“Testi banali, tanti errori, parti non tradotte o non aggiornate, interi settori di offerta turistica ignorati, nessuna indicizzazione sui motori di ricerca” queste le valutazioni a cui Agriturist (Confagricoltura), dopo aver più volte sollecitato, senza ottenere risposta, modifiche e integrazioni al sito ufficiale del turismo italiano, www.italia.it, unisce una ferma protesta. 

"All'inizio del 2009 - dice il presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio - avevamo accolto con soddisfazione le assicurazioni del ministro Brambilla di riaprire e valorizzare il sito www.italia.it, chiuso in precedenza dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per il turismo, Francesco Rutelli. Il sito, nelle intenzioni del ministro, avrebbe dovuto tornare on-line nel giro di sei mesi sotto il controllo di un apposito Comitato di monitoraggio, responsabile del rispetto dei tempi e della qualità dei contenuti".

"Fra aprile 2010 e marzo 2011 - prosegue il presidente di Agriturist - abbiamo sollecitato tre volte il ministro del Turismo affinché ponesse rimedio alle vistose lacune e alle molte inesattezze di www.italia.it, senza ottenere risposte o soluzioni. In particolare, abbiamo denunciato la totale esclusione, dalla presentazione del settore extralberghiero, che pure rappresenta la quota maggioritaria della ricettività nazionale, e in particolare dell'agriturismo".

Inoltre, precisa Agriturist, è stato recentemente modificato il sito internet dell'Enit con una nuova esclusione dei comparti extralberghiero e agrituristico, che appena pochi mesi fa, dopo anni di oscuramento, erano stati finalmente presi in considerazione.

"E' urgente - conclude Vittoria Brancaccio - lavorare efficacemente su www.italia.it per dare un contributo concreto al rilancio del turismo italiano che, nel 2010, ha registrato, secondo l'Osservatorio Nazionale del Turismo, una nuova pesantissima flessione del 14,5% sul 2009"

Al ministro del Turismo, Agriturist chiede una vigorosa iniziativa di coordinamento della promozione regionale per correggere immediatamente una situazione che vede le imprese del settore lasciate sole di fronte alla perdurante crisi, con il bilancio dell'Enit dimezzato (già chiuse le sedi di Monaco di Baviera, Berlino e Amsterdam) e la tassa di soggiorno che penalizza ulteriormente la competitività.