“L’agricoltura italiana rischia il coma profondo. E’ sempre più emergenza nelle campagne. Tra gli agricoltori regna un forte malessere. Nei prossimi tre-quattro anni rischia di chiudere il 25% delle imprese. Occorre intervenire subito con interventi straordinari e concreti. Al governo abbiamo chiesto di convocare al più presto il Tavolo agroalimentare, al quale far partecipare, oltre al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni, poiché in diverse zone ci sono tensioni molto alte ed è in pericolo anche lo stesso ordine pubblico”. Lo ha sostenuto il presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi durante la grande manifestazione unitaria a Torino.
“Nella finanziaria all’esame della Camera vanno introdotte misure di reale sostegno alle aziende agricole. In quest’ultimo anno - ha affermato Politi - poco e nulla è stato fatto nei confronti del settore primario".
“Gli imprenditori agricoli - ha rimarcato - sono alle prese con grandi difficoltà. Dai pesanti costi produttivi, contributivi e burocratici al crollo dei prezzi praticati sul campi, ai problemi, spesso insormontabili, di accesso al credito. Per questo motivo, abbiamo chiesto al governo di dichiarare lo stato di crisi del settore. Ciò permetterebbe di rinviare il pagamento di tante scadenze contributive e fiscali che oggi gli imprenditori agricoli non sono in grado di assolvere".
“Non si può ascoltare soltanto la Confindustria e i sindacati dei lavoratori dipendenti. E’ giusta l’esigenza di dover affrontare il problema della Fiat, ma è altrettanto importante trovare soluzioni anche per il settore agricolo, con oltre un milione di famiglie interessate”. “Scendiamo in piazza - ha avvertito il presidente - perché vogliamo 'soldi veri' per il settore primario. Come è stato fatto per altri comparti produttivi, anche per l’agricoltura ci deve essere un valido flusso di risorse”.
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