Questo incremento - rileva la Cia - si è reso necessario, secondo Corepla, da “una combinazione di fattori critici che, andando a sommarsi con quelli che già erano stati causa, dopo dieci anni di stabilità, dell’aumento a 105 euro/tonnellata del contributo, se non affrontati tempestivamente avrebbero portato Corepla ad una grave situazione di squilibrio economico-finanziario”.
Lo stesso Corepla ricorda, in una lettera inviata a tutti i consorziati, che nel corso del 2008 “si è registrato un fortissimo aumento della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nelle varie regioni d’Italia, ben superiore ad ogni aspettativa, innescato anche dall’emergenza campana”. Aumento che “si è accompagnato ad un notevole scadimento qualitativo della raccolta, che si è tradotto in un’impennata dei costi di avvio a recupero energetico della crescente quota degli imballaggi in plastica e del loro riciclo”.
Inoltre, secondo Corepla, a questi eventi straordinari, che erano stati già causa del precedente aumento contributivo, hanno fatto seguito, a partire da ottobre scorso, gli effetti della crisi economica globale, “che hanno investito pesantemente anche il settore degli imballaggi in plastica e del loro riciclo”. Si è così registrato “il crollo delle quotazioni delle materie prime seconde da riciclo che ha causato una drastica contrazione dei ricavi di Corepla, privando il Consorzio di un’importante fonte di entrate. Contemporaneamente, la contrazione dei consumi indotta dalla crisi ha provocato la riduzione dell’immesso al consumo di imballaggi, con conseguente diminuzione dei proventi da Contributo ambientale”.
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