L’indice nazionale dei prezzi al consumo dell’Istat registra un incremento dei prezzi dei prodotti alimentari di 0,1% (febbraio su gennaio 2009) con un aumento, in un anno (febbraio 2009 su febbraio 2008) del 3,5%. Lo sottolinea Confagricoltura che rileva come all’origine, in base alle recenti rilevazioni Ismea, i prezzi siano rimasti stazionari a febbraio su gennaio 2009, mentre sono calati in corso d‘anno del 10,9% (febbraio 2009 su gennaio 2008).
La flessione dei prezzi all’origine dei prodotti agricoli ha interessato tutti i principali comparti: i prodotti vegetali solo in parte hanno recuperato qualche margine di redditività, crescendo dell’1,7% a febbraio su gennaio 2009. Confagricoltura ricorda che in un anno (febbraio 2009 su febbraio 2008) l'indice dei prezzi del comparto ha registrato una flessione di ben il 16,3%.   Per i prodotti zootecnici si è avuta una diminuzione del 2% circa fra gennaio e febbraio del corrente anno, accompagnata da una riduzione del 3,3%, di febbraio 2009 su febbraio 2008.
Analizzando i dati per settore in corso d’anno (febbraio 2009 su febbraio 2008) va segnalata la forte riduzione sia dei prezzi alla produzione dei cereali (-43%), sia delle quotazioni di vini e oli di oliva (rispettivamente- 24,3% e -24,2%). Le colture industriali chiudono a febbraio con una flessione tendenziale dell'8,9%.   Confagricoltura rimarca come i prezzi dei prodotti agricoli non consentano una adeguata remunerazione e permanga nelle campagne una situazione di forte crisi, forse non ancora percepita nella sua dimensione. Molte le aziende in difficoltà e con redditi in diminuzione, mentre al consumo persistono le tensioni al rialzo nel comparto dei beni alimentari.

Lievi condizioni al ribasso. Cia: 'Troppo poco!'
Già nello scorso anno, rileva la Cia, i prezzi degli alimentari al dettaglio avevano avuto una crescita tendenziale del 4,3%, alla quale si era contrapposta, invece, una flessione dei listini praticati sui campi, che ha toccato anche cali record come per il grano duro (circa 50% in meno rispetto al 2007). Un trend che è proseguito anche nei primi due mesi di quest’anno. Un eguale andamento, purtroppo, non si è avuto nei vari passaggi della filiera e così i prodotti alimentari non hanno avuto, al dettaglio, la tanto attesa diminuzione. Si registrano, soltanto, lievi correzioni al ribasso. Troppo poco. I listini, nel complesso, hanno mantenuto livelli eccessivamente alti e alcuni rincari non trovano alcuna giustificazione (è soprattutto il caso della pasta, visto che il grano duro è sceso a febbraio di oltre il 40%). Comunque, nel corso del 2009, afferma la Cia, è prevedibile un ulteriore rallentamento della crescita dei prezzi al dettaglio dei prodotti agroalimentari. E questo avverrà in considerazione di una probabile stagnazione dei consumi, di una bassa inflazione energetica e, soprattutto, se si riuscirà a trasferire sui listini al consumo il ribasso delle quotazioni delle materie prime agricole, cosa che, finora, non è avvenuta nella dimensione attesa. Per questa ragione la Cia sostiene sia l’esigenza di rapporti più stretti ed intese di filiera, sia l’importanza di una maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi lungo i vari passaggi dal campo alla tavola, per individuare rincari artificiosi e ingiustificati e manovre speculative. In questo contesto, il 'doppio prezzo' (origine e dettaglio) da evidenziare sui cartellini di vendita può risultare uno strumento di grande valore e soprattutto di chiarezza nei confronti dei consumatori.