I viticoltori sono preoccupati. Sono distanti i tempi della raccolta, ma già oggi ci si chiede se la prossima stagione  sarà difficile come quella del 2009. Difficile per l'uva da tavola, dove le due regioni protagoniste di questo settore, Puglia e Sicilia, si sono trovate a fare i conti con prezzi crollati anche del 40% rispetto ad un anno prima. Colpa del progressivo calo delle esportazioni, che dai picchi raggiunti fra il 2000 e il 2001 con 700mila tonnellate sono scese ora a sole 500mila tonnellate, un terzo o poco più dell'intera produzione. Il calo di questi ultimi anni non si è limitato solo all'export, ma ha coinvolto anche i prezzi, che hanno progressivamente perso terreno sino a precipitare del tutto nella scorsa campagna. Colpa non solo del calo dei consumi e della distribuzione organizzata, ma anche dei nuovi flussi di import/export da Egitto e Turchia che attraverso i “corridoi verdi” hanno visto transitare per la Puglia uva da tavola che in qualche caso è divenuta “pugliese” prima di giungere alla sua destinazione finale sui mercati europei.

Produzione Uve (anno 2009 – sintesi da Istat)
  Superficie (000 Ha) Produzione (milioni di tonn/hl)
Uva da tavola  70 13,3
Uva da vino 731 67
Vino 731 47,2

Le esportazioni italiane di uva tavola sono scese a 566 milioni di euro, un livello al di sotto del quale non si potrà andare nel 2010 se non si vuole compromettere la tenuta del settore. I viticoltori, per parte loro, dovranno anche intervenire sul fronte organizzativo, che vede il sistema dell'offerta debole e frammentato, in balia di una controparte commerciale che al contrario è stata capace di organizzarsi e di acquisire sempre maggiore potere contrattuale. C'è molto lavoro da fare anche sugli aspetti produttivi, continuando ad innovare, puntando sulla diversificazione varietale e orientandosi verso le nuove varietà senza semi che stanno incontrando il favore dei mercati stranieri.

 

Uve da vino

Anche i produttori di uva da vino guardano alla prossima stagione con preoccupazione. La produzione 2009 è stimata attorno ai 47 milioni di ettolitri, in linea o poco al di sotto di quella dell'anno precedente. Dunque con problemi di sovrapproduzione che la riduzione dei consumi di vino e le minori esportazioni potrebbero quest'anno persino accentuare. Un problema che riguarda non solo l'Italia, ma anche altri Paesi della Ue, tanto che Bruxelles ha proposto a partire proprio dal 2010 il finanziamento della “vendemmia verde”. A differenza della estirpazione dei vigneti, che rappresenta come intuibile una via senza ritorno, la vendemmia verde azzera la produzione con una raccolta che si effettua prima dell'invaiatura. Non tutti sembrano essere d'accordo su questa soluzione, i cui costi potrebbero azzerare i sostegni comunitari, rendendo di fatto inattuabile il progetto. Resta in ogni caso la necessità di favorire una ripresa del mercato intervenendo sulla produzione.  Un risultato che si potrebbe ottenere anche favorendo i flussi di export e l'incremento dei consumi.  Ma di progetti in questa direzione, al momento, non se ne vedono.