“Davanti alla nuova escalation dei prezzi alimentari, rinnoviamo la nostra proposta per un futuro con più agricoltura. Non solo. La riforma della Pac post 2013, oltre a contenere reali sostegni alle imprese agricole, deve prevedere efficaci misure contro le crisi di mercato, in modo da intervenire immediatamente per fronteggiare la volatilità delle quotazioni delle commodity, le cui impennate rischiano, purtroppo, di portare alle lacrime. Siamo, quindi, pienamente d’accordo con quanto sostenuto dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. C’è l’esigenza di una risposta pronta e coordinata da parte della comunità internazionale”. Lo ha sostenuto il presidente della Cia, Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, preoccupato per una situazione che giorno dopo giorno sta divenendo sempre più esplosiva e con conseguenze sia per i paesi poveri che per quelli industrializzati.
“Il governatore Draghi - ha detto il presidente della Cia - ha toccato un nervo scoperto. Sono preoccupazioni che condividiamo, anche perché da tempo sosteniamo l’esigenza di affrontare il problema alimentare con la dovuta incisività. S’impongono politiche che permettano di aumentare la produttività agricola nei paesi più poveri. Per sconfiggere l’emergenza alimentare e combattere la povertà occorre promuovere investimenti in progetti irrigui ed infrastrutturali, garantire l’accesso dei piccoli agricoltori al mercato dei fattori, a partire dalla terra. Insomma, serve più agricoltura per sfamare il Pianeta”.
“Di nuovo le materie prime agricole sono considerate derrate strategiche, non più nello scenario della contrapposizione tra blocchi, ma legate alle prospettive di crescita dei paesi emergenti e alle loro politiche di autosufficienza alimentare. Rivalutare l’agricoltura - ha concluso Politi - non appartiene più ad un semplice senso nostalgico, ma è ormai divenuta risorsa indispensabile per il futuro”.
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