I costi per le imprese agricole sono ormai alle stelle. Tra mezzi di produzione (concimi, mangimi, sementi, antiparassitari, gasolio), oneri contributivi e burocratici, siamo in presenza di un peso sempre più insostenibile per gli agricoltori che, oltre a perdere competitività sui mercati, vedono ridurre in maniera drastica i propri redditi. Negli ultimi dieci anni, dal 1999 al 2008, abbiamo assistito ad aumenti che superano abbondantemente il 300%.
Una trend che si è confermato anche nel primo semestre del 2009. Da parte del governo solo promesse, ma niente misure concrete per ridurre questi costi. Sia i sei decreti anticrisi, varati nei mesi scorsi, che la finanziaria per il 2010 trascurano i problemi molto complessi del settore. A lanciare il nuovo grido d’allarme è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che rinnova l’invito ad adottare immediati e straordinari interventi, confermando lo stato di mobilitazione sull’intero territorio nazionale.
'L’agricoltura', ha rimarcato il presidente della Cia Giuseppe Politi, 'è il solo settore che, con la manovra economica per il prossimo anno, subisce un aggravio fiscale e contributivo. Vengono, infatti, cancellate le agevolazioni previdenziali per le imprese agricole che operano nelle aree svantaggiate. E questo comporta un onere aggiuntivo per gli agricoltori di circa 200 milioni l’anno. Vengono, inoltre, tagliate le agevolazioni fiscali sulle accise del gasolio per le coltivazioni sotto serra, per l’acquisto e la rivalutazione dei terreni agricoli, con un onere di oltre 150 milioni l’anno'.
'A questo si aggiunga', ha sottolineato Politi, 'il mancato finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali. Un problema che ha costretto molti produttori agricoli a costi assicurativi elevati ed altri a non sottoscrivere alcuna polizza. E le conseguenze sono facilmente immaginabili. Per questa ragione chiediamo al governo risposte 'pronte e valide'. Attualmente i costi produttivi incidono nella gestione aziendale agricola, in media, tra il 60 e l’85%. Solo nello scorso anno l’incremento è stato del 10,6%. E per quest’anno si prevede una crescita tra il 9 e l’11%. Non solo. A questi incrementi, che negli ultimi anni hanno frenato l’attività imprenditoriale con un crescendo impressionante, si sono aggiunti anche gli oneri previdenziali (in poco meno di due anni sono cresciuti del 25,7%) e quelli di carattere burocratico. Oneri pesanti che si traducono in forte ostacolo alla crescita economica delle imprese, con incidenza negativa notevole sull’occupazione e la competitività. “Per questa ragione nella piattaforma della nostra mobilitazione', ha rimarcato il presidente della Cia.
'Abbiamo sottolineato alcune precise priorità. Fra queste, la fiscalizzazione degli oneri nelle zone svantaggiate e montane, con l’allargamento delle agevolazioni ai settori in crisi; l’estensione a tutte le attività agricole e zootecniche dell’accisa zero per il gasolio e la riduzione al 4% dell’aliquota Iva sui carburanti utilizzati nelle attività agricole a tutto il 2010; il finanziamento del Fondo di solidarietà per calamità naturali; la riduzione del 50% delle aliquote Iva relative all’acquisto dei beni e servizi necessari allo svolgimento dell’attività agricola e la fissazione al 4% dell’Iva sulle nuove strutture realizzate nell’ambito del Piani di sviluppo rurale; l’aumento della dotazione finanziaria per il credito d’imposta per l’imprenditoria giovane'.