su una stretta da punto di vista delle sanzioni. Su questo regolamento, la Commissione europea avrà mano libera per approvare, in sede di Collegio, le proposte che aveva avanzato: procedura che scatta quando i rappresentanti nazionali non raggiungono una maggioranza qualificata né a favore né contro.
C’è da sottolineare, comunque, come in questo caso molti degli Stati membri si siano comunque espressi a favore delle nuove norme.


..e no al riutilizzo delle bottiglie

Anche sul secondo regolamento non è stata raggiunta una maggioranza qualificata, ma in questo caso si trattava di un voto indicativo: le proposte torneranno sulla tavola del Comitato di gestione dopo essere passate al vaglio dell’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), che dovrà render note le proprie osservazioni entro due mesi, come sempre avviene per le norme che possono avere un impatto sul commercio.

Il regolamento contiene infatti diverse disposizioni piuttosto tecniche, in primis un divieto del riutilizzo delle bottiglie di olio, richiedendo l’uso di imballaggi che non consentano il riempimento alla fine del primo utilizzo.
In pratica, nei ristoranti, negli hotel o presso i catering, gli addetti ai servizi non potranno riempire bottiglie con determinate indicazioni in etichetta con altro olio di diversa qualità.
Un divieto che poi già esiste in alcuni Paesi europei, per esempio in Portogallo, e che ora si vuole estendere a livello comunitario. In arrivo anche nuove regole per le etichette, dove la denominazione del prodotto e della sua origine dovranno essere indicate in maniera più visibile e leggibile.

Il ministro Catania è soddisfatto

“Con l’approvazione da parte del Comitato delle modifiche ai regolamenti europei è stato compiuto un passo importante per il rilancio del settore e per la tutela degli operatori e dei consumatori".
Lo ha detto il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, commentando quella che - per la verità - non è stata una vera e propria "approvazione", dal momento che il voto è stato "neutro" e non ha portato a una maggioranza qualificata.

il titolare del Mipaaf auspica che si continui a lavorare "per giungere quanto prima all’adozione di tutte le misure previste nel Piano d’azione comunitario per l’olio d’oliva, presentato a maggio dal Commissario Ciolos,  in particolare sul miglioramento dei  parametri qualitativi, in primis per gli alchil esteri, nonché sull’adozione di apposite misure strutturali necessarie per rilanciare la competitività delle nostre aziende”.


Lo ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania commentando l’approvazione, nel corso del Comitato di gestione OCM unica - Ortofrutta e olio di oliva – nel tardo pomeriggio di ieri, di alcune importanti modifiche ai regolamenti (UE) n. 29/2012 e (CEE) n. 2568/91, rispettivamente per quanto concerne le norme di commercializzazione degli oli di oliva ed i controlli nel settore.