"Se il 2009 si era chiuso con un bilancio fortemente negativo, il nuovo anno non cambia affatto lo scenario. Il 2010 si è aperto con i problemi di sempre. Di un'agricoltura in crisi profonda, di imprenditori agricoli stretti da costi opprimenti e da un crollo dei prezzi praticati sui campi e con redditi in caduta libera (- 25,3% negli ultimi dodici mesi). La finanziaria non ha dato alcuna risposta. E al momento il governo continua ad ignorare una realtà drammatica per le nostre campagne. Manca attenzione e la svolta che il mondo agricolo auspica non s'intravede. E così quest'anno rischia di trasformarsi in una nuova débâcle per le imprese". E' quanto sottolinea il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi, preoccupato per una situazione veramente allarmante.

"Se non si interviene da subito con misure incisive e coraggiose e con nuove propulsive politiche, c'è il fondato pericolo che  migliaia di aziende agricole siano costrette a chiudere - avverte Politi - Già nello scorso hanno più di 30 mila hanno cessato l'attività. Purtroppo, si continua a notare un disinteresse totale nei confronti del settore. Nulla è cambiato rispetto alle promesse da parte del governo e dello stesso presidente del consiglio Silvio Berlusconi, che non si sono mai tradotte in una concreta realtà. I problemi di migliaia di imprese agricole restano, anzi rischiano di aggravarsi ulteriormente. Per questa ragione la nostra mobilitazione proseguirà ancora più incisiva proprio perché pretendiamo risposte valide dalle istituzioni e soprattutto dell'esecutivo che non può ignorare ulteriormente la gravità della situazione".

"Il 2010 - ribadisce il presidente della Cia - s'annuncia, dunque, ancora molto difficile per le sorti della nostra agricoltura. Noi, però, non accettiamo la logica del declino, né tantomeno staremo fermi davanti alla mancanza di una politica seria per l'agricoltura. Sin da adesso lanciamo la nostra sfida per un reale cambiamento e per fare in maniera che l'agricoltura venga considerata alla stessa stregua degli altri settori produttivi."

"La Cia si batterà con tenacia affinché - sostiene Politi - il settore primario possa ricominciare ad avere le certezze che oggi mancano. La Confederazione sarà ancora una volta in prima linea per lo sviluppo e la competitività delle imprese agricole. Attendiamo interventi concreti e nuove politiche che vanno adottati in tempi rapidissimi. Altrimenti rischiamo di perdere pezzi importanti di un patrimonio, quello agricolo, fondamentale per il Paese, la sua economia, la sua società".