Un progetto per affrontare la relazione tra agricoltura biologica e cambiamenti climatici, basato sulla collaborazione tra le differenti realtà che riconoscono l’importante ruolo che può essere esercitato da questo genere di pratica agricola e di allevamento, quale efficace strumento di mitigazione dei cambiamenti climatici, oggi venerdì 28 maggio, dalle ore 10, durante il seminario “Un nuovo ruolo dell’agricoltura nei cambiamenti climatici”, inizierà da Terra Futura a svilupparsi un percorso verso la costituzione del “Tavolo nazionale su agricoltura biologica e cambiamenti climatici”.

L’iniziativa, coordinata da Icea, Istituto di certificazione etica ed ambientale, è stata avviata a seguito della costituzione del Rountable on Organic Agricolture and Climate Change avvenuta a Copenhagen lo scorso 16 dicembre, promosso tra gli altri anche da Fao ed Ifoam

FederBio, Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica, entra del progetto con la partecipazione al seminario di lancio di Davide Marino, presidente del Cursa - Consorzio universitario per la ricerca socio economica e l’ambiente, esponente del Comitato tecnico scientifico Federbio e coordinatore scientifico del Progetto Agrifootprint, modalità per il riconoscimento, la valutazione e la certificazione a livello nazionale del carbon footprint e le emissioni di gas serra dal settore agricolo.

“Si tratta di un passo importante – commenta Davide Marino – per ribadire il ruolo dell’agricoltura biologica nella strategia di mitigazione dei cambiamenti climatici, per sviluppare una metodologia per la quantificazione delle emissioni di gas ad effetto serra e il sequestro di carbonio nelle varie fasi di processo, come strumenti fondamentali d’azione nella strategia globale di sostenibilità agricola e di tutela ambientale” 

Sempre nell’ambito di Terra Futura, sabato 29 maggio, dalle ore 9.30, presso la Fortezza da Basso (Palazzina Lorenese) si tiene il seminario “Io sono un Bio-Contadino, non un industriale!”, durante il quale il mondo del biologico si confronta sulla filiera corta, per individuare e rimuovere lacci e lacciuoli che ne frenano efficacia e risultati. Le associazioni regionali aderenti a FederBio che hanno promosso il progetto "Filiera Corta Bio" cofinanziato dal Mipaaf  e la Rete nazionale della filiera corta Bio in questa sede aprono un confronto pubblico sul miglioramento della filiera corta biologica, come strumento di ulteriore e sana crescita del comparto.