In occasione dell’ultima sessione del 2010 del Consiglio dei ministri europei dell’Agricoltura svoltosi a Bruxelles, il presidente della Cogeca Paolo Bruni ha incontrato il ministro belga Sabine Laruelle, presidente di turno uscente  dell’Ue e il ministro ungherese Sàndor Fazekas futuro presidente di turno dell’Ue, per affrontare i temi all’ordine del giorno, ovvero la recente comunicazione sul futuro della Pac e le due proposte legislative sul settore latte e sulla politica di qualità adottate dalla Commissione nei gorni scorsi.

In ordine al dibattito sulla politica agricola post 2013, Bruni ha ricordato che le principali preoccupazioni dei produttori agricoli e delle cooperative europee sono legate alla proposta di un maggiore 'greening' in seno al primo pilastro e alla carenza di misure concrete per correggere lo squilibrio nella filiera alimentare.

“Pur condividendo l’obiettivo di fornire giustificazioni supplementari dei pagamenti diretti all’opinione pubblica – ha affermato Bruni – temiamo che le nuove misure comportino ulteriori costi e appesantimenti burocratici per gli agricoltori europei, che già stanno rispettando le norme più severe al mondo in materia di sicurezza alimentare, tracciabilità, protezione ambientale e benessere degli animali".

“Esortiamo inoltre il Consiglio – ha aggiunto Bruni – a collaborare con il Parlamento europeo e la Commissione nel proseguo dell’iter legislativo per la messa a punto di proposte efficaci per aumentare la competitività del settore agroalimentare, rafforzando in tal modo il difficile compito del Forum di Alto Livello sulla catena alimentare” recentemente insediatosi su iniziativa del vice-presidente della Commissione Tajani, e al quale il presidente della Cogeca è stato chiamato a fare parte.

Per quanto concerne il pacchetto legislativo latte, Bruni ha espresso condivisione sull’obiettivo di rafforzare le relazioni contrattuali e di dare maggiore trasparenza al mercato ma ha precisato che la proposta non costituisce una soluzione globale al problema.

Da ultimo sul tema della qualità, il presidente della Cogeca ha espresso “soddisfazione per il mantenimento di un regime specifico per i vini e le bevande spiritose oltre che per lo sforzo della Commissione di ridurre gli oneri amministrativi e abbreviare la procedura di registrazione, ma ha manifestato il timore di un possibile smantellamento delle norme di commercializzazione per alcuni settori e ha soprattutto lamentato l’esclusione della menzione “vendita diretta” dal campo di applicazione del testo, nonché l’assenza di proposte sulla programmazione produttiva dei consorzi, punti sui quali ha esortato il Consiglio e il Parlamento a colmare la grave lacuna”.