Veneto
Vino e mercato: il Veneto punta sulla qualità

Punta sulla qualità la vendemmia 2011 in Veneto: dei circa 8 milioni di ettolitri di vino prodotti, infatti, quasi la metà saranno a Doc, da quest'anno con 14 Docg. Con questa vendemmia infatti arrivano in Veneto tre nuove Denominazioni d'origine controllata e garantita, che portano appunto a 14 le produzioni enologiche posizionate in cima alla scala dei riconoscimenti territoriali. Si tratta dei vini Colli di Conegliano, Friularo di Bagnoli e Montello Rosso.

"Delle Doc - spiega l'assessore regionale all'Agricoltura Franco Manzato - tre hanno dimensioni qualitative e quantitative senza concorrenti: si va dalla Denominazione Prosecco, le cui stime valutano in oltre 340 milioni di bottiglie lo spumante venduto (68 milioni solo di Docg Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene); alla Doc Valpolicella con circa 550 mila ettolitri, alla Doc Soave da poco meno di 450 mila ettolitri".

"Oggi il Veneto - conclude Manzato - primo esportatore enologico a livello nazionale e di fatto il maggiore produttore di vini da vitigni autoctoni di qualità, è il territorio che presenta la più alta competitività nel mercato mondiale".

L'andamento climatico dell'annata 2011 è stato nel complesso altalenante, con sbalzi di temperatura e piovosità durante quasi tutta la stagione vegetativa. Le operazioni di raccolta sono iniziate il 16 agosto per le uve precoci, a causa dell'anticipo del ciclo vegetativo di circa sette giorni rispetto alla media. Il gran caldo registrato nella seconda metà di agosto ha invece creato sovente delle condizioni di stress per i vigneti rallentando la maturazione e determinando una conclusione delle operazioni di vendemmia in date più vicine alla consuetudine.

Dal punto di vista qualitativo, i bianchi hanno sofferto particolarmente il caldo di agosto, che ha causato la riduzione dei valori acidici e l'appiattimento della complessità aromatica, mentre per i rossi il 2011 potrebbe rivelarsi una grande annata

Il freddo autunnale di questi ultimi giorni, infatti, ha dato una spinta all'eccellenza ai rossi, le cui uve sono ancora nelle vigne, come il Raboso e il Friularo. "In questi giorni - spiega Manzato - si stanno vendemmiando le uve a maturazione tardiva, le cui operazioni si concluderanno entro ottobre, che, pur in anticipo rispetto agli altri anni, hanno potuto usufruire del calo termico dei giorni scorsi".

Straordinario anche lo stato sanitario delle uve, probabilmente dovuto a un maggiore ispessimento della buccia, e ciò ha consentito di ottimizzare l'epoca di raccolta di molte varietà.

Per quanto riguarda l'andamento commerciale, la vendemmia 2011 continua il trend positivo riscontrato lo scorso anno, dopo 3 annate consecutive (dal 2007 al 2009) di ribassi generalizzati che avevano messo a dura prova la redditività di molte aziende vinicole. I dati desunti dalle borse merci delle Camere di commercio di Treviso, Verona, Padova e Venezia, mostrano incrementi positivi per tutte le aree di produzione e per tutte le tipologie di uve. Complessivamente si osserva in Veneto un aumento del prezzo medio delle uve del 28% rispetto al 2010, ma gli incrementi per alcune varietà superano il 30-40%. In provincia di Treviso l'aumento del prezzo medio è pari al 14%, con buoni risultati anche per il Prosecco (+23% per il Doc e +21% per il Docg), mentre in provincia di Venezia il recupero rispetto alla flessione degli scorsi anni è più evidente: si registra mediamente un +48% con incrementi interessanti anche per le uve a bacca rossa.

Fonte: Regione Veneto

 

Toscana
Ovini: stagione delle trattative già calda nel Volterrano e nella Val di Cecina 

"Il prezzo giusto è quello che permette all'azienda di continuare a produrre latte". E' questo il presupposto che dovrà sopravvivere alla base delle trattative tra allevatori ovicaprini ed industria di trasformazione che, secondo la Coldiretti di Pisa "dimostra, con il suo atteggiamento, la totale mancanza di volontà di arrivare ad un confronto che parta dall'analisi reale dei costi aziendali".

La tregua, tra i due anelli fondamentali della filiera casearia, è durata appena il tempo di un'estate: sembra già finita a meno di un nuovo accordo lampo, entro la fine dell'anno. E' già nel vivo la nuova stagione di trattative nel pisano, in particolare nel volterrano e nella Val di Cecina dove è concentrato il 75% del patrimonio ovicaprino. Stagione destinata ad aprirsi anche nel pisano dove Coldiretti sta programmando, al fine di informare con tempestività le imprese, un ciclo di assemblee.

