Dopo mesi di discussioni, il Parlamento europeo presenta la sua posizione in risposta alla riforma della Politica agricola comune (Pac), presentata dalla Commissione europea lo scorso ottobre. Settecento proposte di modifica che rappresentano un “punto di partenza”, come spiega il presidente della Commissione agricola al Parlamento (Comagri), Paolo De Castro, auspicando una discussione interna che porti al voto in autunno.
Si tratta infatti, per ora, delle proposte dei tre europarlamentari incaricati del dossier, che saranno discusse e modificate in base alle posizioni (politiche e nazionali) di tutti i deputati Comagri.
Greening
Secondo la proposta della Commissione europea, il 30% dei pagamenti diretti (sostegno al reddito degli agricoltori), vanno condizionati all’adozione di pratiche eco-compatibili. Se un agricoltore, però, non si mette in regola con queste norme, pensate per promuovere la sostenibilità ambientale, rischia di essere multato. Più soft, invece, la proposta dei relatori del Parlamento: sì al 30% di eco-aiuti, ma no a ulteriori sanzioni.
Pagamenti diretti
L’eurodeputato che si è occupato della parte relativa ai pagamenti diretti, il portoghese Luis Manuel Capoulas Santos, definisce la proposta del Parlamento europeo sul sostegno al reddito “più ambiziosa” rispetto a quella della Commissione europea.
La necessità di base è quella di riequilibrare le dotazioni nazionali tra i 'vecchi' Paesi e quelli di più recente entrata nell’Unione europea. Il meccanismo di distribuzione dell’Euroassemblea prevede una convergenza più rapida attorno alla media europea, con i Paesi che percepiscono contributi più alti che se li vedono diminuire per sostenere gli Stati al di sotto del dato medio.
Per come è strutturato il calcolo, però, l’Italia pagherebbe meno di quanto dovrebbe sborsare secondo la proposta dell’esecutivo di Bruxelles; al contrario di Francia e Germania, cui è chiesto uno sforzo maggiore.
Controllo finanziario
Per quanto riguarda il controllo su come vengono spesi i finanziamenti europei, “è la semplificazione l’obiettivo del Parlamento – spiega Giovanni La Via, relatore per gli aspetti di audit finanziario – non si può far sprecare tempo prezioso agli agricoltori e sommergerli di carta”. Innanzitutto, i produttori dovrebbero avere la possibilità di presentare domande pluriennali per i pagamenti diretti, nel caso in cui non ci siano cambiamenti all’interno dell’azienda. Così facendo, non ci sarebbe l’obbligo di fare richiesta ogni anno, tranne nel caso di una modifica della domanda, indispensabile a seguito di cambiamenti interni. L’iniziativa è piaciuta a molti dei deputati Comagri, così come l’idea di introdurre un sistema di allerta pre-sanzione: “spesso chi produce commette errori di applicazione involontari, semplice sviste – spiega La Via –. In questi casi non possono vedersi subito comminata una sanzione elevata”. Un avvertimento preventivo permetterebbe alle aziende di mettersi in regola ed evitare salati rimborsi.
Diritti di impianto e zucchero
Il relatore per gli aspetti legati all’Organizzazione comune di mercato (Ocm), il francese Michel Dantin, propone il mantenimento fino al 2030 dei diritti d’impianto per i vigneti (mentre ad oggi è prevista una liberalizzazione del settore vitivinicolo a partire dal 2016).
Analogamente, suggerisce che le quote per lo zucchero, che saranno abbandonate da ottobre 2015, restino in vigore fino al 2019-2020. Se molti deputati si sono espressi a favore di una simile mossa, altri hanno ribadito la necessità di eliminare entrambi i sistemi, diffusamente criticati a livello di opinione pubblica.
Inoltre, si suggerisce una maggiore flessibilità tra il primo pilastro della Pac (aiuti diretti) e il secondo (sviluppo rurale), in modo da venire incontro a quei Paesi che, avendo difficoltà a mettere il proprio contributo economico per quei programmi che prevedono il co-finanziamento, finiscono per perdere risorse preziose e che potrebbero invece essere utilizzate laddove i fondi sono al 100% comunitari.
Si pensa anche a misure per promuovere l’accesso alla professione per i giovani, ad esempio attraverso garanzie bancarie per la concessione di prestiti e tramite incentivi all’estensione degli spazi, dato che l’accesso alla terra è uno dei problemi principali per le nuove generazioni.