La frenata della 'corsa' dei listini agroalimentari al dettaglio nel mese di ottobre (+0,1% rispetto al precedente mese di settembre e più 0,7% nei confronti dello stesso periodo del 2008) è la diretta conseguenza del crollo dei prezzi sui campi (-12,5% a settembre, che fa seguito al -16% di agosto).
Tuttavia, le quotazioni sugli scaffali di molti prodotti, in particolare quelli dei 'trasformati' rimangono care; comunque, sempre al di sotto dei livelli raggiunti negli ultimi anni. Lo segnala la Cia in merito ai dati provvisori dell’Istat sull’inflazione.
Oltre ai prodotti 'lavorati', la Cia segnala incrementi nei prezzi al consumo di pane e di alcuni derivati dei cereali (+0,6% rispetto a settembre scorso e +0,3% nei confronti del 2008).
Anche per la carne bovina si ha un rialzo mensile dello 0,2% e dell'1,1% annuale. Diversa la situazione per i prodotti 'freschi' (frutta, ortaggi), i cui prezzi al dettaglio, soprattutto in conseguenza della caduta verticale dei listini all’origine, sono rimasti stabili rispetto a settembre. La flessione ha interessato i prezzi all’origine di tutti i comparti agricoli.
Particolarmente accentuato è, avverte la Cia, il calo registrato dai cereali, che segnano un meno 26%, con punte anche del 35-40% per il grano duro e quello tenero.
Un drammatico tracollo si ha per la frutta e per gli ortaggi con flessioni, rispettivamente, del 22,3% e del 12,8%. Non meno confortante è la situazione per il comparto dei vini, i cui listini sono scesi, sempre a settembre scorso, del 18,6%. Ma il vero allarme nel panorama vitivinicolo è rappresentato dai prezzi all’origine delle uve, che sono diminuiti anche del 30-40% rispetto ad un anno fa.
Oggi un chilo di uva può avere un prezzo sul campo anche di soli 10 centesimi. Accanto ad una diminuzione per le colture industriali (-4,2%), la Cia segnala un forte calo dei prodotti lattiero-caseari (-14,6%). E’ soprattutto pesante la caduta del prezzo del latte alla stalla (-16% rispetto allo scorso anno). In discesa anche i listini per i suini (-11,9%) e per i bovini (-3,3%).