Gli allevatori "non chiedono la luna ma semplicemente un prezzo minimo garantito sulla base di griglie e parametri ben definiti - spiega Aniello Ascolese, direttore provinciale Coldiretti - Gli allevatori sono costretti, non certo per volontà loro, a subire costi di produzione sempre maggiori scatenati dall'effetto, per esempio, del caro mangimi, a fronte di un prezzo del latte alla stalla non remunerativo".

Tra i punti contestati dagli allevatori all'industria "la volontà ad organizzarsi direttamente nel settore della trasformazione e della commercializzazione". Difetti che condizionano, attraverso una sorta di effetto domino, tutta la filiera partendo da chi sta al primo anello: gli allevatori. "Abbiamo apprezzato il ruolo svolto dalla Regione Toscana che ha individuato risorse economiche importanti a favore delle imprese di trasformazione pari a 600 mila euro da investire sul fronte della qualità, della promozione e della valorizzazione del prodotto - conclude Ascolese - fino al 31 dicembre l'accordo è stabilito ma serve arrivare ad un nuovo accordo di filiera non più tardi di novembre stabilendo un prezzo minimo garantito sulla base di griglie e parametri ben definiti. E' questa la condizione di partenza per trattare con gli allevatori".

Fonte: Redazione Virtuale

 

Lombardia
Uva, viti e vino: tutto on line con un solo click

A partire da questa vendemmia i viticoltori lombardi, con un'unica procedura totalmente informatizzata, potranno presentare l'iscrizione del vigneto nello schedario vitivinicolo, la rivendicazione delle produzioni a DO/IG e la dichiarazione di vendemmia e di produzione.

Adempimenti necessari, questi, per certificare la produzione e ottenere contribuiti comunitari

Il nuovo sistema operativo consentirà di ridurre di 2/3 la mole degli adempimenti cui le aziende e l'amministrazione hanno dovuto fare fronte nel 2010, riducendo a 5.500 domande le 15.100 dell'anno scorso (arrotondando, erano infatti pervenute 3.000 domande di iscrizione agli albi, 6.600 domande di denuncia uve, 5.500 domande di rivendicazioni). Da oggi tutti i produttori, direttamente o tramite propri delegati, potranno effettuare una dichiarazione unica, collegandosi al Sistema informativo agricolo regionale (Siarl); il Sistema verificherà la congruità delle informazioni inserite, restituendo un dato certificato e valido ai fini di legge.

"La semplificazione amministrativa e la riduzione dei costi burocratici a carico delle aziende - ha commentato l'assessore regionale all'Agricoltura Giulio De Capitani - sono tra gli obiettivi prioritari di questa legislatura. Più tempo speso nelle stalle e nei campi e meno tra le carte: è questa una delle richieste più ricorrenti del mondo agricolo lombardo. Con la messa in rete di questa procedura unificata vogliamo dare una risposta concreta".

Fonte: Regione Lombardia

 

Lazio
Fondi per gli allevatori, botta e risposta tra organizzazioni agricole e assessore

Le federazioni regionali di Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil e Confederdia hanno diffuso un comunicato nel quale criticano la decisione della Regione che, "a causa dei tagli operati dal ministero delle Politiche agrarie, ha deciso di non assegnare la seconda tranche del contributo pubblico alle Associazioni provinciali allevatori (Apa)", corrispondente a circa un milione e mezzo di euro.

"Quanto sta accadendo è paradossale - affermano i segretari regionali delle organizzazioni - perché, mentre da un lato l'assessorato parla di filiera, di controlli di qualità, di certificazioni, dall'altro azzera le risorse necessarie a garantire questi controlli e i processi di tracciabilità che le Apa e l'Associazione regionale allevatori del Lazio realizzano".

"Si tratta di una situazione insostenibile - avvertono i segretari - che mette a rischio gli stipendi dei lavoratori e pregiudica il controllo della filiera del latte e della carne".

"Se la situazione dovesse restare inalterata - concludono i segretari - siamo pronti alla mobilitazione".

La risposta dell'assessore regionale all'Agricoltura, Angela Birindelli, non si è fatta attendere: nel definire "grave e irresponsabile" la nota diffusa dalle organizzazioni agricole, l'assessore aggiunge che si tratta di "pura disinformazione o, peggio, pura demagogia politica". Il Lazio, rende noto l'assessore, è stata tra le poche Regioni italiane che hanno stanziato sul bilancio fondi propri (circa 3 milioni di euro) per sopperire ai tagli del ministero delle Politiche agricole e coprire tutta l'attività delle Apa per l'annualità 2011. 

"Una prima tranche da circa 1,4 milioni di euro - fa notare l'assessore - è stata già impegnata e pagata e abbiamo inserito la seconda tranche tra gli impegni prioritari della Regione, malgrado i tagli apportati al bilancio regionale".

