Nuovo giro di consultazioni al Mipaaf sull'art. 62 del dl liberalizzazioni. Si è tenuto martedì mattina in via XX Settembre l'incontro con gli operatori economici che hanno espresso osservazioni e criticità sull'applicazione della norma che entrerà in vigore il prossimo ottobre. Associazioni e organizzaizoni della filiera agroalimentare avranno tempo fino al 25 maggio per inviare proposte scritte che saranno valutate in sede di discussione del decreto.

Intanto, si è tenuta a Roma l'assemblea di Unaproa che ha fatto il punto proprio sull’art. 62 della legge 27 del 24 marzo 2012, dal titolo 'Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari'.
"Il primo obiettivo di questa norma non è quello di demonizzare la Grande distribuzione, ma quello di dare alla Filiera Italia un assetto nuovo e diverso, per arrivare a una situazione in cui il nostro sistema agroalimentare non abbia bisogno di altri articoli 62".
In questi termini il ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, ha sintetizzato lo spirito che ha guidato il governo al varo di una norma che si propone di riequilibrare i rapporti di forza all’interno del sistema agroalimentare riavviando un processo evolutivo arrestatosi negli anni ’50.

Il provvedimento – che dovrebbe entrare in vigore il 24 ottobre prossimo - è stato salutato con favore dalle associazioni di rappresentanza degli agricoltori, tra cui Confagricoltura e Coldiretti, che si sono però riservate di dare un giudizio definitivo solo dopo la pubblicazione dei decreti attuativi, attualmente ancora in fase di redazione e attesi entro tre mesi.
L’art. 62 - Disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari - introduce elementi fortemente innovativi per il settore, a partire dall’obbligo della forma scritta per i contratti di cessione, che devono essere informati a principi di trasparenza, correttezza, proporzionalità e reciproca corrispettività delle prestazioni; vieta i comportamenti sleali nei rapporti di filiera; fissa a 60 giorni i termini di pagamento per i prodotti non deteriorabili e riduce a 30 quelli per la cessione di beni deteriorabili; definisce l’Autorità garante per la concorrenza ed il mercato come ente vigilante e, infine, stabilisce per le violazioni una sanzione fino a un massimo di 500mila euro.

 

 

Roma, i relatori all'assemblea di Unaproa

 

"L’articolo – ha dichiarato Ambrogio De Ponti, presidente di Unaproa – introduce una serie di norme che avranno forti riflessi sul settore ortofrutticolo e ci auguriamo faccia da volano per positivi cambiamenti nell’ambito dei rapporti tra produzione, distribuzione e agroindustria, a tutto vantaggio della filiera nazionale".

Il grimaldello del provvedimento che dovrebbe scardinare l’attuale situazione è contenuto principalmente nei primi due commi che, secondo quanto affermato dai professori Felice Adinolfi dell’Università di Bologna, Angelo Frascarelli dell’Università di Perugia e Francesco Ricotta de “La Sapienza” di Roma, dovrebbero permettere di riallineare i rapporti tra produzione e distribuzione orientandoli verso una effettiva interdipendenza degli attori a scapito dell’attuale rapporto di dipendenza dei primi dai secondi.

Un aspetto tutt’altro che secondario e fortemente auspicato da tutti è che la presenza obbligatoria di un contratto scritto secondo gli elementi della norma potrebbero portare a riaprire ai produttori le porte del credito bancario per le aziende, elemento sottolineato anche da Arturo Semerari e Egidio Sardo, rispettivamente presidente e direttore generale di Ismea, che hanno evidenziato come l’Istituto sia già operativo in questo settore e quale ruolo esso potrebbe svolgere nell’indispensabile monitoraggio di costi e valori che la nuova norma richiederà.

 

 

Da sinistra, il presidente di Unaproa Ambrogio De Ponti e il ministro Mario Catania

 

Nodo cruciale ancora in attesa di scioglimento rimane comunque quello delle disposizioni attuative. "Stiamo lavorando in maniera costruttiva con tutti gli interessati affinché le potenziali criticità della norma siano eliminate a priori - ha dichiarato il ministro Catania - e siamo lieti che la grande distribuzione abbia deciso di abbandonare la politica dell’ostruzionismo in favore di una necessaria collaborazione".

Schietto l’on. Paolo Russo, presidente della XIII Commissione Agricoltura della Camera: "Sappiamo che l’art. 62 è un vero e proprio 'intervento a gamba tesa' sul mercato; un tipo di intervento che non amiamo ma che era assolutamente necessario fare.
La norma ha avuto una gestazione relativamente breve dovuta all’urgenza dei problemi che è chiamata a risolvere. Probabilmente è migliorabile e sarà migliore già dopo la pubblicazione delle disposizioni di attuazione.

Per sapere se lo spirito con cui è stata scritta, quello di rendere comuni comportamenti oggi considerati 'virtuosi', possa effettivamente attecchire in maniera stabile nel nostro sistema non c’è neanche bisogno di attendere la sua entrata in vigore: se tutta la filiera saprà guardare verso la stessa direzione, già dalla prossima campagna potremo assistere alla genesi di un nuovo modello".