Nelle ultime ore un campo anticiclonico disteso dalla Spagna al centro Europa ha garantito il bel tempo anche su gran parte della penisola italiana, rinnovando così condizioni di tempo stabile e soleggiato. La protezione non sarà però totale e verrà lasciata aperta qualche finestra per incursioni d'aria fredda verso l'Europa orientale. I primi sintomi di un cambiamento più significativo arriveranno alle porte della nuova settimana.

Il punto della situazione
L'azione dell'alta pressione è risultata più significativa sulle regioni del mezzogiorno, dove i cieli si sono mantenuti in prevalenza sereni o poco nuvolosi. Solo alcuni addensamenti prevalentemente innocui hanno interessato l'area tra la Sicilia settentrionale e la Calabria tirrenica, generati da residue correnti di Maestrale.
Il campo anticiclonico ha inoltre favorito una scarsa dinamicità atmosferica e un ristagno di umidità nelle vallate appenniniche del Centro, che hanno dato vita a locali foschie o banchi di nebbia.
Discorso diverso al Nord, ove il bel tempo non è stato garantito totalmente da una nuvolosità alta e stratiforme, sintomo di una perturbazione in azione oltre l'arco alpino. Da segnalare anche la presenza di nebbie tra pianure veneto-friulane e Venezie che hanno ridotto la visibilità all'alba al di sotto dei 100 metri.

Temperature in flessione
Dopo l'assaggio quasi estivo delle ultime settimane, soprattutto sulle regioni meridionali, i valori termici sono tornati in linea con il periodo. L'allontanamento della perturbazione verso est ha permesso una ventilazione prettamente dai quadranti settentrionali, che ha innescato una diminuzione delle temperature anche sulle regioni meridionali.
Come accennato, l'Italia riuscirà a godere solo momentaneamente di temperature consone al periodo, perché nei prossimi giorni non mancherà un nuovo importante rialzo termico. Grazie a correnti tipicamente subtropicali - con supporto d’aria Nord africana - i valori si attesteranno ancora una volta oltre la norma, con scarti rispetto alla media anche di 4-5 gradi. In Sardegna e Sicilia, le due regioni più vicine al nucleo della struttura anticiclonica, potrebbero addirittura raggiungere punte di 30°C.

Assaggio simil estivo
Quella che sta per verificarsi può essere ritenuta a tutti gli effetti la classica "ottobrata", ovvero un periodo condotto dall'alta pressione e caratterizzato da temperature superiori alla norma. Per un vero cambio di marcia stagionale occorrerà aspettare almeno la seconda decade del mese, quando sembra intravedersi il nodo cruciale dell'evoluzione meteo-climatica, ove prendono piede due possibili ipotesi evolutive.
Tutto è ancora una volta deciso dal ruolo dell'alta delle Azzorre. Alcuni modelli vedono un persistere di questa figura nel bacino del Mediterraneo, capace di confinare le perturbazioni sul nord Europa e costringerle a caricarsi d'aria fredda prima di scendere verso sud. Altri si orientano per una maggiore attività ciclonica a ridosso del Regno Unito, che potrebbe assicurare l'abbassamento nel nastro perturbato.

Evoluzione
L'avvio al weekend sarà caratterizzato da condizioni di tempo stabile su gran parte dell'Italia. Qualche refolo instabile potrà interessare solo le regioni settentrionali, derivante dalla presenza di nubi basse soprattutto nelle prime ore del giorno. Non viene esclusa la possibilità di qualche piovasco in Liguria e Toscana, con un possibile coinvolgimento della Val Padana occidentale. La situazione rimarrà invariata sino a domenica, quando una perturbazione raggiungerà le Alpi innescando un incremento della nuvolosità associata a qualche fenomeno lungo i crinali alpini confinali.
La nuova settimana aprirà all'insegna di correnti più fresche sulle regioni adriatiche, determinando una flessione termica e un parziale aumento della nuvolosità, sintomo di un imminente indebolimento dell'alta pressione, annunciato al giro di boa mensile. E' da stabilire con ulteriori aggiornamenti se avrà un carattere più umido atlantico o freddo scandinavo.

Conclusioni
Tutti i modelli sono concordi nell'indicare un cambio di rotta, che tra l'altro potrebbe avvalersi di un supporto assai freddo con conseguente brusco calo termico. Le condizioni climatiche diverrebbero localmente tardo-autunnali e la neve potrebbe fare la sua prima comparsa a quote medie sui rilievi alpini e appenninici centro settentrionali.