Tutto risolto dunque? Per niente: "Le parole dell'assessore, anziché rispondere alle giuste istanze rappresentate dalle parti sindacali, tradiscono un certo nervosismo, dovuto forse al fatto che da più parti arrivano denunce di assenza di una politica agricola". E' la risposta di Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil e Confederdia. "Crediamo che non si faccia disinformazione né tantomeno demagogia quando in ballo ci sono gli stipendi dei lavoratori e la sopravvivenza delle loro famiglie".

"Che la Regione abbia tagliato i fondi - proseguono - non è una nostra invenzione, visto che la comunicazione è stata fatta dalla Regione stessa al sistema degli allevatori". 

"E' della massima urgenza - concludono i segretari - capire se quanto scritto nella nota sia da considerare una garanzia di pagamento di quanto promesso o una semplice dichiarazione di circostanza".

Fonte: Agrapress

 

Piemonte
Zootecnia e vitivinicoltura: continua la semplificazione burocratica

A partire dal primo gennaio 2012 per tutte le aziende regionali l'aggiornamento del piano di utilizzazione agronomica sarà necessario solo ogni quinquennio anziché annualmente. 

A renderlo noto è la Regione, precisando che il provvedimento si traduce in un "vigoroso decremento dei tempi dedicati alla burocrazia".

Quanto al settore vitivinicolo l'assessorato all'Agricoltura conferma le agevolazioni per l'impiego alternativo dei sottoprodotti del vino. "Da oltre un anno - afferma l'assessore regionale all'Agricoltura, Claudio Sacchetto - stiamo procedendo ad abbattere tutti quegli iter amministrativi inutili che altro non fanno che rendere impossibile il lavoro dell'azienda agricola".

Fonte: Agrapress

 

Sardegna
Sospese le procedure di recupero degli aiuti previsti dalla legge 44

La giunta regionale della Sardegna ha deliberato la sospensione delle procedure di restituzione degli aiuti da parte degli operatori agricoli, per consentire la puntuale ricognizione delle situazioni debitorie ed avviare le opportune interlocuzioni con le banche.

Confagricoltura ha reso noto di aver appreso "con soddisfazione" la notizia di sospendere le procedure di restituzione dei pagamenti imposti dalla legge regionale 44, "che ha rappresentato una vera e propria scure che si è abbattuta pesantemente sul mondo agricolo".

"Ora - afferma il direttore della Confagricoltura regionale, Maurizio Onorato - è indispensabile che gli uffici regionali si attivino quanto prima per comunicare le importanti novità agli agricoltori coinvolti nella procedura di infrazione e che nei mesi scorsi hanno ricevuto la messa in mora".

"Questo provvedimento - conclude Onorato - è un importante passo verso l'azzeramento dei danni provocati dalla legge regionale 44. Ora si tratta di accelerare, per chiudere definitivamente questa partita".

Fonte: Agrapress

 

Umbria
Apicoltura, in arrivo i finanziamenti della Regione

La giunta regionale dell'Umbria ha stanziato 40mila euro per l'acquisto di mezzi per la produzione di miele.

Acquisto di macchine ed attrezzature per l'esercizio dell'attività apistica, per la lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti dell'apicoltura e adeguamento igienico sanitario dei locali destinati alla lavorazione del miele: sono queste le tipologie di interventi che verranno finanziate dalla giunta regionale attraverso il Programma 2011 della legge per l'esercizio e la valorizzazione dell'apicoltura in Umbria. 

I contributi La giunta, su proposta dell'assessore all'agricoltura Fernanda Cecchini, ha infatti approvato i criteri del bando a sostegno del settore per il quale sono stati stanziati complessivamente 40 mila equamente distribuiti tra le due tipologie. I contributi, in conto capitale, andranno a sostenere il 40% delle spese ammesse, elevabili al 50% per gli apicoltori che hanno almeno il 51% degli alveari in zone montane o svantaggiate. Il bando, che verrà pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Umbria del 19 ottobre, è rivolto agli apicoltori umbri, singoli o associati, che sono in regola con la denuncia degli alveari.

Fonte: Umbria24

 

Trentino
Un ponte per lo sviluppo rurale tra Trentino e Pakistan

Una delegazione di tecnici pakistani ha visitato in queste settimane la realtà frutticola trentina nell’ambito di un progetto di cooperazione internazionale volto a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni della Swat Valley attraverso un più razionale sviluppo della filiera ortofrutticola. 

Il progetto è stato finanziato dal ministero degli Affari esteri e gestito dall’Istituto agronomico per l’Oltremare in collaborazione con il Centro Trasferimento Tecnologico della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Visite guidate e lezioni teoriche organizzate sul territorio provinciale hanno consentito ai tecnici pakistani di confrontarsi con una realtà, quella trentina, di assoluta eccellenza nel campo della frutticoltura e di acquisire strumenti formativi utili al miglioramento della produzione e della commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli in Pakistan. Un momento di interazione tecnica e culturale che rappresenta la prima fase di un programma che si completerà il prossimo anno con la visita dei tecnici della Fondazione Mach presso le aree del progetto. 

Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige